Palmanova, 19/10/2018 – Teatro Gustavo Modena – Stagione Sinfonica 2018 – Concerto Inaugurale – Mitteleuropa Orchestra – Francesco Fanna, direttore – Letizia Michielon, Pianista – Foto Alice BL Durigatto/Phocus Agency © 2018

L’apertura della stagione sinfonica 2018 del Teatro Modena di Palmanova ha visto protagonista la Mitteleuropa Orchestra diretta da Francesco Fanna, che, assieme alla pianista Letizia Michielon, ha proposto un programma interamente classico-romantico, di grande interesse e di godibile ascolto.

Dopo le parole di presentazione del Presidente dell’orchestra, il maestro Franco Calabretto, e del vicesindaco di Palmanova Adriana Danielis, il concerto inizia con Die zauberharfe D.644 di Franz Schubert, uno dei pezzi più amati del compositore viennese per la freschezza dell’invenzione melodica, che l’esecuzione della Mitteleuropa rende con piacevole eleganza.

È poi la volta del Concerto per pianoforte e orchestra n.2 in si bemolle maggiore op.19 di Ludwig van Beethoven, un’opera scritta nel 1795 – Beethoven, allora venticinquenne, era a Vienna dal 1792 – che vede l’esibizione come solista della pianista Letizia MIchielon. La virtuosa veneziana imprime a questo concerto, che, bisogna dire, non è all’altezza dei successivi, una brillantezza ed una profondità interpretativa inconsueti. La sua tecnica brillante e la sua musicalità le consentono di imbastire un fecondo rapporto dialogico con l’orchestra fin dalle prime battute dell’iniziale Allegro con brio, dialogo che nel successivo Adagio acquisisce maggiore intimità, per poi sfociare nella brillante concitazione del Rondò. Molto allegro. Il tocco e lo stile della Michielon sanno rendere tutto ciò con acuta profondità, riscuotendo il plauso dei presenti. Plauso premiato dalla Michielon con un bis in cui presenta lo Studio in si bemolle maggiore n. 5 op. 10 di Frédéric Chopin.

Il secondo tempo del concerto vede l’esecuzione della celebre Sinfonia n. 5 op. 107 in re maggiore ”La Riforma” di Felix Mendelssohn Bartholdy, lavoro caratterizzato dall’uso, nel terzo tempo, l’Andante, del corale bachiano Eine feste Burg ist unser Gott (Mendelssohn fu il primo a riscoprire la figura e l’opera di Johann Sebastian Bach dopo quasi un secolo di oblio dalla sua morte). L’esecuzione di questo imponente lavoro appare di buon livello fin dalle battute iniziali dell’ Andante. Allegro con fuoco, che cattura immediatamente l’attenzione dei presenti. È poi un crescendo di emozioni fino al finale Allegro Maestoso che vale alla Mitteleuropa ed al suo direttore il plauso del pubblico palmarino.

Sergio Zolli © instArt

 

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