Marco Rossitti, docente di cinema all’Università di Udine, autore di saggi sul film etnografico e il cinema italiano, è l’unico autore friulano presente all’imminente, nuova edizione del prestigioso Trento Film Festival. Con due “proiezioni speciali” in prima assoluta programmate in apertura (sabato 29 aprile alle 18.45) e in chiusura di festival (sabato 6 maggio alle 17.00), il nuovo film di Rossitti “Custodi” è stato scelto dal comitato di selezione per il programma della 71^ edizione della storica manifestazione, che pone al centro il rapporto tra l’uomo e la natura.

In questo suo ultimo lavoro, Marco Rossitti – già ideatore e direttore artistico del Festival “Le voci dell’Inchiesta” di Pordenone, autore e regista di una trentina di titoli, molti dei quali trasmessi dalle reti di RAI e di Sky, tra cui il documentario Sulla pelle della terra, sul terremoto in Friuli del 1976, e la docu-fiction Carnia 1944. Un’estate di libertà, sulla Repubblica libera della Carnia e dell’Alto Friuli – ha scandagliato il Friuli Venezia Giulia, dagli altopiani della Carnia ai Magredi, dalle vette delle Dolomiti pordenonesi alla laguna di Marano, e molte altre regioni del Nord Italia alla ricerca di storie di sconosciuti ma fondamentali custodi dei loro territori. «I luoghi appartengono a chi li “abita”», – spiega il regista – «ovvero a chi ne ha cura e li sente essenziali alla propria identità. In latino “habitare” significa “avere abitualmente”. Nulla a che fare con la proprietà o il possesso: è costruire, difendere, custodire. I veri custodi non esibiscono il loro operato. Li riconosci per la profonda padronanza del territorio nel quale vivono e lavorano, acquisita dapprima attraverso la lezione dei padri, poi con l’osservazione attenta, la dedizione, la fatica: una consapevolezza dei luoghi intagliata nel volto e nelle mani, riflessa nella voce e nello sguardo, scolpita nella memoria e nell’anima. Negli anni, incontrando Cecilia, Bepo, Egidio, Miriam, Mauro, Konrad, Erika, Gianfranco, Tobia, Xiaolei, Roberto, Matteo, Massimo, ho capito che si può essere custodi sotto le spinte e per le motivazioni più diverse: per istinto, elezione, passione, tradizione, lungimiranza, destino, vocazione, scelta…».

 Dopo l’anteprima mondiale a Trento, il film – che ha visto impegnati a fianco del regista un grande professionista pordenonese come Luciano Gaudenzio alla fotografia, Daniela Pizzarotti al suono in presa diretta e Paolo Cottignola (David di Donatello per “Il mestiere delle armi” di Olmi) al montaggio – sarà presto protagonista di un tour che toccherà anche diverse località friulane.

comunicato stampa

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