ENNIO FLAIANO IN SCENA, GIOVEDI’ 20 SETTEMBRE A PORDENONELEGGE CON IL PROGETTO “TRA LETTERATURA E TEATRO”: MARIA PAIATO PRESENTA “UNA E UNA NOTTE”.
UN PROGETTO DEL TEATRO VERDI DI PORDENONE CON PORDENONELEGGE CHE IL 3 OTTOBRE PORTERA’ IN SCENA TESTI DI PRIMO LEVI CON “EX CHIMICO”, UNO SPETTACOLO DIRETTO E INTERPRETATO DA SONIA BERGAMASCO.
SUBITO DOPO DAL RACCONTO DI CONCITA DE GREGORIO, CHE HA INDAGATO LA STORIA DI IRINA LUCIDI – PRIVATA DELLE FIGLIE PER MANO DEL MARITO – ECCO “MI SA CHE FUORI E’ PRIMAVERA”, UNO SPETTACOLO CON GAIA SAITTA FIRMATO DAL REGISTA GIORGIO BARBERIO CORSETTI. SCHNITZLER E “LA SIGNORINA ELSE” VIVISEZIONATI DAL REGISTA FEDERICO TIEZZI IN UNO SPETTACOLO CHE, AFFIDATO ALLA “RONCONIANA” LUCREZIA GUIDONE, DIVENTA TRAVOLGENTE MONOLOGO INTERIORE. ALDO MORO: LE SUE LETTERE DAL SEQUESTRO DELLE BR, PATRIMONIO DI UN’ITALIA CHE FATICA A GUARDARSI ALLO SPECCHIO. LE RIPRENDE L’ARTISTA FABRIZIO GIFUNI IN VESTE DI IDEATORE, REGISTA E INTERPRETE DI UN PROGETTO TEATRALE CHE CI ACCOMPAGNA A DECIFRARE LE CARTE DI UN UOMO E INSIEME LA STORIA DEL PAESE.

Teatro “di parola” al centro del nuovo progetto  “Tra letteratura e teatro”, promosso dal Teatro Verdi di Pordenone a cura di Natalia Di Iorio in collaborazione con pordenonelegge.

 

