I personaggi non sono quelli della storica piece di Patroni Griffi: qui non abbiamo Nina, Giovanna, Michele, Max e Ric e, forse, neppure una tavola (o forse sì, perché come tutte le splendide idee c’è sempre un buon desco dove ci si riunisce a parlarne). In questa bella storia abbiamo il fior fiore di professionisti del mondo del jazz e le più prestigiose cantine, conosciute a livello mondiale, del nostro Friuli Venezia Giulia. La loro splendida idea ha visto finalmente la luce, dopo quasi venti mesi di organizzazione, ed è stata presentata ufficialmente venerdì 25 maggio nella Sala Vivaldi del Conservatorio Jacopo Tomadini di Udine. Anima del progetto, unico nel suo genere, sono l’immancabile Stefano Amerio ed il suo prezioso staff (chi non conosce l’insostituibile padronanza nel mondo della registrazione jazz), la splendida Elda Felluga (un nome, una passione, una sicurezza, eletta Donna del Vino nel 2017 da “I migliori 100 Vini e Vignaioli d’Italia” del Corriere della Sera), ed il produttore romano Ermanno Basso della prestigiosa etichetta Cam Jazz. Con loro, in questa splendida avventura denominata “A Night at the Winery 2017” anche l’amico musicista U.T. Gandhi e la brava fotografa Elisa Caldana. Dopo il giusto saluto iniziale del direttore del Conservatorio di Udine Virginio Zoccatelli (e capirete anche il perché della scelta di svolgere il tutto in questa sede) è stato l’amico Fabio Turchini a svelarci come sempre magistralmente la loro magica peripezia.

Perché non abbinare la passione per il buon jazz e lo splendido vino con delle registrazioni dal vivo realizzate proprio nelle stesse cantine? Certo facile a dirsi, forse meno a realizzarsi (e qui è servita tutta la maestria del nostro Amerio), ma alla fine sono stati presentati al pubblico ben sei spettacolari cd di altrettante prese live con il partecipato coinvolgimento delle famose Cantina Bastianich, dell’Azienda Due Terre, della Cantina Livio Felluga, della Cantina Jermann e Venica & Venica. Sei produzioni discografiche che hanno visto coinvolti il maestro Enrico Pieranunzi (Wine & Waltzes il titolo del cd), il più giovane talentuoso Claudio Filippini in trio con Andrea Lombardini e U.T. Gandhi (Two Grounds), il violinista Régis Huby, il bassista Bruno Chevillon e il percussionista Michele Rabbia (Reminiscence), il sassofonista Francesco Bearzatti ed il chitarrista Federico Casagrande (Lost Songs, nella splendida cornice dell’Abbazia Di Rosazzo tanto cara al compianto patron Livio Felluga), il pianista Michele Campanella ed il sassofonista Javier Girotto (Vers la Grande Porte de Kiev), il clarinettista Gabriele Mirabassi e il chitarrista Roberto Taufic (Nìtido e Obscuro).

“A differenza della musica commerciale e del vino industriale”, scrive il noto giornalista scozzese Brian Morton nelle note che accompagnano queste registrazioni, “ogni buona esibizione jazz è diversa dall’altra. Una volta saltato il tappo, non si sa mai esattamente cosa succederà. Mettetevi comodi e assaporate lentamente questi sei dischi straordinari. Il jazz e il vino hanno bisogno di tempo”.

Noi avremo proprio bisogno di un po’ di tempo per immergerci totalmente e con innata curiosità in queste registrazioni, – e presto le recensiremo per voi – ma vi annuncio che gli stessi amici ripeteranno a breve questa esperienza con nuove cantine e soprattutto con il coinvolgimento di altri prestigiosi artisti colti nella classe di jazz del Conservatorio Tomadini diretta da un altro illustre musicista che risponde al nome di Glauco Venier.

Il prossimo anno ne scopriremo il risultato. Nel frattempo, come avrete intuito, dalle nostre parti non mancherà jazz e vino!

Luca d’Agostino © instArt

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