Franco Calabretto

Sette grandi concerti dal respiro internazionale e un progetto triennale dedicato al concetto di Trinità, nella sua radice sacra e in quella umanissima di Padre, Madre e Figlio: il Festival Internazionale di Musica Sacra 2020, promosso da Presenza e Cultura con il Centro Iniziative Culturali di Pordenone e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, è costretto a congedarsi dal pubblico prima ancora di averlo salutato in sala, spazzato dalle norme di sicurezza dell’ultimo DPCM, previste in conseguenza della pandemi, per un periodo perfettamente coincidente al suo cartellone.

Eddi De Nadai

Dopo aver annunciato lo slittamento del concerto inaugurale dal 25 al 30 ottobre – per l’annullamento del concerto della Schola Cantorum del Pontificio Istituto di Musica Sacra – il Festival deve per ora archiviare la sua 29^ edizione progettata nel segno del “Pater”, prima tappa ispirata dalla Bibbia ebraico-cristiana ma anche da un forte slancio interreligioso. «Prendiamo atto delle indicazioni dettate dall’ultimo DPCM e abbiamo per questo deciso di sospendere in blocco i concerti – spiegano i direttori artistici Eddi De Nadai e Franco Calabretto – mentre rimangono attive le iniziative collaterali, come le mostre d’arte. In sintonia con l’impegno di AGIS e Italiafestival, esprimiamo solidarietà al mondo dello spettacolo dal vivo, particolarmente colpito sia nella parte artistica che tecnica e gestionale, e ribadiamo che i luoghi dello spettacolo (teatri, sale da concerto, cinema) sono i più controllati e rigidamente definiti nella logistica, quindi certamente i più sicuri. Speravamo che, per tipologia e location, i nostri concerti di musica sacra programmati in chiesa potesse godere dei benefici concessi ai luoghi di culto. Purtroppo non è così. Ma il nostro proposito è di recuperare integralmente questa edizione entro la primavera 2021, appena sarà possibile, per poi dare l’avvio in autunno all’edizione 2021, già definita».

Oltre alla Schola Cantorum vaticana, il pubblico potrebbe quindi ritrovare, in primavera, le suggestioni sonore dell’ensemble lituano Canto Fiorito Vilnius, con la produzione “Deus, deus meus” affidata al mezzosoprano Renata Dubinskaite, con Rodrigo Calveyra cornetto e flauto dolce, e l’organista Davide Pozzi. E ancora si cercherà di recuperare il concerto corale diretto da Mirko Guadagnini dedicato al Te Deum, con i Madrigalisti di Intende Voci, e il tributo al padre della Chiesa Sant’Agostino con l’Ensemble milanese Virgo Vox, insieme al progetto di Odhecaton Ensemble, dedicato al canto aquileiese patriarchino e alla ricchezza di linguaggi e forme musicali praticate tra XV e XVI secolo nella vasta area del Patriarcato. Ulteriore produzione che si conta di recuperare è quella che vedrà protagonisti Simone Cristicchi e il monaco Otac Benedikt, attesi a Pordenone in prima assoluta con lo spettacolo “Come gigli nel campo. Storie ordinarie di miracoli”, una suggestiva antologia di storie e di vite.
«Siamo dispiaciuti per gli artisti coinvolti, che sono le pedine più fragili del sistema, colpiti da questa crisi che porta a mancati introiti via via che vengono cancellati gli spettacoli – osservano ancora Calabretto e De Nadai – Così come siamo dispiaciuti per il nostro pubblico, che già aveva fatto pervenire le prenotazioni ai concerti, nel rispetto delle nuove procedure. La fedeltà e l’attenzione dimostrate con i numeri delle prenotazioni, testimoniano l’interesse per questo particolare settore dell’offerta musicale, il sacro, di cui il festival pordenonese è certamente il riferimento primo in ambito regionale. Il messaggio di dialogo interreligioso, la proposta di repertori che vanno dall’antico al nuovo, anche con commissioni a giovani compositori, esprimono la vitalità e l’attualità di un messaggio importante proprio nell’attuale contesto sociale e culturale nazionale e internazionale».
In attesa di dettagli sul possibile recupero del Festival, è slittata al 5 dicembre l’inaugurazione della mostra di Paolo Del Giudice, “Volti, pitture”, in programma nel Salone dell’Abbazia di S. Maria in Silvis a Sesto al Reghena. A sostegno del Festival un ampio team di istituzioni: capofila l’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e inoltre PromoturismoFVG, Fondazione Friuli, BCC Pordenonese e Monsile con il supporto della Diocesi Concordia Pordenone. Info www.centroculturapordenone.it/pec

Comunicato Stampa

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