Tezio, con questo nome d’arte da console romano si presenta al mondo della pittura Ezio Tomaello, con la sua professionalità da razionalista assoluto, in prestito al mondo della poesia pittorica, con una professione alle spalle mai dimenticata ma per qualche momento lasciata di spalle, perché una nuova avventura lo affascina da qualche anno.
È l’avventura dell’arte e della finzione pittorica, fingere il mare, il riverbero dell’acqua, fingere massi in mezzo ad un fiume, fingere ciò che non si vede se non con l’occhio della fantasia, anche quando il reale è oggettivo, esiste, indubbiamente palpabile e non solo mentale.
La finzione di Tomaello si muove da un reale esistente o da un reale possibile. Certamente non possiamo non scorgere la sua appassionata lettura della natura, quella che si esprime soprattutto nell’acqua che poi è luogo ma anche simbolo della vita e dell’esistenza. Scrutando l’acque e cercando le sue trasparenze l’autore si trasporta e ci trasporta in un possibile oggettivo o in un mondo onirico che possiamo far esistere con il pennello.
Qualche volta compare una sorta di segno distintivo nella sua pittura: il gatto, animale domestico, segnale di una famiglia che c’è, di una presenza umana dalla quale non si può prescindere.
L’uomo è protagonista della storia e dei racconti visivi di Ezio Tomaello, perché sempre li’ dietro alle quinte ci ricorda e ci rimanda alla sua essenza: l’uomo protagonista che guarda la natura e che la interpreta, l’uomo che si accompagna con l’animale, lui la ragione, esso l’istinto, ma in definitiva lui ed esso convivono e sono simbolo della casa, della piccola storia di ognuno ogni giorno, una quotidianità domestica e un equilibrio probabile.
Il racconto perché, in questo professionista razionalista che giunge nel nostro mondo di sogni e di irrealtà spesso dichiarate?
Il racconto è appunto narrazione di stati d’animo, di un sentire interiore che va oltre la misura razionalista, la quale talvolta ha il limite di non saper scorrere la mente al di là della celebrazione della logica.
Ezio Tomaello nella sua rilettura della storia dell’arte, in un momento della sua vita in cui gli è possibile farlo, ci offre pagine di ricostruzione propria del mondo e della sua semplicità, dietro alla quale comunque si puo’ scorgere il mistero della vita e delle cose, una specie di anima che sta all’interno di natura, uomo, animale.
Mi pare che questa pittura oltre alle immagini nella loro diretta rappresentazione, possano trasmettere una riflessione molto interiore, un’irresistibile tensione verso ciò che al di là delle apparenze, nasconde o propone, insomma questa pittura può essere un interrogativo immediato e lacerante nella sua semplicità: cos’è la vita?
Una sua mostra in questi giorni lo propone nello spazio d’arte Carrefour (statale Julia Augusta, Udine Tricesimo)

© Vito Sutto per instArt

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