PASSIONI E RISURREZIONI
XXVII FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA
GIOVANNI CESCA
Eterna natura. Opere degli anni Novanta

Dal 27 ottobre nell’Abbazia Santa Maria in Silvis di Sesto al Reghena l’omaggio al Maestro veneto Giovanni Cesca: nelle sue opere la natura che continuamente rinasce, come un miracolo di Risurrezione. L’energia di intensi paesaggi e di nature morte in bianco-nero, in un brivido metafisico davanti alla semplice esistenza delle cose.
Con l’inaugurazione della mostra omaggio per il Maestro veneto Giovanni Cesca, sabato 27 ottobre -alle 17.00 nella splendida Abbazia di Santa Maria in Silvis a Sesto al Reghena– si completa il mosaico espositivo che la 27^ edizione del Festival Internazionale di Musica Sacra ha voluto dedicare quest’anno al tema “Passioni e risurrezioni”. In mostra, fino al 28 dicembre 2018, nel suggestivo scenario dell’Abbazia il pubblico troverà una trentina di opere, datate dagli anni Novanta di Giovanni Cesca, riunite intorno al filo rosso di “Eterna natura”, un percorso a cura del critico Giancarlo Pauletto, promosso dal Centro Iniziative Culturali Pordenone con Presenza e Cultura e con il Comune di Sesto al Reghena. Nelle opere di Giovanni Cesca la natura continuamente rinasce, come un vero miracolo di Risurrezione: per questo la scelta di una dedica all’artista veneto è sembrata perfettamente in asse con il quadro generale del Festival: in esposizione intensi paesaggi e impegnative nature morte in bianco-nero, dalle quali si manifesta l’energia capace di sprigionare una sorta di brivido metafisico davanti alla semplice esistenza delle cose. Alla vernice, con Giovanni Cesca, interverranno i promotori: Marcello Del Zotto, sindaco Comune di Sesto al Reghena, la presidente CICP Maria Francesca Vassallo, coordinatrice dell’evento, il critico Giancarlo Pauletto, il presidente PEC Luciano Padovese, il Maestro Franco Calabretto, per il Conservatorio Tomadini di Udine nonché Direzione Artistica del Centro Iniziative Culturali Pordenone.
In occasione dell’inaugurazione della mostra si leveranno le note del Duo Psallere, composto dal baritono Valentino Pase e dall’arpista Sofia Masut. Formatosi due anni fa e seguito dai Maestri Franco Calabretto, Patrizia Tassini, Domenico Balzani e Francesca Paola Geretto, il Duo ha al suo attivo molti concerti in Italia e all’estero. Visite alla Mostra fino al 28 dicembre con ingresso libero dal venerdì alla domenica 10/12 – 15/18. Informazioni: Presenza e Cultura, Via Concordia 7 – 0434.365387 pec@centroculturapordenone.it www.centroculturapordenone.it   www.comune.sesto-al-reghena.pn.it tel. 0434699701
«La natura, così come espressa da Cesca, è una potenza inarrestabile, e quindi sempre “risorgente”, sempre portatrice di un futuro di vita – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – Nelle opere di Giovanni Cesca il respiro della natura è ampio, possente. Il pittore ne sente intimamente la forza, ed è per questo che non sbaglia misure: le dimensioni sono giuste e il taglio che separa l’alto e il basso costruisce un’immagine in perfetto equilibrio visivo, il cui centro è il rispecchiarsi, potremmo dire reciproco, tra cielo e terra, cielo e acqua. La “natura” di Cesca è distante sia dalla sfavillante dimensione impressionista, sia da una troppo semplicemente abile versione naturalistica, collocandosi in una sentita dimensione contemplativa. Ciò risulta evidente nella tela che il pittore ha intitolato Nuvole azzurrine sulle acque del Basso Piave (2007): come nell’opera Brumesteghe liventine (2009), tutta giocata sulla levitante magia di cromie che vengono, parrebbe, appena sfiorate”.
