Discreto afflusso di pubblico ieri sera al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per assistere all’esibizione de Les musiciens du Louvre diretti da Marc Minkowsky, un ensemble orchestrale specializzato nell’esecuzione di musica barocca e classica con l’impiego di strumenti originali o con copie di essi. Il programma proposto è imperniato sulle figure di Christoph Willibald Gluck, il grande riformatore dell’opera settecentesca e di Jean-Philippe Rameau.

La prima parte del concerto vede l’esecuzione del Don Juan ou le Festin de Pierre, un balletto in tre atti mandato in scena la prima volta al Burgtheater di Vienna il 17 ottobre 1751, qui rappresentato in forma di concerto, che anticipa di una ventina d’anni la vicenda e le tematiche del ben più famoso Don Giovanni di Mozart, del quale condivide anche l’espressività musicale, sottolineata dalla lettura che lo stesso Minkowsky dà, in francese, delle parti della vicenda. La sua orchestra conferisce alla musica di Gluck la luce giusta, mondata da tutte le sovrapposizioni interpretative otto/novecentesche, con un accurato lavoro di ripulitura filologica basato non solo sull’uso di strumenti coevi all’autore, ma anche sui modi esecutivi dell’epoca. Quello che ne risulta è un’esecuzione di grande interesse e di ancor più grande emozione, grazie alla bravura degli strumentisti che formano questa preziosa compagine strumentale. Ma anche grazie alla bravura di Minkowsky, sia come direttore, il suo gesto oltreché preciso è anche molto espressivo, che come fine dicitore, quando legge le varie fasi della vicenda di Don Juan è veramente accattivante.

Il breve primo tempo della serata, poco più di mezz’ora, si conclude fra gli scroscianti applausi del pubblico.

La seconda parte della serata vede l’esecuzione di Une symphonie imaginaire di Jean Philippe Rameau, una sorta di pot-pourri di passaggi orchestrali, in tutto 17, articolati in due diverse suites, raccolti dallo stesso Minkowsky.

Sergio Zolli © instArt

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