OGS in Antartide per studiare l’impatto dei cambiamenti climatici sul plancton
Marina Monti-Birkenmeier partecipa al progetto internazionale italo-tedesco PLEASE-POSER

I cambiamenti climatici interessano l’intero pianeta ma in alcune aree geografiche il fenomeno sembra essere più rapido che altrove.

Il settore più occidentale dell’Atlantico, nell’Oceano meridionale, è una delle aree del pianeta che risente maggiormente del riscaldamento globale in atto, rendendola una delle aree più interessanti per valutare la risposta dell’ecosistema ai cambiamenti climatici. Il riscaldamento ha portato ad una riduzione della durata dei ghiacci invernali, con profonde conseguenze per gli organismi. Si è registrata infatti una flessione nell’abbondanza del krill (Euphasia superba) causata da uno sviluppo minore delle larve e da un inferiore sopravvivenza nei mesi invernali. Parallelamente a questa generale diminuzione della quantità di krill si è registrato un aumento della popolazione di salpe (Salpa thompsoni). Quest’ultime preferiscono acque più calde e libere dai ghiacci e riescono a crescere meglio rispetto al krill anche in situazioni di ridotte concentrazioni di plancton. Il rapido cambiamento climatico presente nella Penisola Antartica Occidentale sta quindi alterando la struttura della comunità planctonica e di tutta la rete trofica.

Marina Monti-Birkenmeier, biologa marina del dipartimento OCE dell’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale – OGS, tornerà in Antartide, imbarcata per due mesi sulla nave da ricerca tedesca “Polarstern”. Dopo la partenza, prevista domani 15 marzo, la ricercatrice triestina farà scalo a Punta Arenas (Cile) dove si imbarcherà alla volta del Mare di Weddell. Alla campagna prenderà parte anche Tommaso Diociaiuti, assegnista dell’OGS.

Il progetto PLEASE (Plankton Enigma in the Antarctic Sea Environment, finanziato dal PNRA – Programma Nazionale di Ricerche in Antartide), di cui la dott.ssa Monti –Birkenmeier è responsabile, si inserisce nel progetto tedesco POSER (Population shift and ecosystem response, Krill vs Salps) coordinato dall’Istituto tedesco Alfred Wegener (AWI), integrandolo con lo studio sulla distribuzione e sul ruolo del microzooplancton nell’Antartide occidentale. Il microzooplancton è costituito da organismi planctonici eterotrofi di dimensioni comprese tra 20 e 200 µm, quindi non visibili ad occhio nudo. Da un punto di vista alimentare costituiscono un anello fondamentale della rete trofica marina, in quanto sono in grado di predare sulla frazione più piccola (microfitoplancton, nanoplancton e picoplancton) e, a sua volta, sono predati da organismi di dimensioni superiori. Gli organismi microzooplanctonici sono infatti importanti fonti di cibo per salpe e krill e un cambiamento nella loro composizione potrebbe innescare un effetto a cascata a breve e a lungo termine, nella struttura e nella funzionalità dell’ecosistema, influenzando sia la biodiversità che i cicli biogeochimici del sistema pelagico antartico.

Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS
Borgo Grotta Gigante 42/C – 34010 – Sgonico ( TS )

Comunicato Stampa

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