22 Febbraio 2020 – 22 Febbraio 2021. Sembra passato pochissimo eppure è già un anno. Un anno di chiusura, un anno senza poter lavorare. Sì perché per la cultura nel 2020 il blocco iniziò in anticipo: gli spettacoli live furono i primi ad essere fermati, ben prima del lockdown generale di metà marzo. E -se escludiamo una breve parentesi estiva in cui furono possibili piccoli live “alternativi” in location all’aperto- quel settore è l’unico per cui dopo 365 giorni non è cambiato nulla: nessuna concessione, nessun orario ridotto, nessuna capienza massima. Chiusura, punto.

A un anno esatto di distanza, quindi, diverse iniziative sono nate per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica sul triste anniversario di quello che si è trasformato in un vero e proprio dramma per tutta la galassia di maestranze che orbita attorno ai palchi. Dramma che troppo spesso in quest’anno è passato incredibilmente in sordina, di fronte a un grande pubblico che tende ad associare lo spettacolo live esclusivamente ai “grandi nomi”: attori, cantanti, musicisti di fama nazionale e internazionale, quindi automaticamente associati a piccole fortune guadagnate in anni di carriera con cui poter vivere durante quest’anno. Tralasciando la fallacia dell’equazione famoso = ricco = può non lavorare, questa visione dimentica tutto il resto del mondo (di maestranze, vite, famiglie) di cui gli eventi live sono composti e su cui poggiano: artisti, fonici, tecnici audio, tecnici luci, costumisti e truccatori, uffici stampa, fotografi e videomaker. Solo per citarne alcuni.

Per riaccendere i riflettori sui teatri e affinché si torni immediatamente a parlare di spettacolo dal vivo, che lo si torni almeno a nominare, U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) ha indetto per la serata di oggi 22 febbraio l’iniziativa “Facciamo luce sul teatro”: un invito a direttrici e direttori di tutti i teatri italiani a illuminare e tenere aperti i propri edifici dalle 19.30 alle 21.30. E a tutti i cittadini a dimostrare la loro vicinanza, facendo visita ai teatri della propria città per lasciare una testimonianza scritta su un foglio o registro messo a disposizione dai teatri.

Di fronte a quest’invito, come ha risposto il Friuli Venezia Giulia?

Per quanto riguarda i teatri potremmo dire “entusiasticamente”: dalle grandi città ai piccoli centri, tutti hanno riacceso le luci per due ore, alcuni anche con qualche piccola attrazione a corollario (come il Politeama Rossetti, che a Trieste ha rallegrato Largo Giorgio Gaber con una bella alternanza di brani storici tratti da musical e registrazioni di letture di grandi voci tratte da spettacoli del passato).

Purtroppo non possiamo spendere parole altrettanto belle in merito al pubblico. Forse complice l’orario scelto (ben dopo la chiusura imposta ai locali e a ridosso del coprifuoco), la partecipazione della cittadinanza è stata -ad essere ottimisti- altalenante. A Trieste hanno avuto un ottimo riscontro il Politeama stesso (con un pubblico sempre allegro e sorridente che si è avvicendato per tutte le due ore di riapertura) e La Contrada – Teatro Bobbio, presso cui è stato possibile anche un festoso brindisi a distanza di sicurezza. Molto meno rosea la situazione al Teatro Miela, con appena una decina di persone a dimostrare solidarietà con la propria presenza e una firma, e ancora meno al Teatro Verdi (dove erano in bella mostra dei desolanti -ma molto significativi- manifesti di spettacoli stagionali con l’adesivo “annullato”). Il Teatro Sloveno, invece, già da giorni aveva esortato il suo pubblico a mostrare la propria solidarietà tramite messaggi “virtuali” sulle bacheche social del teatro piuttosto che di persona, quindi le poche presenze sono certamente dovute al fatto che tale messaggio sia stato recepito.

La stessa situazione a due facce si è presentata a Udine. Da una parte un Teatro Nuovo Giovanni da Udine immerso in uno strano silenzio a cui le poche persone presenti si sono unite, in una sorta di malinconia mescolata a un senso di lutto. Ottimo riscontro invece al Palamostre, dove sono state registrate ben più di cinquanta presenze e molto entusiasmo per l’iniziativa.

Sensazione di solitudine e malinconia anche al Verdi di Pordenone, con le sedie vuote all’interno del foyer illuminato a fare da triste contraltare alla camminata dei passanti.

Cosa può dirci, quindi, quest’iniziativa? Nella nostra regione c’è davvero nel pubblico la voglia di un pronto ritorno della cultura dal vivo o ci si è abbandonati ad una strana indifferenza in bilico tra la passività e l’arrendevolezza?

Probabilmente non è ancora il momento per trarre delle conclusioni definitive, anche se le sensazioni non sono buone. Probabilmente è più saggio aspettare la giornata di domani, martedì 23 febbraio: è stata infatti indetta una manifestazione nazionale per lo spettacolo dal vivo, che dalle 14 in poi (l’orario potrà variare lievemente da città a città) porterà nelle piazze italiane lavoratrici e lavoratori dello spettacolo per protestare in maniera pacifica (in sicurezza, seguendo tutte le norme anti-covid) e per chiedere “la convocazione di un Tavolo Interministeriale con la presenza del Ministero del Lavoro, del MEF e del MIBAC”.

Per il Friuli Venezia Giulia l’appuntamento sarà a Trieste, in piazza Unità dalle 15. Ovviamente aperto non solo alle maestranze del settore ma anche a chiunque voglia mostrare la propria solidarietà a un settore in grave crisi e non abbia potuto farlo nella serata di oggi.

E nell’attesa della manifestazione di domani, vi lasciamo con una piccola gallery delle luci che si sono riaccese -anche se per poco- stasera in regione, oltre che con un video dell’apertura del Teatro Verdi di Pordenone.

Luca Valenta / ©Instart

 

Politeama Rossetti, Trieste (foto Luca Valenta)

Teatro Verdi, Trieste (foto Luca Valenta)

Teatro Miela, Trieste (foto Luca Valenta)

La Contrada / Teatro Bobbio, Trieste (foto Luca Valenta)

Teatro Sloveno, Trieste (foto Luca Valenta)

Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Udine (foto Massimo Cum)

Palamostre, Udine (foto CSS)

 

Teatro Verdi, Pordenone (foto Teatro Verdi Pordenone ©)

 

Teatro comunale di Monfalcone (foto teatro di Monfalcone)

Teatro Pasolini, Cervignano del Friuli (foto Teatro Pasolini)

Teatro Mascherini, Azzano Decimo (foto Claps)

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