Linguaggi originali, ricerca, esplorazioni musicali coraggiose che giocano con sonorità diverse, anche classiche e popolari, improvvisazione, estemporaneità, esplosioni di energia: è la cifra che contraddistingue la rassegna “Le nuove rotte del jazz”, dal 19 al 21 giugno ancora ospite del Museo Revoltella di Trieste. Tre serate (tutte alle 20.30 CON INGRESSO LIBERO) curate da Circolo Controtempo e con la collaborazione del conservatorio “Giuseppe Tartini”, per avventurarsi in un universo dove la musica è raffinata, innovativa, ha uno sguardo su ciò che di più nuovo si muove nel panorama jazz, non solo nazionale ed è capace di oltrepassare i confini dei generi musicali, all’insegna del divertimento.
Si comincia mercoledì 19 giugno con i nuovi brani ai quali sta lavorando il trio ”Drumlando”, nato da giovani musicisti (Francesco De Luisa al pianoforte, Alessandro Turchet al contrabbasso e Marco D’Orlando alla batteria) nel settembre del 2017 e che nel settembre 2018 ha autoprodotto il primo cd, “Augh!”, registrato alla Casa della Musica di Trieste. Insieme hanno costruito un repertorio di brani originali (scritti da D’Orlando) che hanno una forte base jazz, per quanto riguarda l’improvvisazione, ma che toccano anche sonorità più classiche o popolari. È un progetto autobiografico, il loro, che, attraverso la storia di D’Orlando, racconta quella di una generazione intera: gli incontri, i sogni, le riflessioni, le storie.
Giovedì 20 giugno ecco “Tilt”, concerto improvvisato per flauto e orchestra da camera (che sarà registrato dal fonico Stefano Amerio per poter essere pubblicato in un cd prodotto dall’etichetta discografica Artesuono), co-produzione di Controtempo e conservatorio Tartini. Sul palco Angelica Groppi, Rachele Castellano e Giovanni Dalle Aste alla viola, Simone Lanzi al contrabbasso, Iva Bobanović e Piercarlo Favro alla chitarra classica e Anna Talbot all’arpa. Con loro Luigi Vitale, vibrafono e marimba; Massimo De Mattia ai flauti e Giovanni Maier alla direzione. In “Tilt” tutto è frutto dell’ estemporaneità e dell’improvvisazioni e sarà perlopiù usata la tecnica della “conduction”, che consiste nel fornire agli esecutori i comandi, che faranno poi evolvere il flusso musicale, tramite dei gesti effettuati con le mani e, a volte, con tutto il corpo del direttore, che quindi diventa una sorta di “partitura umana”. Giovanni Maier ha sviluppato un vocabolario di segni/gesti che servono a comunicare agli interpreti in quali ambiti musicali devono improvvisare e come modulare i vari parametri che compongono le figure musicali; Massimo De Mattia dialogherà in tempo reale con questo substrato preparato all’istante, modificando le sue scelte in base agli stimoli forniti dall’accompagnamento orchestrale. Il ruolo del vibrafono e della marimba di Luigi Vitale si porrà in uno stadio intermedio, a volte assurgendo al ruolo di solista e a volte rinforzando le fila dell’”orchestra”.
Venerdì 21 giugno, Le rotte del jazz incroceranno ancora una volta la Festa della musica che saluta in tutta Europa l’arrivo dell’estate e lo farà con gli Hobby Horse (Dan Kinzelman, sax tenore, clarinetti, percussioni, voce, elettronica; Joe Rehmer, contrabbasso, armonium, voce, elettronica e Stefano Tamborrino: batteria, voce, elettronica), un trio collettivo nato nel 2010 guadagnandosi subito notorietà per la sua tendenza a oltrepassare i confini del jazz, attingendo liberamente ad altri generi fino a creare un proprio linguaggio originalissimo e difficilmente classificabile. La musica di Hobby Horse è un imprevedibile mix di stili e generi, incontro a tratti violento fra linguaggi musicali, passando dalla slam poetry all’ hip hop, bossa nova, psichedelia, prog rock, techno e musica da camera. Droni ipnotici e misteriosi si alternano a violente esplosioni di energia, il tutto unito da una sottile attenzione timbrica e melodica, da un senso di scoperta costante e da una tensione musicale palpabile. Nonostante gli enormi rischi durante le performance, i concerti trovano sempre una forma musicale con una sua incontrovertibile logica, frutto della fiducia reciproca e della lunga esperienza condivisa. Forse sta proprio in questa ricerca della libertà e nell’esplorazione degli incontri impossibili la sorprendente coerenza musicale degli Hobby Horse. In collaborazione con I-jazz e il supporto del Mibac.