Proprio alla Festa del Libro 2018 sarà di scena, giovedì 20 settembre (Teatro Verdi, ore 20.45) il primo spettacolo di questo cartellone che porterà in scena cinque autori: Ennio Flaiano, Primo Levi, Concita De Gregorio, Arthur Schnitzler e Aldo Moro. «Un arco teso dalla seconda metà dell’Ottocento fino al presente – spiega Natalia Di Iorio, Direttore artistico del Teatro Verdi nel settore Prosa – per dare spazio a una parola che dalla letteratura, alla riscrittura poetica della cronaca, passando per la vera e propria testimonianza storica, si traduce e si incarna nel corpo d’attore». Sarà Maria Paiato, una delle interpreti più intense della scena italiana, a trasporre per il palcoscenico le pagine di “Una e una notte”, raccolta di due racconti scritti nel ’59 da Ennio Flaiano, maestro della satira e maestro nel saper cogliere gli aspetti più paradossali della realtà che ci circonda. Maria Paiato si confronta con due racconti “facce di una stessa medaglia”, come lo stesso Flaiano definì “Una e una notte”, in cui è rappresentata la crisi dell’individuo sullo sfondo di una Roma sempre più desolata. Ed è proprio alle atmosfere de “La Dolce Vita” capitolina che fa riferimento il suo romanzo breve “Una e una notte”, trasformato da Maria Paiato in un vibrante assolo teatrale. In una Roma anni ‘60, ingenua e provinciale conquistata dal successo del mondo televisivo e cinematografico, si muove Graziano, giovane aspirante giornalista e incorreggibile “vitellone”, velleitario e sognatore, protagonista di una folle notte ai confini della realtà, animata da una sorprendente avventura amorosa. Flaiano muove i suoi personaggi con magistrale leggerezza, ironia, disincanto e struggente nostalgia. Le immagini che la sua scrittura evoca sono tipicamente Felliniane, sempre sospese tra dimensione onirica e realtà. Un appuntamento da non perdere per  vedere da vicino una grande attrice, che ha recitato con importanti registi come Luca Ronconi, Mauro Bolognini, Giancarlo Sepe, Maurizio Scaparro, Antonio Calenda, Nanni Loy,  Valerio Binasco,  e che al cinema è stata diretta, tra gli altri, da Francesca Archibugi, Cristina Comencini, Luca Guadagnino, Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati.
Subito dopo, mercoledì 3 ottobre in prima nazionale al Teatro Verdi che coproduce l’allestimento, ecco “Ex Chimico”, una rappresentazione laica in bilico tra racconto e immedesimazione. Sonia Bergamasco, attrice e regista, (Nastro d’Argento 2004, Premio Flaiano 2005 e 2016, della Critica 2012, Duse 2014, Ciak e Premio Alida Valli 2016), versatile e raffinata interprete, sola in scena restituisce alcune tra le pagine più luminose e sorprendenti di Primo Levi, scrittore ormai tra i più celebrati e letti a livello internazionale. Bergamasco, che cura anche la regia, compone un ritratto dell’autore “cucendo insieme” racconti e frammenti dall’opera di Levi che spaziano dalla testimonianza al racconto di fantasia, dalla poesia alla fantascienza e che ci consegnano, nell’estrema varietà dei generi, il timbro inalterato e inconfondibile della sua alta voce morale. Un’attrice sola in scena allestisce un teatro dei giochi, feroce e umanissimo, che parla la lingua esatta di Primo Levi e che si stempera nel suo sorriso azzurro e dà forma e respiro alle nostre vite fragili e desideranti. Ci sorprendiamo a ridere di cuore di un animale fantastico e l’istante successivo restiamo inchiodati a un’incarnazione definitiva del male. “Ero una ragazza quando lessi per la prima volta Se questo è un uomo – racconta la Bergamasco – un libro incandescente che cambia la percezione del mondo e della Storia. Fino a non molto tempo fa, però, non ero andata oltre quella soglia, e non conoscevo l’ampiezza e la ricchezza dell’opera di Primo Levi, che è oggi uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo. I suoi racconti fantastici e fantascientifici (poco noti al grande pubblico) si affacciano – a cento anni dalla nascita dello scrittore – con la limpidezza e l’ironia di un classico e parlano una lingua asciutta, commovente, intimamente musicale”.
Da una storia tristemente nota alla cronaca – quella di Irina, una donna alla quale un giorno vengono sottratte dal marito le due figlie gemelle che non saranno mai più ritrovate – Concita De Gregorio crea un congegno narrativo rapido, incalzante e pieno di sorprese. “Mi sa che fuori è primavera, in cartellone al Teatro Verdi il 25 novembre, prende quei fatti, semplici e terribili, e li indaga con la voce di Irina: a firmare la regia è Giorgio Barberio Corsetti, da sempre impegnato a esplorare il confine tra il teatro e le arti visive, che ha progettato questo lavoro insieme a Gaia Saitta, anche interprete in scena.
Arthur Schnitzler, capace di indagare i più intimi meccanismi della psiche, analizza non senza pessimismo la degradazione dei valori individuali e culturali del suo tempo che è ancora il nostro. La sua “Signorina Else”, di scena al Verdi dal 3 al 5 dicembre, è una spietata radiografia della società austriaca negli anni Venti, un misto di superficialità mondana e cupo cinismo, dove una famiglia non esita a sacrificare la figlia sull’altare del dio denaro. Il testo mirabile, tutto incentrato sul tumulto dei pensieri che si affollano nella mente di un’adolescente, è un vibrante monologo interiore, interpretato con straordinaria intensità dalla giovane Lucrezia Guidone, in scena con Martino D’Amico, entrambi diretti con mano esperta e sicura da Federico Tiezzi. Una vera e propria dissezione dell’anima che al Verdi verrà riproposta nella sua versione originaria in un allestimento appositamente realizzato, che permette al pubblico, raccolto intorno agli attori, di avvicinarsi anche emotivamente alla vicenda.
Dopo aver lavorato sui testi pubblici e privati di Carlo Emilio Gadda e Pier Paolo Pasolini, con due spettacoli struggenti e feroci, riannodando una lacerante antibiografia della nazione, un fuoriclasse come Fabrizio Gifuni, attraverso un doloroso e ostinato lavoro di drammaturgia, si confronta con lo scritto più scabro e nudo della storia di Italia. “Con il vostro irridente silenzio”, in scena al Verdi il 16 maggio, è uno studio sulle lettere dalla prigionia e sul cosiddetto memoriale di Aldo Moro, che si avvale della preziosa consulenza storica di Francesco Biscione e Miguel GotorUn fiume di parole inarrestabile che si cercò subito di silenziare, mistificare, irridere.  A distanza di quarant’anni pochi le hanno davvero lette, molti hanno scelto di dimenticarle.

Info e biglietti 0434.247624 biglietteria@comunalegiuseppeverdi.it dal lunedì al venerdì dalle 16.00 alle 19.00 www.comunalegiuseppeverdi.it

comunicato stampa

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