Jake Bugg venerdì scorso (27 luglio) ha aperto nei migliori dei modi la 23° edizione della rassegna No Borders Music Festival in Piazza Unità a Tarvisio. Il ventiquattrenne cantautore inglese si è presentato “armato” solo di chitarra e di voce, fatto inconsueto nell’attuale scenario “telecomandato” dal virtuale mondo dei Talent Show. Jake Bugg ha all’attivo già ben 4 album, tutti costruiti con melodie e voce che rivelano uno straordinario talento che si è imposto ormai a livello mondiale. Jake Bugg del 2012 e Shangri La del 2013 sono lampi di luce intensa nel panorama musicale folk-rock’n’roll attualmente piuttosto povero rispetto al passato. Dopo On my one del 2016 è stato pubblicato da poco Heart that strain che ha aggiunto sonorità un po’ più “pop” rispetto ai precedenti album. 

E’ musica senza tempo, che viene veicolata a livello emozionale da una voce particolarissima, un po’ nasale, che ricorda – possiamo permetterci di affermarlo – quella del grande Bob Dylan, maestro di tutti i cantautori del pianeta. 

Foto di Jake Bugg del concerto di Tarvisio tratta dal profilo Facebook “No Borders Music Festival”

Jake attacca a suonare e la piazza (a dire la verità non gremita come meriterebbe il personaggio) risponde con grande attenzione e partecipazione. Inizia con uno dei suoi pezzi più belli di sempre Strange creatures, dimostrando da subito una padronanza totale della chitarra. I suoi brani si susseguono con intensità: Two fingers, Taste it, Seen it all tratte dal suo album d’esordio non sembrano brani di un giovane artista, ma appaiono hits già affermate e riconoscibili al primo ascolto. Alla fine di ogni brano scambia battute col pubblico; appare completamente a suo agio sul palco, e dà il massimo di sé stesso anche se canta sempre con gli occhi chiusi, svelando forse un po’ di timidezza di fondo. Magnifiche le delicate Simple as this e Broken, quest’ultima costellata da un episodio piuttosto spiacevole che ho riportato sotto forma di riflessione sul mio profilo Facebook. Nel silenzio più totale della piazza alcuni gruppetti di persone poco interessate e poco rispettose hanno disturbato l’esibizione di questo brano. Ho scritto:Ho dovuto infilarmi sotto il palco per ascoltare in pace il concerto perchè un gruppetto di smartphone-moda-dipendenti stava disturbando l’esibizione. Siamo messi male, molto male! L’incapacità di riconoscere la bellezza sta avanzando ad alta velocità”.

La tensione emotiva dello show non è calata mai. There’s a beast and we all feed e Slumville sunrise tratte da Shagri La sembrano classici di Elvis Presley o di Johnny Cash, musica senza tempo, si diceva prima, mentre What doesn’t kill you ci fa venire in mente lo stile dei RamonesC’è anche spazio ad una bellissima rivistazione di The needle and the damage done di Neil Young (che sicuramente farà piacere al genio canadese). Someone told me regala emozioni autentiche da nodo alla gola. Pine trees scorre con grande naturalezza, siamo a Tarvisio (!) e poi lo show si avvia alla conclusione con l’esecuzione di una bellissima Lightning bolt, la sua hit probabilmente più energica e di immediata presa.

Foto di Jake Bugg del concerto di Tarvisio tratta dal profilo Facebook “No Borders Music Festival”

Jake Bugg saluta il pubblico e si ripresenta per un bis, solo una canzone, ma tutti hanno l’impressione di aver assistito ad un concerto importante, e di aver potuto constatare che il talento vero (non quello dei Talent, di diversa natura e spessore) è in grado di creare la magia che a tutti noi dovrebbe servire molto di più di qualsiasi terapia o farmaco. Ho incontrato con piacere i colleghi musicisti Alvise Nodale, Ararad Khatchikian e Louis Armato, presenti al concerto; abbiamo parlato con passione di Jake Bugg, di musica, di grandi artisti del presente e del passato. Salendo in macchina per il rientro a casa ho pensato di ringraziare il No Borders Festival per aver invitato un artista così importante e di aver consentito a tutti di poterlo ammirare senza il pagamento di un biglietto. Ho, però, anche pensato che a amio modetso parere il pubblico avrebbe dovuto essere molto più numeroso. Pazienza, complimenti a Jake Bugg e lunga vita al No Borders Music Festival!

Foto di Jake Bugg del concerto di Tarvisio tratta dal profilo Facebook “No Borders Music Festival”

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