Un racconto per immagini e parole sulla caduta del Muro di Berlino

A Majano “Il Muro infinito”, la mostra del CRAF curata da Eraldo Affinati
Lo scrittore ha scelto oltre 60 foto conservate nel Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia di Spilimbergo scattate prima, durante e dopo il crollo della barriera-simbolo di un’epoca. Accompagnate da testi, didascalie d’autore e video, le immagini ci raccontano di un muro che ormai non esiste più e di altri che, invece, continuano a dividere il mondo.

La mostra “Il Muro Infinito – Berlino 1989 – 2019”, continua il suo viaggio dentro e fuori Regione per raccontare, attraverso immagini e parole, il crollo di una barriera simbolo della storia del Novecento.
Dopo Pordenone e Trento, infatti, la mostra nata dalla collaborazione fra il Comune di Pordenone, il CRAF di Spilimbergo e la Fondazione Museo Storico del Trentino arriva a Majano (UD) dove, da sabato 3 ottobre (inaugurazione ore 10.30) sarà accolta nella pinacoteca comunale fino all’8 novembre 2020.
Una mostra che non è soltanto fotografica ma è, meglio, un racconto per immagini e parole del quale lo scrittore Eraldo Affinati è insieme curatore e protagonista con i suoi testi. Spesso ospite di queste nostre terre – amico fraterno di Pier Luigi Cappello – e da sempre interessato alla storia del Novecento, Affinati è autore di Berlin (Rizzoli, 2009), ritratto impossibile e reale di una città camaleontica dove a parlare sono le statue, il Muro, i grattacieli, le stazioni, le vie, le piazze, i morti, i vivi che l’anno attraversata.
Lo scrittore ha scelto dall’archivio del CRAF le immagini per lui più significative della capitale tedesca prima divisa e poi riunita, senza dimenticare gli “altri muri” che ancora oggi feriscono il mondo, intersecando il percorso di immagini con la poesia dei suoi testi.
“Mi sono immerso negli archivi del CRAF alla maniera di un palombaro del Novecento lasciandomi guidare dall’istinto lirico, confermato dai testi dei pannelli e dalle didascalie che ho scritto come luci di candela accese sotto le fotografie. – spiega Eraldo Affinati -. Berlino per me è collegata al Friuli, in quanto mia madre fuggì dal treno della deportazione il 2 agosto 1944 alla stazione di Udine. Se lei non ce l’avesse fatta, né io né mio fratello saremmo nati. È questa anche la ragione per cui le vicende tedesche relative alla Seconda Guerra Mondiale sono presenti in molti miei libri, specialmente Berlin che sarà presto riedito.”


Sessanta le immagini esposte su di un muro simbolico: la prima parte è dedicata alla Berlino prima della caduta del Muro e a ritrarla è Toni Nicolini, fra le più prestigiose firme italiane del reportage sociale e del racconto per immagini.  Fotografo del Touring club, autore di storici servizi fotografici nelle zone più ferite e depresse del Sud Italia, Nicolini ci restituisce la Berlino degli anni Settanta e Ottanta con l’incisività classica del bianco e nero tipico di un’epoca di grandi contrasti.
Del Muro immediatamente dopo il crollo ci raccontano invece Marion Messina – fotografa e insegnante, autrice con i suoi studenti di un reportage vivido di quel fatidico 9 novembre 1989 – e Carlo Leidi, fotografo e scrittore esponente dei movimenti politici e culturali degli anni Sessanta e Settanta. Sue fotografie sono state pubblicate su L’Europeo, La Domenica del Corriere e su diversi periodici e quotidiani stranieri. La spontaneità dei suoi scatti rubati rende vividissimo il contesto di grande eccitazione di quei giorni incredibili.
La Berlino post Muro è invece protagonista nelle foto di Eugenio Novajra e Tommaso Bonaventura. Insignito dal CRAF nel 2018 con il Premio Friuli Venezia Giulia Fotografia per un autore regionale, Novajra ci restituisce la sua visione di una realtà urbana europea fra le più mutevoli e dinamiche, ma anche una galleria di ritratti che raccontano i diversi aspetti della vita quotidiana nella città.
Espressione della sua raffinata ricerca del colore e del suo personalissimo stile di racconto, le fotografie di Tommaso Bonaventura sono invece tratte dal reportage che l’autore, vincitore di premi nazionali ed internazionali come il World Press Photo e il Sony World Photography Award, ha dedicato al celebre quartiere multietnico Kreuzberg.
È infine un video a raccontare, nell’ultima sezione della mostra, i muri che ancora dividono il mondo: dagli steccati di Ciudad Juàrez, in Messico, al confine blindato di Israele e Palestina, dalle recinzioni metalliche che corrono per centinaia di chilometri fra India e Bangladesh alle frontiere delle enclavi spagnole a Ceuta e Melilla.

“IL MURO INFINITO” Berlino, 1989- 2019
Majano (UD), Pinacoteca Comunale, spazio d’arte Ciro di Pers
Dal 3 ottobre all’8 novembre 2020
orari di apertura:
martedì 16-19 / giovedì 9-12/16-19 /sabato 16-19 / domenica 15-19
Ingresso libero

Informazioni per la visita di scuole, gruppi ecc.
Ufficio Informagiovani
tel. 0432 948455 int.234
e-mail: 
informajano@comune.majano.ud.it

da Comunicato Stampa

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