In un evento che mette insieme musica jazz, degustazione di vini e piatti della gastronomia del territorio si presenta venerdì 26 ottobre, alle 13, nel cortile dell’azienda agricola Borgo San Daniele, della famiglia Mauri, a Cormons, l’edizione 2019 della Guida Osterie d’Italia edita da Slow Food. E per la prima volta sarà presentata anche l’edizione in tedesco, uscita quest’anno e pubblicata con cadenza biennale a Monaco da Gräfe Und Unzer Verlag GmbH. La musica sarà quella del chitarrista argentino Eduardo Continzanetti, i piatti in degustazione saranno preparati dagli osti Slow Food del territorio. (Ingresso a concerto e degustazione 20 €.)

Osterie d’Italia 2019, la guida più venduta in Italia, alla soglia dei trent’anni che compirà l’anno prossimo, racconta un modo di trattare il cibo e il commensale poco frequente. Lo era ai tempi della prima edizione nel ’91, e lo è ancora oggi, perché cura, attenzione, calma e dedizione non sono caratteri permanenti. È per questa ragione che al di là delle classifiche, dei punteggi da attribuire a questo a o quel locale, ciò che interessa di più chi la compila è ritrovare atmosfere autentiche, passioni costanti, durature, genuine. Eppure in questi trent’anni le cose sono cambiate. È mutato il mondo del food, l’immaginario collettivo che lo avvolge, il modo di stare a tavola, e perfino il gusto di chi si accosta al cibo. Ed è inevitabile pure che il racconto di quanto succede nel mondo della ristorazione, di un certo tipo di ristorazione per lo meno, sia soggetto anch’esso alle mutazioni obbligate dal tempo. Come la maggiore attenzione ai luoghi e alle persone, per esempio, oltre a quella per i piatti che ne esprimono il lavoro.

Le novità

Ma la Guida Osterie d’Italia è anche il riflesso di una società che cambia, registra gli effetti inevitabili di un mercato sempre più fluttuante e volubile, fotografa l’equilibrio a volte precario in cui si destreggiano eroi solitari, giovani visionari, cuochi caparbi, luoghi inimitabili. Nella nostra piccola grande regione i numeri dell’edizione 2019 raccontano 79 locali recensiti, tra osterie, buffet, osmize e riferimenti per il rito udinese del tajut, ai quali vanno aggiunti 37 luoghi consigliati, pasticcerie e gelaterie, macellerie e vinerie, per esempio. 12 sono le chiocciole, 17 locali premiati con il simbolo della bottiglia assegnato a quegli osti che anche nella compilazione della carta dei vini mantengono la stessa aderenza ai principi Slow Food che hanno con gli ingredienti, e 9 con il simbolo del formaggio assegnato a chi propone una selezione di formaggi di particolare interesse.

Cresce il numero di chiocciole, una in più nella provincia di Udine assegnata al Castello di Fagagna dei fratelli Negrini. Trieste si conferma come la provincia più dinamica. Da tre anni continua a fornire novità, quest’anno sono ben 4: Al Sub in viale Miramare   Barcola, nella sezione osterie, Il Velocipede di via Inchiostri tra i buffet, e due osmize entrambe a Contovello, Verginella della famiglia Dean e Kamence altro nome con cui è conosciuta la famiglia Praselj. Gorizia rimane stabile così come la Carnia che pure vanta il maggior numero di osterie e tre chiocciole. Pordenone recupera, dopo qualche anno di assenza, Allo Storione, regno della famiglia Buzzi a Ghirano di Prata.

La presentazione e il territorio circostante

Vale la pena un breve cenno sul territorio del festival Jazz & Wine, la stessa cantina di Borgo San Daniele che ospita la presentazione, è una delle chiocciole della guida Slow Wine. Ma sfogliando la guida come un piccolo manuale di viaggio, si può scoprire che nel giro di pochi chilometri da Cormons ci sono ben cinque luoghi da visitare. Tre di questi sono chiocciole, Borgo Colmello, una perla a Farra d’Isonzo da sempre custode di una cultura contadina preziosa come poche, Rosenbar, interprete a Gorizia di una cucina mitteleuropea con una preferenza per l’aria del mare, e Devetak a San Michele al Carso, avamposto di cosa significa amore per il territorio e piacere dell’ospitalità.

Non sono da meno Blanch, a Mossa dal 1904, due guerre mondiali e il confine a pochi passi non ne hanno mutato lo spirito di ricchezza e tradizione, o la generosa piacevolezza che si vive assaggiando i piatti di Claudia nell’osteria Al Piave, a Mariano del Friuli, tappa d’obbligo per chi ama la selvaggina.

Gabriele Giuga

coordinatore regionale FVG Osterie d’Italia

Comunicato stampa

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