Dal cinema al teatro: con Mine vaganti Ferzan Ozpetek firma la sua prima regia teatrale, mettendo in scena l’adattamento di uno dei titoli più amati e premiati della sua filmografia. L’appuntamento al Teatro Verdi di Gorizia è per martedì 21 febbraio alle 20.45, nell’ambito del cartellone di Prosa. Il film è uscito nelle sale nel 2010, con la sceneggiatura scritta a quattro mani da Ozpetek e Ivan Cotroneo, ispirata a una storia realmente accaduta a due fratelli amici del regista. La famiglia Cantone, proprietaria di un grosso pastificio, ha radicate tradizioni culturali altoborghesi ed è dominata dalla figura di un padre conservatore, che desidera solo lasciare in eredità la direzione dell’azienda ai due figli. Tutto precipita quando il maggiore si dichiara omosessuale, battendo sul tempo il minore, tornato da Roma proprio per svelare la sua verità ai genitori. Una commedia vorticosa ed ironica, che tra dialoghi incalzanti e interazioni con il pubblico in sala riesce a raccontare la nostra resistenza al cambiamento e a mettere a nudo quelle convenzioni che troppo spesso ci condizionano. Nello spettacolo teatrale Vincenzo Cantone, il padre di famiglia, è interpretato da Francesco Pannofino, attore, doppiatore e direttore del doppiaggio italiano. L’attrice televisiva e teatrale Iaia Forte è Stefania Cantone, madre di Tommaso e Antonio, interpretati rispettivamente da Erik Tonelli, nei cast della fiction Vite in fuga e della soap Un posto al sole, e Carmine Recano, che oltre ad aver recitato nelle serie tv La porta rossa e Mare fuori ha lavorato al cinema con Ozpetek. In scena anche Simona Marchini, conduttrice, comica e regista oltre che attrice, nei panni della nonna.
La biglietteria, in via Garibaldi 2/a (tel. 0481 383601), è aperta da lunedì a venerdì dalle 17 alle 19 e sabato dalle 10.30 alle 12.30. Nelle giornate di svolgimento degli spettacoli i biglietti per l’evento della serata saranno acquistabili in biglietteria dalle 20 fino a inizio rappresentazione. Online i biglietti sono disponibili su Vivaticket.
Dalle note di regia di Ferzan Ozpetek
Come trasporto i sentimenti, i momenti malinconici, le risate sul palcoscenico? Questa è stata la prima domanda che mi sono posto, e che mi ha portato un po’ di ansia, quando ha cominciato a prendere corpo l’ipotesi di teatralizzare Mine vaganti. Il produttore cinematografico Domenico Procacci si disse entusiasta, quindi chiamammo Ivan Cotroneo a collaborare alla sceneggiatura. Dietro invito di Marco Balsamo, quella prospettiva si è realizzata con un cast corale e un impianto che lascia intatto lo spirito della pellicola. Certo, ho dovuto lavorare per sottrazioni, lasciando quell’essenziale intrigante, attraente, umoristico. Quello che il cinema mostra, il teatro nasconde, e così ho sacrificato scene e ne ho inventate altre, anche per dare nuova linfa all’allestimento. Ora una vicenda del genere non potrebbe reggere nel Salento, perciò l’ho ambientata in una cittadina tipo Gragnano o lì vicino. In un posto dove un coming out ancora susciterebbe scandalo. Racconto storie di persone, di scelte sessuali, di fatica ad adeguarsi a un cambiamento sociale ormai irreversibile. Qui la parte del pater familias è emblematica, oltre che drammatica e ironica allo stesso tempo. Le emozioni dei primi piani hanno ceduto il posto a punteggiatura e parole, i tre amici gay sono diventati due e ho integrato le parti con uno spettacolino per poter marcare, facendone perfino una caricatura, quelle loro caratteristiche che prima arrivavano alla gente secondo le modalità mediate dallo schermo. Il teatro può permettersi il lusso dei silenzi, ma devono essere esilaranti, altrimenti vanno riempiti con molte frasi e una modulazione forte, travolgente. A teatro non ci si dovrebbe mai annoiare. Sono partito da questo per evitare che lo spettacolo fosse lento. Ho optato per un ritmo continuo, che non si ferma, anche durante il cambio delle scene. Qui c’è il merito di Luigi Ferrigno che si è inventato un gioco di movimenti con i tendaggi. Anche le luci di Pasquale Mari fanno la loro parte, lo stesso per i costumi di Alessandro Lai, colorati e sgargianti. Ho realizzato una commedia che mi farebbe piacere andare a vedere a teatro, dove lo spettatore è parte integrante della messa in scena e interagisce con gli attori, che spesso recitano in platea come se fossero nella piazza del paese e verso cui guardano quando parlano. La piazza/pubblico è il cuore pulsante che scandisce i battiti della pièce.
