MITTELFEST 2018: Millennials
5 – 15 luglio, Cividale del Friuli
Direzione artistica di Haris Pašović
DOMANI, GIOVEDI’ 5 LUGLIO, L’INAUGURAZIONE
31 progetti artistici, 4 prime mondiali, 18 prime italiane, 20 Paesi europei: al via Mittelfest 2018, nella nuova direzione di Haris Pašović. Dedica ai Millennials.
Aprono il festival Marta Gornicka, regista millennial polacca in ascesa e kornél mundruczó (premiato a cannes)
ci interrogano sul significato dell’amore verso chi è fuori dai nostri confini.
in chiusura ogni giorno musica millennial: apre l’hip hop friulano di Doro Gjat
Ci siamo. Domani apre ufficialmente la XXVII edizione di Mittelfest, la prima con la direzione di Haris Pašović, pluripremiato regista di Sarajevo, che inaugura il suo mandato con un programma innovativo intitolato ai Millennials, i giovani del nuovo millennio, e propone una rassegna coraggiosa e internazionale, che si pone come punto focale artistico della Mitteleuropa e dei Balcani.
La cerimonia di inaugurazione si terrà alle 18 in Piazza Duomo, con i rappresentati delle istituzioni. Ricordiamo che il festival sarà in scena fino al 15 luglio con 31 progetti artistici, 18 musicali, 7 teatrali, 3 di danza, 2 eventi e 1 progetto di danza per bambini: per 4 prime mondiali, 18 prime italiane, 30 prime regionali. Saranno a Cividale oltre 500 tra artisti e crew, da oltre 20 Paesi.
Si inizia subito alla grande con due degli spettacoli più attesi: Hymn to Love (0re 20.30 al teatro Ristori) e Winterreise (ore 22.00, Chiesa di San Francesco). La giornata, come poi ogni sera, si conclude all’insegna della musica millennial: con Doro Gjat e i Canicats (ore 23.00 Piazza Duomo).
HYMN TO LOVE /INNO ALL’AMORE
Nel primo spettacolo, la regista millennial (35 anni) Marta Gornicka ha inventato uno stile nuovo, di grande impatto emotivo, che fa riflettere sul ruolo e sulla responsabilità di una comunità quando antepone l’amore per il proprio popolo, anziché, evangelicamente, per il ‘prossimo’ in. Una riflessione sulla Storia dei nazionalismi e una proposta d’ amore diverso per le masse umane che attraversano il mondo di oggi. “In Hymn to Love (Inno all’amore) ho composto un mostruoso ‘Canzoniere nazionale’ delle varie versioni dell’inno nazionale, di marce, canzoni patriottiche, inni religiosi e canzoni popolari. Lavorando a questo progetto ero perseguitata dall’immagine dell’orchestra del campo di concentramento che suonava marce, musica classica tedesca e arie di operette di prima della guerra” spiega la regista.
“Credo che il chorus, ritratto della comunità, possa rivelare il funzionamento dell’inconscio collettivo. Le sue canzoni mostrano l’aspetto spaventoso di una comunità tenuta insieme dall’amore per il paese. Un amore simile è il perverso stravolgimento del comandamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’!”, aggiunge.
WINTERREISE /VIAGGIO D’INVERNO
Il secondo spettacolo, crossover, tra musica, immagini e parole, è diretto dal regista ungherese Kornél Mundruczó (premiato a Cannes): un incredibile incontro tra il capolavoro di Schubert eseguito dall’ungherese Danubia Orchestra Obuda rimesso in scena in un contesto originale dal Proton Theatre di Budapest, in cui la musica e il canto creano un cortocircuito con le immagini che scorrono e raccontano la condizione e la piaga umanitaria dell’immigrazione in Europa.
“Per me Winterreise è l’apoteosi dell’essere sulla strada, sempre in movimento, in attesa di non si sa bene cosa, come in Purgatorio. Per me il Purgatorio dei migranti è come un campo profughi: chiunque può finirci ma nessuno conosce i criteri di giudizio. Le ragioni traumatiche di Schubert mi hanno offerto la speciale opportunità di riflettere sull’eterna alienazione dell’uomo, e di interrogarmi se l’arte può costituire un rifugio quando i principi fondamentali della nostra vita vengono messi in discussione. La video installazione mostra persone reali che vivono in un campo profughi ungherese”, testimonia il regista.
ORIZZONTI VERTICALI LIVE
Lo spettacolo di chiusura della prima giornata, che inaugura le serate di musica millennial – ma sempre di arte riconosciuta – del festival, prende titolo dal nuovo album di Doro Gjat, Orizzonti Verticali, che richiama sia le montagne del Friuli Venezia Giulia che una prospettiva fuori dall’ordinario. Il rappresentante dell’hip hop friulano, nato a Tolmezzo e che ha scelto di restare nella propria terra, così descrive il tema della nuova opera: “Più che tra città e montagna io sposterei il fulcro della questione sul divario tra i grandi centri urbani e ‘la provincia esterna dell’impero’ dalla quale provengo. Fare le cose bene, scrivere bei dischi e promuoverli come si deve è molto più difficile restando a casa propria, rinunciando alle reti di contatti che offrono le grandi città. Io ci sto provando con tutte le mie forze, ispirandomi a modelli di business più difficili da attuare ma che mi permettono di approcciare l’arte in modo libero… e di creare un prodotto che porta una ventata di freschezza in un mercato che tende un po’ troppo spesso a riciclare sé stesso per paura di sbagliare.”
Info e biglietti: www.mittelfest.org
comunicato stampa