Inizio alla grande a Udine per la stagione di concerti Le giornate del Tiepolo 2019 organizzata dall’Accademia di studi pianistici “Antonio Ricci” nell’ambito della manifestazione Udinestate con l’Associazione IDUNA, il CSS Fvg ed il Museo del Duomo – Cattedrale di Udine .

Nella suggestiva cornice dell’Oratorio della Purità stracolmo di pubblico si è, infatti, esibito il complesso de I Virtuosi Italiani capitanati dal violinista Alberto Martini che hanno presentato un programma tutto vivaldiano dal titolo Stravaganze, follie, passioni umane. Un florilegio di concerti vivaldiani (cinque, quasi tutti con un nome) intervallati dalla celebre sonata “La Follia” per due violini e b.c. in re minore op. 1 n.12 RV 63 e preceduti dalla Sinfonia in sol maggiore “Il coro delle Muse” RV 149 per archi e basso continuo che apre così, preceduto dalle parole di presentazione della presidentessa dell’Accademia Ricci Flavia Brunetto, il concerto.

Fin dalle prime note si può intuire che lo stile di Martini e della sua compagine non è propriamente ispirato ai criteri filologici che, al giorno d’oggi, ispirano le esecuzioni più avvedute, ma si identifica con quel filone interpretativo che, storicamente possiamo far risalire ai Solisti Veneti. Quindi, strumenti con corde di metallo in luogo di quelli in budello, archetti diversi da quelli che usava Antonio Vivaldi e adozione di un diapason di riferimento moderno. Naturalmente non dovrebbero esserci differenze di stile, ma gli strumenti moderni possono fare cose che agli strumenti in versione originale non è, per questioni fisiche, possibile fare e perciò fortissimo è il rischio di andare fuori stile, cioè di fare cose che i compositori dell’epoca non potevano pensare di fare. Ma è proprio ciò che è successo con l’ensemble di Martini. Dopo un inizio grintoso ma equilibrato, si è cominciato a prendere tempi velocissimi, sonorità tutte “spalmate” sul forte (i contrasti forte-piano così tipici della musica barocca semplicemente non esistono nella interpretazione di Martini). Il suono tende a diventare stridulo nelle parti più acute e le famose progressioni vivaldiane sono eseguite con grande velocità, ma, in certi punti, con poca pulizia, vedi il terzo tempo Allegro del Concerto in si bemolle maggiore o i tempi iniziali del concerto “Il Piacere” e de “L’Inquietudine”, e il fraseggio è scandito da eccessive accentuazioni come nella Sonata ”La follia”. Intendiamoci, Martini è un gran violinista e i componenti dell’ensemble dei bravissimi strumentisti , ma cercare di suscitare la ”maraviglia” (uno degli scopi della musica barocca) con la sola velocità è un po’ impoverire la musica di Vivaldi che, allora sì, diventa piatta ancorché rutilante di note.
Ma, nonostante questi limiti, è evidente il gradimento suscitato da questa esecuzione presso il pubblico udinese, come testimoniano gli scroscianti applausi finali, che portano i Virtuosi a concedere due bis con due movimenti tratti dall’Estate e dall’Inverno delle Quattro Stagioni di Vivaldi.

Sergio Zolli © instArt

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