Che questo sia il modo giusto di leggere la pittura di Cesca presente nella mostra presso l’Abbazia di Sesto al Reghena pare confermato anche da tele quali Lo stilo di Reitia (2006) o Sussurro venetico (2003): nella mostra dunque sono centrali i quadri che rappresentano la campagna attorno al Piave e alla Livenza, alle acque e alle terre che scendono verso il mare nella loro ampiezza di cieli e di orizzonti: anche quando si tratti della natura invernale, come è il caso di Nevicata sul Brian (2010). Accanto a queste opere sono esposte anche una serie di “nature morte”, nelle quali è tematizzata una “perfezione” che è ancora testimonianza dello stesso sguardo riconoscente, “devoto” potremmo dire, ma anche interrogante sulla realtà.
Giovanni Cesca è nato nel 1947 a San Donà di Piave. Le due città dove si compie la prima formazione di Giovanni Cesca sono Treviso e Venezia. Frequenta l’Istituto d’Arte dei Carmini di Venezia nella sezione di Pittura decorativa, specializzandosi nella tecnica dell’affresco: periodo prezioso, questo, che risulterà determinante per l’acquisizione della tecnica pittorica. Altrettanto significative sono le lezioni di disegno con lo studio dei gessi classici e dei luoghi più suggestivi della città d’acqua. Nei successivi quattro anni Cesca è all’Accademia di Belle Arti, dove frequenta i corsi di pittura tenuti da Bruno Saetti, portati a conclusione nel 1970. Le frequentazioni dei musei e delle stimolanti esposizioni d’arte si mescolano con i normali itinerari scolastici, contribuendo a far coagulare in Cesca l’identificazione di un proprio percorso di sperimentazione in ambito moderno e contemporaneo. All’inizio degli anni ’70 comincia un periodo di apertura e di scambi che mirano ad ampliare gli orizzonti dell’artista e a riconsiderare l’ambito culturale veneziano, non per negarlo, ma per ristrutturarlo all’interno di una visione più ampia e cosmopolita. Non è un caso che proprio in questo periodo, oltre ai preziosi contatti fiorentini, si svolgono i viaggi in Grecia, Turchia, Francia, Spagna e Portogallo alla ricerca di nuovi orizzonti e di nuove realtà culturali. Così sollecitato, il pittore si riappropria dei suoi interessi musicali trascurati durante il periodo di studio e soprattutto si apre alla lettura. Letture e frequentazioni portano il pittore a interessarsi anche di psicoanalisi e a frequentare l’ambito lacaniano milanese. All’inizio degli anni ‘80 riprende l’ attività espositiva che si sviluppa intensamente in varie città italiane e all’estero, caratterizzata da grande slancio organizzativo e da notevoli riconoscimenti. In questa fase sono determinanti due galleristi: Marcello Innocenti di Firenze e successivamente Alberto Fumagalli di Bergamo che consentono a Cesca di costruire una rete di contatti significativi, molti dei quali diretti alla realizzazione di mostre. Nel luogo natale il pittore mantiene la residenza e lo studio per la realizzazione delle opere. Dal 1967 Cesca partecipa alla vita artistica italiana con varie esposizioni personali, collettive e interviene in rassegne nazionali e internazionali. Le rassegne e le mostre collettive più significative a cui ha preso parte sono state tenute a Roma, Venezia, Livorno, Trevi Pordenone, Bologna, Rimini, Salsomaggiore Terme, Vicenza, Milano, Perugia, Firenze, Villeneuve-sur-Lot, Vienna, Gand, Tokyo, Nagoya, New York, Emirati Arabi. Ha tenuto cinquanta personali in varie città italiane ed estere: tra le più significative si segnalano quelle di Milano, Venezia, Bologna, Padova, Firenze, Napoli, Savona, Bergamo, Ferrara, Treviso, Gorizia, Sarajevo, Slavonski Brod, Vinkovci, Zara, Zagabria, Rotterdam, Amburgo. Negli oltre quarant’anni di attività l’artista ha approfondito vari ambiti espressivi attraversando le suggestioni date dalle avanguardie storiche fino alla Nuova Figurazione, presentando nelle esposizioni lavori realizzati con varie tecniche pittoriche, opere grafiche ed installazioni. Ha eseguito opere musive e pittoriche per edifici di culto, la più recente delle quali è la Via Crucis con Pala d’Altare per la Chiesa di S. Maria Assunta nel popoloso quartiere di Mussetta a S. Dona’ di Piave.

comunicato stampa

Share This