LA POESIA IN FRIULANO
20 novembre – ore 20.45
Udine – Casa Cavazzini
Rassegna “I luoghi di Pasolini. Memorie, visioni, passioni”
a Roma e a Udine – dal 21 ottobre al 20 novembre

Pasolini a Casa Cavazzini, nel cuore di Udine. I testi del poeta prenderanno vita nel concerto “La poesia in friulano”, domenica 20 novembre alle ore 20.45 nell’ambito di un progetto tra Roma e Udine, una collaborazione culturale suggellata per rivelare in modo originale i “Luoghi di Pasolini. Memorie, visioni, passioni”, titolo della rassegna che vede unite le due città, attraverso la sinergia di due associazioni, TKE APS e Nuova Consonanza
Testi di Pierpaolo Pasolini in un’inedita interpretazione di Federica Cassati (contralto) Verena Rojc (violino), Adele D’Aronzo (pianoforte) con musiche in prima assoluta di 8 compositori: Anna Bofill Levi, Davide Pitis, Giorgio Colombo Taccani, Matteo D’Amico, Stefano Procaccioli, Carlo Galante, Fabrizio de Rossi Re, Paolo Longo.
LA POESIA IN FRIULANO di Pasolini non è solo tappa, ma esperienza che permane sottotraccia in tutta la sua esistenza personale e artistica. Nel complesso percorso pasoliniano, i luoghi in cui è vissuto generano poetica e pensiero. Bologna, Conegliano, Belluno, il Friuli tutto, Roma sono ambienti da lui assorbiti nella forma di lingue, di culture popolari, di esperienze di vita. La poesia in friulano scandisce sin dai primi anni Quaranta le sue opere, con la raccolta “Poesie a Casarsa” (prima edizione del 1942), e le successive, “La meglio gioventú” (1954) e “La nuova gioventú” (1975).
Per la ricorrenza del centenario della nascita di Pasolini, Nuova Consonanza e l’Associazione culturale TKE hanno coinvolto 8 COMPOSITORI con lo scopo di confrontarsi con alcuni di questi testi. Prende così forma una rilettura a più voci, filtrata con gli occhi e con la sensibilità del presente, che rievoca luoghi, temi ed emozioni e che allo stesso tempo pone ulteriori questioni, riguardanti ad esempio l’interiorità, la musica, la lingua, la narrazione.
L’attenzione di Anna Bofill Levi si concentra sul rapporto tra la musica, la parola e la musicalità del friulano, mentre al centro del lavoro di Giorgio Colombo Taccani si colloca la riflessione sul rapporto tra narratività poetica e struttura compositiva. Le parole di Pasolini sono state fonte di ispirazione per Paolo Longo, Fabrizio de Rossi Re e Matteo D’Amico: se il primo ha scritto un testo proprio per delineare musicalmente il proprio rapporto con il mondo di Pasolini, De Rossi Re ha composto un epitaffio a partire da una suggestione suscitata dalla poesia “Il giorno della mia morte”, mentre D’Amico si è soffermato sull’immagine della rosa e soprattutto sulla figura della madre a partire dalla poesia “Suspir de me mari ta na rosa”. Davide Pitis focalizza la sua attenzione sulle contrastanti associazioni sinestetiche con le quali Pasolini trasmette la tensione che lo pervade nel suo relazionarsi con la vita, mentre Carlo Galante coglie le suggestioni sonore che accompagnano le malinconiche riflessioni crepuscolari del poeta sul rapporto di lontananza con il proprio amato paese ideale. Il problematico rapporto tra il Friuli e la dimensione affettiva, che viene condensata nella lingua, si ritrova nel lavoro di Stefano Procaccioli, alla base del quale vi è anche la riflessione sull’importanza della lingua acquisita con il fine dell’espressione personale e poetica.
Il rapporto di Pasolini con la musica è noto, anche se, forse, indagato piuttosto di recente. Bach era il suo autore preferito (su di lui egli scrisse anche un piccolo saggio incompiuto e rimasto inedito: Studi sullo Stile di Bach, 1944-45). Di musica scrisse Pasolini, come aspetto essenziale della vita e di una narrazione espressiva, anche a margine della sua attività di cineasta (attività caratterizzata dall’aver sempre voluto curare personalmente la scelta di tutte le colonne sonore). Il suo interesse per la musica si concretizza durante il periodo di formazione friulano. Il violino era il suo strumento. Ecco allora che proprio il violino è accostato alla voce di contralto e al pianoforte per offrire in questo concerto otto nuove composizioni incentrate sul “Pasolini friulano”.
Federica Cassati, Adele D’Aronzo e Verena Rojc, tre giovani interpreti che da anni si dedicano intensamente alla produzione di nuove musiche, hanno colto quest’occasione per unirsi e interpretare i diversi modi con cui otto compositori di oggi hanno riletto musicalmente l’opera pasoliniana, in particolare il complesso e sofferto rapporto che lo legava al Friuli.
Federica Cassati (contralto), originaria di Siena, ha collaborato con diversi cori nazionali. Viene spesso invitata a eseguire musica barocca e contemporanea. Nel 2021 ha debuttato il ruolo di Mamma Lucia nella Cavalleria rusticana di Mascagni per il Festival di Santa Fiora (GR) e nel 2022 il ruolo di Carmen-Opera nello spettacolo di e con Silvia Franco al Teatro dei Rozzi (SI) e il ruolo di Apollo nel Nascimento dell’Aurora di T. Albinoni con I Solisti Veneti.
Verena Rojc (violino). Formatasi musicalmente a Trieste, ha collaborato con varie orchestre, e fondazioni lirico sinfoniche, tra cui Teatro G. Verdi di Trieste, Arena di Verona, Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, Teatro lirico di Cagliari, I Solisti veneti, Orchestra sinfonica nazionale della RAI. Nel 2015 ha vinto il concorso per il ruolo di violino di fila alla Slovenska Filharmonija di Lubiana. Si è avvicinata al mondo della musica contemporanea collaborando più volte con le stagioni di “Risuonanze – incontri di nuove musiche”.
Adele D’Aronzo (pianoforte), pluripremiata in numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Impegnata in attività concertistiche da solista e come camerista, si è esibita in molte sedi concertistiche internazionali. Si occupa da tempo di musica contemporanea eseguendo prime assolute di vari compositori. Tra le recenti pubblicazioni, il CD “Dediche”, prodotto da Ema Vinci, contenente composizioni pianistiche di autori contemporanei italiani.
Info: www.nuovaconsonanza.it o scrivendo a info@nuovaconsonanza.it

comunicato stampa

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