TEATRO VERDI PORDENONE
VENERDÌ 4 MAGGIO ULTIMA TAPPA DEL PROGETTO SPECIALE IDEATO DAL TEATRO “IL QUINTETTO IL PIANISTA ALESSANDRO TAVERNA, CAPACE DI “SOLENNE BELLEZZA”, COME UNANIMAMENTE ESPRESSO DALLA CRITITCA INTERNAZIONALE, E I FENOMENALI ARCHI DEL BENNEWITZ QUARTET PRESENTANO DUE CAPOLAVORI DI ŠOSTAKOVIČ E BRAHMS
PROLUSIONE A CURA ANGELO FOLETTO GIORNALISTA E CRITICO MUSICALE DI LA REPUBBLICA

Ancora un appuntamento con la grande musica al Teatro Verdi di Pordenone: venerdì 4 maggio, alle 20.45, in programma due sublimi capolavori di Brahms e Šostakovič, rispettivamente: il Quintetto per pianoforte e archi op.34 e il Quintetto op.57. Una grande musica che la capacità di tecnica e interpretativa di Alessandro Taverna, al pianoforte, e gli archi del Quartetto Bennewitz, artisti che si esprimono ai massimi livelli europei, che sapranno proporre con passione e alto tasso di coinvolgimento per il pubblico.
Il veneziano Taverna ormai non ha bisogno di presentazioni la sua carriera internazionale è in continua crescita: dalla Scala, alla Wigmore Hall di Londra, dal San Carlo al Musikverein di Vienna, da Mito all’Auditorium Parco della Musica, con collaborazioni musicali di ampio respiro da Riccardo Chaully a Fabio Luisi a Lorin Maazel da Daniel Haridng e con le prestigiose orchestre. Il suo tocco al pianoforte “è pervaso di solenne bellezza” così lo osannano i media europei fin dal suo debutto.
Jakub Fišer, violino, Štěpán Ježek, violino, Jiří Pinkas, viola e Štěpán Doležal, violoncello, compongono I fenomenali archi del Bennewitz Quartet. Fondato nel 1998 il Quartetto è uno dei migliori complessi cameristici internazionali, uno status confermato non solo dalle vittorie in due prestigiose competizioni – Osaka nel 2005 e Prémio Paolo Borciani, in Italia nel 2008 – ma anche dal successo della critica. Capaci di creare armonie potenti, strutture chiare, bellissime tavolozze tonali e purezza d’intonazione. Il quartetto prende il nome dal violinista Antonín Bennewitz (1833-1926), che fu una figura fondamentale nella creazione della scuola di violino della Repubblica Ceca.
Taverna e Bennewitz saranno impegnati nell’esecuzione di due pagine musicali di incomparabile bellezza. Così li presenta il critico musicale Angelo Foletto, che curerà la prolusione al concerto: «Ci sono capolavori che nascono di getto, per un’urgenza espressiva che brucia quasi i tempi ordinari di decantazione creativa e di edificazione compositiva. Altri che pur esistendo subito con l’estro e la sostanza del capolavoro, ci mettono un po’ a trovare l’abito più convincente. Come nel processo scultoreo così ben illustrato da Michelangelo, l’opera definitiva in quel caso trova la propria anima «per forza di levare»: setacciando «il superfluo dalla materia». (…) Il Quintetto per pianoforte e archi ha invece una storia breve ma complicata alle spalle: testimonia l’atteggiamento fortemente autocritico di Brahms. (…) Se soltanto il 24 marzo 1868 il Quintetto per pianoforte e archi op. 34 fu suonato in pubblico, già nella prima versione il cuore musicale del pezzo destinato a essere (forse) il più popolare tra quelli cameristici brahmsiani aveva superato il giudizio cui l’autore teneva di più. Nel settembre 1862, a composizione non ancora conclusa, Clara Schumann infatti gli aveva scritto: «Non so esprimere compiutamente la grande gioia che il tuo quintetto mi ha procurato. L’ho suonato più volte, e ne ho il cuore ricolmo. Mi ha preso. Quale mondo di forze c’è nel primo movimento, e che Adagio! Che canto dalla prima all’ultima nota! Lo suono e lo risuono incessantemente, senza potermi fermare. Mi piace molto anche lo Scherzo, anche se penso che il Trio sia un po’ corto. Quando sarà pronto l’ultimo movimento?». Quasi senza ripensamenti nacque invece l’analogo Quintetto op. 57 di Dmitrij Šostakovič, composto su richiesta del Quartetto Beethoven, una delle formazioni cameristiche russe più apprezzate (….). E fu subito considerato un capolavoro fin dalla prima esecuzione, il 23 novembre a Mosca: nella sala piccola del conservatorio, col Quartetto Beethoven, lo stesso Šostakovič suonò la parte del pianoforte».
Il Quintetto è stato progetto speciale per la sezione musica della Stagione 2017/2018 del Teatro Verdi di Pordenone che ha permesso un viaggio nel mondo della musica da camera. Ideato sulla scia dei precedenti cicli dedicati a variazione pianistica, violoncello e violino, per questa edizione il Verdi ha aperto con una proposta sui Quintetti d’archi nel Romanticismo (Marco Rizzi, Gabriele Pieranunzi, Simonide Braconi, Francesco Fiore, Enrico Bronzi) seguito dal concerto di uno strepitoso quintetto di fiati, lo Stuttgart Consort. Completano ora il ciclo due appuntamenti con formazioni di spicco e solisti d’eccezione: il Quartetto Brentano e Alessandro Carbonare al clarinetto, per finire appunto con questo ultimo concerto con il Quartetto Bennewitz e Alessandro Taverna al pianoforte.
Teatro aperto dalle ore 19 e al LICINIO, il Bar del Teatro, happy food and drink in attesa del Concerto. Prenotazioni alla Biglietteria del Teatro.
INFORMAZIONI E BIGLIETTI: Biglietteria del Teatro 0434 247624 www.comunalegiuseppeverdi.it

comunicato stampa

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