Una stagione all’insegna delle emozioni, con nomi di grandissimo richiamo, tra artisti prestigiosi e compagnie internazionali. 27 gli spettacoli che andranno in scena in serata unica nel cartellone che è stato preparato dal direttore artistico, Walter Mramor. La Prosa, con otto rappresentazioni, spazierà dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea, il percorso Musica e balletto, con sei appuntamenti, sarà molto variegato e passerà dal teatro musicale alla danza, con nuove collaborazioni con le eccellenze del territorio. Gli Eventi, sei in tutto, avranno una inedita suddivisione in tre sezioni, ovvero Musical, Fun e Family, quest’ultima con due Pomeridiane domenicali, per aprire il Teatro anche in orario pre serale e coinvolgere le famiglie appunto. La stagione si arricchisce inoltre di una nuova accattivante sezione, Verdi Racconta, di cui saranno protagonisti tre grandi personaggi. Infine è stato non solo confermato, ma anzi ampliato, lo spazio rivolto a bambini e ragazzi, da sempre molto apprezzato: ai quattro appuntamenti Young si aggiungeranno delle visite teatralizzate per far conoscere ai più piccoli la magia del Teatro.
Prosa (8 spettacoli)
Lunedì 20 marzo il mix di tenerezza e divertimento Tre uomini e una culla, con Giorgio Lupano, Gabriele Pignotta e Attilio Fontana. Due gli omaggi alla drammaturgia americana, per l’esattezza martedì 4 aprile a Tennesse Williams con La dolce ala della giovinezza, che porterà al Verdi Elena Sofia Ricci, e sabato 6 maggio ad Arthur Miller con Uno sguardo dal ponte, con Massimo Popolizio.
Musica e balletto (6 spettacoli)
Un coinvolgente omaggio a Giulietta sarà portato in scena mercoledì 15 marzo da Eleonora Abbagnato, che danzerà insieme alla figlia Julia di 10 anni, mentre martedì 28 marzo in Rivadeandrè con Federico Buffa si rivivrà l’incontro tra Gigi Riva e Fabrizio De Andrè nel 1969. Mentre il grande divo della danza spagnola Sergio Bernal porterà il pubblico in un viaggio nel repertorio di coreografie e musiche spagnole venerdì 14 aprile in A night with Sergio Bernal, con Alice canta Battiato sabato 13 maggio ci sarà l’omaggio a un indimenticabile maestro della musica italiana, per la prima volta in regione con uno straordinario quartetto d’archi dei Filarmonici italiani.
Eventi (6 spettacoli)
Tre appunto i percorsi in cui è suddiviso il cartellone. Immancabili i Musical: si andrà alla Venezia del ‘700 mercoledì 1 marzo con l’irresistibile storia di amore e avventura di Casanova, musicata dall’ex Pooh Red Canzian. Nel percorso Fun mercoledì 22 febbraio i Gemelli di Guidonia proporranno il loro effervescente show comico. Due le Pomeridiane, con inizio alle 17, sotto il marchio Family: Lo Schiaccianoci del Russian Classical Ballet domenica 15 gennaio e Il Mago di Oz degli acrobati ucraini di Romanov Arena domenica 26 marzo. Una compagnia russa e una ucraina quindi, scelta questa tutt’altro che casuale, con un chiaro messaggio di pace.
Verdi Racconta (3 spettacoli)
Marco Goldin tornerà al Verdi giovedì 20 aprile con Gli ultimi giorni di Van Gogh, con uno schermo panoramico e proiezioni al laser ad altissima definizione e l’accompagnamento delle musiche di Franco Battiato. Il giorno successivo, alle 10, grazie alla Fondazione Carigo, lo spettacolo sarà riproposto come evento speciale per le scuole.
Young (4 spettacoli)
Tanta come di consueto l’attenzione ai più giovani e alle famiglie, con le Pomeridiane domenicali. Inoltre bambini e ragazzi potranno saperne di più sui segreti del Verdi grazie alla visita teatralizzata Viaggio nella scatola magica, in programma da mercoledì 22 a sabato 25 marzo

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