Dopo la calorosa accoglienza del pubblico e della stampa alla scorsa edizione del Bif&st – Bari International Film Festival, Rosa, opera prima della regista Katja Colja arriva a Cinemazero mercoledì 25 settembre alle 21.00.

A presentarlo al pubblico per questo evento speciale, in collaborazione con Carta di Pordenone, la stessa regista e l’attrice pordenonese Simonetta Solder. Insieme introdurranno il film, la storia di una donna che, come spesso le donne sanno fare, dopo un enorme dolore riesce a trovare una nuova e miracolosa forza per prendersi cura di se stessa e di chi ama.

Rosa, intrepretata da una magistrale e commovente Lunetta Savino, ha sessant’anni ed è sposata con Igor da quaranta. Lei è mingherlina, italiana, lui è imponente, sloveno: un matrimonio che è sopravvissuto a molte tempeste ma che, ormai, sembra essersi congelato. Il dolore incolmabile per la scomparsa della figlia più giovane, Maja, ha portato Rosa e Igor a erigere confini invalicabili, oltre i quali ciascuno di loro vive la propria sofferenza in solitudine. A casa gli spazi sono rigorosamente limitati, l’unica eccezione è quando arrivano gli ospiti, in modo da dare un’illusione di serenità. Ma ogni volta che rimangono soli, ognuno si rifugia nel proprio angolo, al riparo dagli sguardi, dai pensieri e dalle emozioni dell’altro. Igor trascorre il suo tempo sulla barca a vela di Maja, come per mantenere vivo qualcosa che non esiste più, ma è difficile lasciarsi andare. Rosa invece si è avvolta nel muto dolore tra le mura della loro casa e nella tomba di Maja nel cimitero, dove sta costruendo una cappella per le sue ceneri. Ma la vita sorprende e lo fa in modi più inaspettati e l’amore vince oltre e al di là di tutto.

“La morte di un figlio” – spiega la regista triestina – “lacera profondamente ciò che siamo o ciò che crediamo di essere. Il dolore si appropria di tutto e distrugge tutto ciò che è in noi ma anche ciò che è intorno a noi. Si cade in un baratro dal quale è difficile ma possibile uscire. E così accade alla mia Rosa. C’è sempre un confine sottile tra la morte e la vita, tra il corpo e la mente, tra l’essere e il non essere, tra amarsi e amare. Il mio desiderio è sempre stato quello di andare oltre questo confine, di superarlo e viverlo nelle sue immense e innumerevoli sfaccettature. Questo è stato il confine che ho esplorato e cercato di raccontare nel mio film attraverso le parole non dette, le attese, la distanza tra i corpi di lei e di lui che, nonostante le piccole e grandi differenze, si sono sempre amati»

Comunicato Stampa

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