FESTIVAL VICINO/LONTANO 2018: A UDINE ARRIVA IL «BASAGLIA D’AFRICA», GRÉGOIRE AHONGBONON, L’UOMO HA LIBERATO CENTINAIA DI «MATTI» DALLE CATENE NEL SUD DEL MONDO, ACCOGLIENDO OLTRE 60.000 PERSONE CON PROBLEMI DI SALUTE MENTALE. IL SUO INCONTRO È IN PROGRAMMA NELL’EX OSPEDALE PSICHIATRICO DI UDINE, NEGLI SPAZI DELLA COMUNITÀ NOVE A SANT’OSVALDO: A 40 ANNI DALLA LEGGE BASAGLIA, DOMENICA 13 MAGGIO, DIALOGHERA’ CON GLI PSICHIATRI
RENZO BONN E MARCO BERTOLI. GRÉGOIRE
AHONGBONON, CUI È DEDICATO IL LIBRO DEL 
GIORNALISTA RODOLFO CASADEI GRÉGOIRE.
QUANDO LA FEDE SPEZZA LE CATENE (EDITRICE
MISSIONARIA ITALIANA, PREFAZIONE DI EUGENIO
BORGNA), ASSISTE ATTUALMENTE 25.000
PERSONE CON IL DISTURBO MENTALE FRA 8
 CENTRI DI CURA, 28 CENTRI DI CONSULTAZIONE MEDICA E 13 CENTRI DI REINSERIMENTO DISLOCATI IN 4 PAESI DA LUI FONDATI.

E’ l’«africano dell’anno», Grégoire Ahongbonon: la sua vita e il suo “apostolato civile” al fianco degli ultimi, i reietti della società perché afflitti dal disturbo mentale. Per questo ricorda l’opera e l’attività dello psichiatra Franco Basaglia che
la legge 180, promulgata il 13 maggio ’78. Un anniversario che al festival vicino/lontano sarà onorato con l’eccezionale presenza di Grégoire Ahongbonon in una location fortemente simbolica, gli spazi della Comunità Nove a Sant’Osvaldo, l’ex Ospedale Psichiatrico di Udine: alle 16 converserà insieme agli psichiatri Renzo Bonn e Marco Bertoli, portando la sua testimonianza raccolta nel libro appena pubblicato dalla Editrice Missionaria Italiana a firma del giornalista Rodolfo Casadei, Grégoire. Quando la fede spezza le catene (EMI, pp. 160 euro 16, prefazione di Eugenio Borgna). L’incontro è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Salute
Mentale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine.
Proveniente dal Benin, semplice padre di famiglia, un passato di noleggiatore di taxi, dopo un’esperienza di conversione religiosa Grégoire Ahongbonon ha iniziato a dedicarsi agli ultimi degli ultimi, le persone con problemi psichici in Africa occidentale. Da trentacinque anni si prodiga per liberare letteralmente dai ceppi i malati di mente, che in alcuni paesi dell’Africa ha riformato radicalmente i principi del trattamento psichiatrico nel nostro Paese creando i presupposti per l’approvazione del
Occidentale ancora oggi vengono ridotti in schiavitù, segregati e incatenati. Ha accolto più di 60.000 persone con problemi psichici in 25 anni di aiuto e interventi; 25.000 malati di mente sono attualmente ospitati negli 8 Centri di cura, 28 Centri di consultazione medica, 13 Centri di reinserimento dislocati in 4 Paesi da lui fondati. Grégoire Ahongbonon ha liberato oltre un migliaio di persone dalle catene, metodo purtroppo ancora spesso usato in vari contesti africani per «trattare» le persone con disturbo mentale in Africa. La sua è una storia di eccezionale impegno sociale e cristiano: nato nel 1953 in Benin, trasferitosi in Costa d’Avorio dove ha riscontrato un certo successo imprenditoriale, dopo una crisi religiosa molto forte vissuta nel 1982, vive un’esperienza di conversione durante un pellegrinaggio in Terrasanta dove nasce il suo desiderio di servire «gli ultimi tra gli ultimi». Tornato in patria, fonda l’Associazione San Camillo de Lellis, che – dopo essersi occupata di carcerati – nel 1992 apre il suo primo centro di accoglienza per malati in un ex caffetteria dell’ospedale di Bouaké di Costa d’Avorio. Da quell’anno inizia un’epopea di carità e umanità che Rodolfo Casadei racconta in presa diretta, grazie ai viaggi compiuti in diversi paesi visitando i vari centri di accoglienza di Grégoire. La cura dell’ex manager di taxi verso i malati psichici è molto semplice, così sintetizzata in un documentario della BBC sull’esperienza della San Camillo: «Medicinali a prezzi economici, un approccio profondamente umano e uno staff formato da ex pazienti sono la chiave del successo» dei centri della San Camillo.
Il racconto di Casadei si infiamma quando vengono rievocati i numerosi episodi (si stima siano stati oltre un migliaio di casi) in cui Grégoire ha liberato letteralmente dalle catene persone afflitte da malattie psichiche. Caduti spesso prigionieri di pseudo-santoni locali o di falsi guaritori «cristiani» che in cambio di offerte economiche promettono guarigioni miracolose, questi malati vengono affidati dalle famiglie in situazioni di vera e propria schiavitù: incatenamenti, prigionia forzata, pesanti catene di metallo, ancorati con la forza ad alberi, queste vittime incarnano quelle persone «più ultime» verso le quali Grégoire si sente chiamato. Spinto da una certezza granitica: «Fino a quando ci saranno un uomo o una donna incatenati a un albero o dentro a una capanna, tutta l’umanità sarà incatenata».
La 14^ edizione del festival vicino/lontano, dedicata a “Squilibri”, è in programma dal 10 al 13 maggio a Udine, ed è promossa dall’associazione culturale vicino/lontano, a cura di Paola Colombo e Franca Rigoni. Vicino/lontano 2018, con oltre 100 appuntamenti in calendario, si realizza grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Udine e della Fondazione Friuli, con il supporto di Saf, Coop Alleanza 3.0, Amga Energia & Servizi, Banca Popolare di Cividale, Federfarma, Confartigianto Udine, Ilcam, ProntoAuto e IdealService.

comunicato stampa

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