Charles Mingus, leggendario protagonista del ‘pianeta’ jazz – contrabbassista dallo stile ineguagliabile, ma anche brillante compositore e musicista versatile al pianoforte – si spegneva quarant’anni fa a Cuernavaca in Messico,  destino analogo a quello di un altro grande contrabbassista dei nostri giorni, Stefano Scodanibbio. Con “Mingus low res”, mercoledì 17 aprile nella Sala Tartini del Conservatorio di Trieste (ore 20.30) ecco il tributo appassionato di due grandi jazzisti del nostro tempo, il contrabbassista Giovanni Maier e il pianista Matteo Alfonso al pianoforte, entrambi docenti nell’ambito del Dipartimento di Musica Jazz del Tartini.  L’appuntamento è un ideale proseguimento del percorso artistico intrapreso dal Duo con la pubblicazione nel 2014 del cd Naked Songs per Palomar Records e rientra nella Stagione Primavera_Estate dei “Concerti del Conservatorio”, aperti liberamente al pubblico su prenotazione, info +39 040 6724911 www.conts.it.

Mingus low_res, dunque, ovvero la musica di Charles Mingus a bassa risoluzione: quanto rimane dei grandi capolavori firmati dal mitico contrabbassista afroamericano dopo la “scrematura armonica” alla quale sono stati sottoposti dagli arrangiamenti di Matteo Alfonso e Giovanni Maier. La strategia con la quale e stato deciso di personalizzare il repertorio mingusiano è la stessa che Mingus ha adottato nella versione originale del brano “Pithecantropus Erectus”: dopo un tema che si snoda attraverso sezioni armonicamente difformi, l’improvvisazione viene sviluppata su una struttura armonica molto semplice e scarna, di poche battute; questo approccio permette maggiore liberta d’azione e possibilità di “fuga” da un contesto musicale tradizionale, per inserire invece nel flusso musicale tutte le tecniche interpretative originali che i due musicisti hanno sviluppato. Giovanni Maier nel 1988 si diplomava in Contrabbasso presso il Conservatorio Tartini, dal 1989 ad oggi ha partcipato come solista o in gruppo a moltissimi jazz festivals in tutto il mondo, suonando con musicisti di fama internazionale, da Enrico Rava a Gianluigi Trovesi, passando attraverso Taylor, Braxton, Tippett, Bennink, D’Andrea e molti altri. E stato votato dai critici della rivista “Musica Jazz” come uno dei dieci migliori nuovi talenti dell’anno 1996. Nel 2007 è stato premiato con il secondo posto nella categoria comprendente i contrabbassisti. Ha inciso per diverse importanti etichette discografiche, dalla ECM (Germania) alla ENJA (Germania), dalla Fonit Cetra (Italia) e Soul Note (Italia) alla Label Bleu (Francia), BMG Ricordi (Italia), Long Song Records (Italia). Matteo Alfonso, pianista le cui doti si distinguono per qualita del suono e ricercatezza interpretativa, è nato a Venezia nel 1976 e si è avvicinato subito alla musica jazz per poi completare la sua formazione presso il Conservatorio di Castelfranco Veneto, dove consegue i diplomi di Pianoforte e Composizione, e in quello di Venezia dove ottiene il Master in Musica Jazz. Con un ingaggio di un mese presso la Rainbow Room, storico locale all’ultimo piano del Rockefeller di New York, inaugura la sua attività professionale poco piu che ventenne, ed inizia la collaborazione con grandi musicisti come Bobby Watson, Ray Mantilla, Toquinho, Francisco Mela, Jack Walrath, Fabrizio Bosso, Pietro Tonolo, Roberto Gatto e molti altri. Ha suonato in numerosi festival in Italia ma anche in Europa, Russia, Canada e America Latina. Count your blessings, il suo primo lavoro discografico, lo vede alla guida di un formidabile quartetto impreziosito dalla presenza di Eliot Zigmund, leggendario batterista gia al fianco di Bill Evans e Michel Petrucciani. Dal 2009 e docente di Pianoforte Jazz presso il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste.

Comunicato Stampa

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