La musica colta del secolo scorso è stata caratterizzata, pur nella congerie di stili e influenze diversi, da un diffuso sentimento anti romantico che ha contaminato anche autori,  come il caso di Sergei Rachmaninov, che sono considerati generalmente degli epigoni del romanticismo. L’altra caratteristica, che riguarda senza eccezioni tutti i compositori, è la ricerca di soluzioni timbriche, ritmiche e coloristiche innovative, come nel caso di Claude Debussy o di Maurice Ravel. Questo è il senso del programma presentato dalla Mariinsky Orchestra, diretta da Valery Gergiev per il concerto conclusivo della Stagione 2017/2018 al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, davanti ad un foltissimo pubblico.

Quest’orchestra ha infatti presentato un programma Russo-Impressionista che ha deliziato il pubblico del teatrone comprendente il Prélude à l’après-midi d’un faune. Églogue pour orchestre d’après Stéphane Mallarmé  di Claude Debussy, i Quadri di un’esposizione di Modest Mussorgskij nell’orchestrazione di Maurice Ravel e le Danze sinfoniche op.45 di Sergej Rachmaninov. Tutti brani che hanno in comune un certo sentire  anti romantico, anche quello di Rachmaninov che la critica ha giustamente definito come l’ultimo dei Romantici, ed una ricerca timbrica e ritmica dagli esiti divergenti.

La serata si apre con un certo ritardo, ma  quando il flauto attacca le prime note del celebre “solo” dell’Après-midi d’un faune, qui la flautista è assolutamente eccezionale, la sala si trova immersa in un’atmosfera di piacevole rilassatezza, in cui i colori dell’orchestra risultano altamente evocativi. Tutto il teatro è avvinto dalla bellezza di questa pagina, esaltata da una esecuzione di assoluto rilievo grazie al suono ed alla precisione ritmica e dinamica che le diverse sezioni dell’ensemble sanno esprimere e alla conduzione di Gergiev che governa il complesso corpo orchestrale con l’autorevolezza che conosciamo. Questa orchestra sa rendere la sgargiante palette coloristica che caratterizza questa pagina con una proprietà assolutamente non usuale. Il successo è immediato.
Sempre nel nome dell’anti romanticismo e nell’esaltazione delle possibilità coloristiche dell’orchestra, è poi la volta dei Quadri di un’esposizione di Modest Mussorgskij, una sorta di suite composta per pianoforte nel 1874 ispirata da una serie di tele dell’amico architetto Viktor Hartmann e articolata in una serie di pezzi alternati al periodico ritorno di una promenade, nell’orchestrazione che ne fece Maurice Ravel nel 1922. La maestosità dell’esecuzione della Mariinsky si può percepire fin dalle prime note della Promenade introdotta dagli ottoni, imperiosi e precisi, e se anche nello svolgimento del pezzo possiamo notare qualche “perla” da parte di taluni orchestrali – il fagotto o il trombone – il livello è stratosferico in termini di colori, ritmi e dinamiche e strappa calorosi applausi finali.
La seconda parte del concerto, anch’essa iniziata con un inspiegabile ritardo, vede l’esecuzione di un lavoro di raro ascolto: le Danze sinfoniche op.45 di Sergej Rachmaninov. Opera dell’estrema maturità del compositore russo, fu scritta nel 1941, che accanto a elementi della tradizione romantica alla quale sempre si attenne, accosta elementi nuovi come i ritmi asimmetrici già  usati da Stravinsky e Prokof’ev e che prefigurano una possibile svolta anti romantica del compositore, che però non potè avvenire perché morì nel 1943. Ancora una volta l’orchestra impressiona il pubblico udinese con la sua precisione e la bellezza del suo suono, per cui alla fine sono applausi entusiastici che convincono Gergiev e i suoi a concedere un bis che è un omaggio a Giuseppe Verdi del quale eseguono l’ouverture de La forza del destino.

Sergio Zolli © instArt

 

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