Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency 2020

Nella prestigiosa cornice della Sala del Cenacolo alla Camera dei Deputati a Roma, martedì 4 febbraio si è inaugurata la mostra fotografica “La voce di Impastato – Volti e Parole contro la Mafia”. Gli scatti sono stati realizzati dal fotografo Elia Falaschi, immagini tratte dall’omonimo saggio del giornalista d’inchiesta Ivan Vadori.

A fare gli onori di casa è stato il vicepresidente della Camera On. Ettore Rosato: “Quando si tratta di portare avanti queste cause la Camera vi aprirà sempre le porte. Peppino Impastato -continua Rosato- è stato un esempio per la lotta alla mafia, questa mostra rappresenta tutto il suo impegno attraverso questi volti e le loro testimonianze. E’ necessario sempre denunciare e mai abbassare la guardia contro questo male della nostra società.”

Ad alternare gli interventi ed allietare l’evento inaugurale l’accompagnamento musicale del “Coro le Colone” di Castions di Strada, con brani tratti dal famoso film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana.

Hanno reso omaggio alla mostra le autorità del Friuli Venezia Giulia: il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini che così ha commentato: “Falaschi e Vadori sono due validi alfieri della nostra Regione, era giusto sostenere il loro prezioso progetto”, il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin “Siamo felici di aver portato questo progetto a Roma, la Regione si è resa disponibile per la sua realizzazione”, e i saluti dell’On. Ivano Strizzolo.

La giornalista Marta Daneluzzi, in veste di presentatrice ha poi lasciato la parola al portavoce nazionale di Amnesty International Riccardo Noury: “Peppino non è un eroe, ma un esempio da imitare. Per tutta la sua vita è stato un difensore dei diritti umani a trecentosessanta gradi”.

E’ stata quindi la volta dei due autori. Il giornalista Vadori: “Peppino già in giovane età ha deciso da che parte stare e ha combattuto la mafia con ogni mezzo. Ancora oggi penso che abbiamo tanto da imparare da lui. Dedico questa speciale tappa a Mimmo Lucano che ci ha insegnato a vedere il mondo a colori in luoghi martoriati dalla criminalità e ad Angela Felice, cara amica, che ha dedicato la vita alla figura di Pasolini tanto amata da Peppino. L’arte ha il dovere di muovere le coscienze del popolo”. A seguire il fotografo Falaschi: “Sono passati cinque anni dall’inizio del progetto, che tra le interviste, il reportage fotografico, la realizzazione del libro, le presentazioni e le mostre fotografiche in tutta Italia mi ha portato al dialogo e al confronto con le tante personalità coinvolte, la gente e gli studenti delle scuole, arricchendomi e lasciandomi impressi ricordi ed esperienze indimenticabili. Ritrovarmi oggi a presentare la mostra nei locali della Camera dei Deputati è, oltre che un’emozione, un privilegio che cinque anni fa avrei detto inimmaginabile. Pensare che un contesto come questo ospiti una mostra che promuove la legalità è particolarmente significativo, assume un valore ancora più importante, in quanto dimostra la volontà nelle nostre massime Istituzioni di divulgare una ‘cultura’ dell’onestà e della legittimità contro ogni forma di collusione”. Ha concluso raccontando le fotografie e l’allestimento della mostra.
In chiusura la dott.ssa Franca Imbergamo (PM del processo Impastato e ora magistrato alla Direzione Nazionale Antimafia): “Nel seguire il processo Impastato ci siamo mossi sempre nei limiti e con i mezzi concessi dalla legalità. E’ giusto che oggi le Istituzioni ospitino la figura di questo ragazzo. Elia e Ivan hanno iniziato i servizi fotografici del progetto con me, penso di avergli portato fortuna”.

Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency 2020

Ai saluti finali ci ha pensato la nipote di Peppino Impastato, Luisa, ora presidente di Casa Memoria: “E’ bello sapere che a distanza di tanti anni il lavoro di mio zio e mia nonna dia ancora tanti frutti e susciti ammirazioni da ogni parte d’Italia. Sono felice di essere qui oggi con voi. Noi dobbiamo fare memoria, abbiamo l’impegno e la responsabilità di portare avanti il loro testimone”.

Tra il pubblico presenti autorità, giornalisti, amici e parenti degli autori, la giornalista Daneluzzi ha ringraziato per il loro impegno il fotografo palermitano Tony Gentile, autore del famoso scatto di Falcone e Borsellino e la reporter friulana Floriana Bulfon, penna importante dell’Espresso, autrice della più grande inchiesta sui Casamonica. Con le note del brano di Fabrizio De Andrè “Don Raffaè” si è chiusa la presentazione e gli ospiti hanno potuto ammirare la mostra avvolti dalla voce di Peppino Impastato attraverso gli altoparlanti che riprodurranno quattro puntate del 1978 della trasmissione Onda Pazza (Radio Aut) per tutta la durata dell’esposizione.

Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency 2020

La mostra resterà aperta al pubblico fino a venerdì 14 febbraio, orario 10-18, tranne sabato 8 e domenica 9 febbraio.

Comunicato Stampa

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