Appuntamento ormai consueto da più di trent’anni (è stato ideato da Rosella Pisciotta nel 1992), anche per il 2018 non poteva mancare “Satierose”, il festival dedicato alla figura eclettica ed estrosa di Erik Satie. Evento entrato ormai nella storia del Teatro Miela, è stato presentato questa mattina alla presenza della autorità e di buona parte degli artisti che verranno coinvolti negli annuali festeggiamenti (assenti giustificati i musicisti stranieri impegnati in quesit giorni in altri spettacoli).

Da Sabato 12 maggio a Giovedì 17 (compleanno di Satie) anche quest’anno si tornerà quindi ad immergersi nelle influenze del celebre compositore e pianista francese, con esibizioni tributate e/o ispirate alle sue opere. Si inizierà in realtà fuori dal palco, con l’inaugurazione (sabato 12) dell’esposizione ARMOIZEN, un nuovo esperimento che ha coinvolto giovani artisti emergenti, dandogli il compito di sviluppare l’arte di Satie attraverso la loro creatività. L’organizzazione è stata affidata ad un giovanissimo pittore, Delphi Morpurgo, che ha selezionato i dieci giovani artisti che si sono confrontati con questa bella sfida. Nella conferenza di presentazione un emozionatissimo Delphi ha spiegato come gli artisti si siano cimentati sulla figura dell’estroso Satie sviluppando un trittico ciascuno. Scelta in linea con lo spirito mistico/rosacrociano del compositore, con il tre come via perfetta per esporre e comporre l’idea.

A seguire nella serata di sabato 12 si potrà rimanere in compagnia di una vecchia conoscenza del Teatro Miela, Laura Bussani, notissima per il Pupkin Kabarett ma qui nella diversa veste di vocalist e tastierista nel quintetto “Etoile Filante”, gruppo in realtà decisamente longevo che dal 1999 suona pop tossico, ovvero melodie disturbate da interventi noise ed immerse in atmosfere psichedeliche. Con lei sul palco ci saranno Francesco Augusto alla voce, tastiere ed effetti, Enrico Corubolo al basso, campionatori e tastiere, Giorgio Zulliani alla chitarra e Gabriel Franco alla batteria.

Cambio completo di atmosfera nella serata di domenica 13 maggio: dal pop noise si passa alla classica con “Debussy 2018”, un programma per soprano, arpa, pianoforte e voce recitante che in occasione del centenario della morte del celebre compositore affiancherà a suoi brani vocali e strumentali compositori coevi, partecipi del fermento creativo del periodo, mettendo in relazione le loro scelte poetiche. Impossibile eludere Baudelaire e Verlaine (non solo l’opera in versi ma anche estratti da prose e lettere), mentre musicalmente di paserà da Debussy a Fauré, Duparc, Ravel, Satie.

Lunedì 14 maggio sarà la volta di “Suzanne et Erik – 157 jours”, spettacolo teatrale per voce pianoforte e… marionette che ci coinvolgerà e commuoverà con una storia d’amore che dura 157 e si consuma tra café chantant e le piccole stanze di Montmartre. La storia d’amore tra Satie e la modella e pittrice Suzanne Valadon.
Nuovo cambio di genere martedì 15 maggio, con una saporita miscela in chiave jazzistica di ritmi mediorientali, funk, blues, tango, bossa e chanson francaise. “Fil rouge quintet” è un progetto inedito, nato dall’incontro artistico di due donne che traducono in versi e musica il loro mood malinconico e allo stesso tempo grintoso. A Maria Teresa Leonetti (voce) e Manuela Iori (pianoforte) si sono poi aggiunti Michele Staino (contrabbasso), Nicola Cellai (tromba) e Ettore Bonafé (batteria e percussioni), per un quintetto dall’atmosfera elegante, armoniosa e sognante che certamente non mancherà di stupirci.

Doppio appuntamento mercoledì 16 maggio. Al mattino spazio alle scuole con “Children’s corner” e l’esecuzione di opere giovanili del compositore francese affidate a studenti dei corsi accademici e preaccademici del COnservatorio Tartini, oltre a giovani allievi dell’Istituto comprensivo di Valmaura. La sera, invece, ancora un omaggio a Debussy nel centenario della sua morte ma stavolta focalizzato su una cosa che ha sempre attratto l’immaginazione del compositore, che ha tentato di rapirne l’intangibile fascino attraverso le forme sonore: la luce. “Licht” -questo il titolo dello spettacolo- ci porterà quindi attraveso un affascinante viaggio che alternerà capolavori pianistici del compositore a opere contemporanee, lavori videomusicali.

L’onore della chiusura della manifestazione va quest’anno a Remo Anzovino, pianista e compositore fra gli esponenti più affermati e innovativi della musica strumentale contemporanea.Sarà l’occasione per presentare al pubblico triestino il nuovo album “Nocturne”, in uno spettacolo multisensoriale, il racconto di una notte che cambia la vita. Saranno presenti anche brani di repertorio ma sempre a rimandare per suoni ed emozioni al tema della notte. “Voglio che lo spettatore si senta al cinema -ha dichiarato Anzovino- ma che veda il fil dentro di sé. La prima ragione di questo viaggio musicale è portare gli altri al centro della musica, pretendendo da me stesso il massimo, per offrire loro qualcosa di cui hanno bisogno. Una musica quasi ‘medicale’, terapautica, non consolatoria, uno strumento per avvicinare all’ineffabile bellezza dell’imperfezione che è di fatto la vita”.

Insomma, come al solito anche quest’anno “Satierose” ha le carte in regola per stupire, affascinare, emozionare: gli ingredienti ci sono tutti e stuzzicanti più che mai, non resta che assaporare la ricetta finale.

©Luca Valenta / Instart

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