Carlo Cecchi – Foto Matteo Delbò ©

IN SCENA DA VENERDI’ 11 A DOMENICA 13 GENNAIO, CECCHI CI ACCOMPAGNA ALLA SCOPERTA ANTICONVENZIONALE DI UNA PIETRA MILIARE DEL REPERTORIO PIRANDELLIANO

E’ affidato a Carlo Cecchi, nel duplice ruolo di regista e interprete di una memorabile edizione dell’ “Enrico IV” di Luigi Pirandello, l’incipit 2019 al Teatro Verdi di Pordenone. Dopo gli indimenticabili allestimenti de L’Uomo, la bestia e la virtù (portato in scena nel 1976 con innumerevoli riprese fino alla edizione televisiva del 1991) e di Sei personaggi in cerca d’autore (quattro stagioni di tournée teatrale in Italia e all’estero dal 2001 al 2005), Carlo Cecchi torna a Pirandello con uno dei testi più noti del drammaturgo siciliano, Enrico IV appunto. “Doppio” è la parola chiave: non solo per il duplice ruolo di Cecchi in questo allestimento che ha pensato, diretto, e che interpreta ogni sera nel ruolo protagonista. “Doppio” è anche il rapporto che Cecchi ha dichiaratamente con Pirandello, «punto focale, nodo centrale nella tradizione del teatro italiano, come tutti lo considero il più grande autore italiano. E anche il più insopportabile», s Carlo Cecchi, vera icona del teatro italiano contemporaneo, firma adattamento e regia, e divide la scena con molti attori, fra i quali Angelica Ippolito, Gigio Morra, Roberto Trifirò. Le scene, essenziali e incisive, sono di Sergio Tramonti, i costumi di Nanà Cecchi, il light design è a cura di Camilla Piccioni. Per gli abbonati del Teatro Verdi lo spettacolo è incluso nei pacchetti Blu, Giallo, Rosso, Verde, Fidelity Platinum e Gold. Biglietti direttamente al Verdi dalle 16 alle 19 dal lunedì al venerdì e il sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 19, tel 0434 247624. Biglietteria online sul sito www.comunalegiuseppeverdi.it Venerdì e sabato dalle 19 l’appuntamento è con l’happy caffè drink e smart food al Bar Licinio.

Carlo Cecchi – Foto Matteo Delbò ©

“Enrico IV” porta in scena i grandi temi della maschera, dell’identità, della follia e del rapporto tra finzione e realtà. Lo spettacolo narra la vicenda di un uomo, un nobile dei primi del Novecento, che da vent’anni vive chiuso in casa vestendo i panni dell’imperatore Enrico IV di Germania (vissuto nell’XI secolo), prima per vera pazzia, poi per simulazione ed infine per drammatica costrizione. L’amarezza vibrante di questa tragedia porta a un risultato di limpida bellezza, a una catarsi vera e propria; forse in “Enrico IV” più che in altre tragedie, il pirandellismo vince i suoi schemi e attinge a una tensione interiore davvero universale. “Enrico IV” di Carlo Cecchi è un allestimento acuto e sorpredentemente ironico affidato in scena a un gruppo di ottimi attori di diverse generazioni. La critica, nell’applaudire lo spettacolo ne ha sottolineato la modernità, la freschezza, l’essenzialità, che sono caratteristiche peculiari del regista fiorentino e che contribuiscono a rendere i suoi lavori di folgorante semplicità. “Enrico IV” fu scritto per Ruggero Ruggeri, il “Grande Attore” del primo Novecento. Dopo di lui, molti altri Grandi Attori si sono “cimentati” con questo monumento alla Grandattorialità. «Prima di tutto – sottolinea Cecchi – ho ridotto drasticamente molte delle lunghissime battute del Grande Attore; conseguentemente gli altri personaggi acquistano un rilievo che spesso, soverchiati dal peso delle battute del protagonista, rischiano di perdere. In alcuni dialoghi ho “tradotto” la lingua dell’originale in una lingua teatrale a noi più vicina. E ho fatto della follia e della recita della follia di Enrico IV, che nell’originale ha una causa clinica un po’ banale, una decisione dettata da una sorta di vocazione teatrale: non per nulla, il teatro, il teatro nel teatro e il teatro del teatro, sono il vero tema di questo spettacolo».  Carlo Cecchi riprende uno dei testi più belli e penetranti di Luigi Pirandello, privilegiando l’aspetto psicologico e di critica sociale rispetto alla sontuosità testuale. Così facendo, facilita il pubblico a seguire una vicenda delicata, costantemente in equilibrio tra realtà e finzione. Cecchi interpreta un Enrico IV ascetico, vestito di ruvido saio, un capocomico più che un Imperatore: a 150 anni dalla nascita di Pirandello e a 95 dalla prima recita dell’Enrico IV, Cecchi dimostra la straordinaria attualità di questo testo drammaturgico rivendicando l’importanza del libero pensiero e l’importanza di essere pur sempre “liberi”, ancorchè in una prigione.

Comunicato Stampa

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