Sul palco la personalità e l’indiscussa presenza empatica di questo psichiatra, sociologo, saggista, che ormai da diverso tempo troviamo in giro per i talk show televisivi, nei teatri o nelle librerie per via dei suoi saggi che si fanno leggere con intensità attenzione e passione. È uno che gira molto, lo ammette, gli piace girare non sta mai fermo non ama i divani dice. Questa sera ci presenta in una sorta di conferenza spettacolo gli argomenti che gli stanno più a cuore: i sogni, la libertà, l’emozione. Si proclama un provocatore a differenza di quelli che lo vogliono far passare per influencer. Ma cosa veramente ci manca in questa esistenza? Cosa andiamo cercando? Questi sono i dubbi, queste sono le domande che dobbiamo, dovremmo porci. Abbiamo forse perso l’Ironia e il buonsenso per analizzare gli errori commessi? Ci stiamo dimenticando delle nostri radici? Da dove veniamo, il nostro passato, il nostro vissuto. Crepet incalza il pubblico, lo mette alle corde, lo provoca, che grande cosa, che magia il sapore della vita in bocca: una grande emozione. Cosa che purtroppo adesso manca. Mancano l’emozione e il dialogo manca il parlare di cose semplici, di amore. Mancano le regole. E manca la disciplina (che silenziosamente entra dentro di te). Ed è cambiata anche la visione del mondo e della vita. Oggi è tutto facile. È il tempo del tutto facile che non ha senso, senza tener conto che sono le cose difficili le più affascinanti. Quelle che ti trascinano che ti trasportano. Quelle che ti prendono le anime e le coscienze. L’attualità invece si basa sulla replica oggi è tutta una replica.

L’autore Psichistra poi ricorda aneddoti di pazienti avuti in cura e che avevano tutti la stessa caratteristica: tanto più si è battuti e tanto più si è critici racconta menzionando volti, persone, dolori.

Poi apre una parentesi sulla memoria emotiva e porta ad esempio Astor  Piazzolla maestro del tango Argentino il quale affermava che un individuo ricorda sempre i balli che ha fatto ma non con chi ed è più o meno come con il numero di telefono di casa (in particolare quando non esistevano i cellulari) che a differenza di altri numeri ricorda intense emozioni, ricorda persone care, voci, urla di gioia e pianti irrefrenabili. In questa società abbiamo tutti l’ossessione della normalità, nessuno è normale, a essere normali si fa meno fatica. Iniziamo la vita piangendo mentre gli altri ridono e muoriamo ridendo mentre gli altri piangono.

Crepet afferma: vorrei vivere decenni dopo la mia morte e come una lumaca lasciare la scia visibile al chiaro di luna. Al termine si congeda dal pubblico in questa bella serata estiva sotto il Castello di Udine con la frase che ci portiamo a casa sperando sia bene augurante. Ci vuole un sorriso per guardare le cose complicate, così non saranno complicate.

Grazie ad Azalea  per questa interessante proposta.

© Maurizio Cum per instArt

 

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