Anche quest’anno San Vito Musica apre con un grande solista, Alessandro Taverna, che definire uno dei pianisti più importanti della sua generazione non è proprio esagerato se consideriamo che lo ritroviamo nei cartelloni dei Teatri più importanti del mondo sotto le bacchette di Direttori quali Lorin Maazel, Riccardo Chailly, Fabio Luisi e Daniel Harding fra gli altri. Il concerto n. 1 di F. Chopin sarà quello che ci proporrà, durante una serata che vedrà inoltre, da parte dell’Accademia d’archi Arrigoni diretta dal suo fondatore Domenico Mason, l’esecuzione della Sinfonia in La maggiore Kv 201 di W.A. Mozart. Indicato dalla critica musicale inglese come “successore naturale del suo grande connazionale Arturo Benedetti Michelangeli”, Alessandro Taverna possiede una creatività musicale capace di “far sorgere un sentimento di meraviglia come una visita alla sua nativa Venezia”. Si è affermato a livello internazionale al Concorso Pianistico di Leeds nel 2009: «Il pubblico, all’improvviso, è stato pervaso da una solenne bellezza: sono stati impeccabili minuti di intensa poesia!» ha detto il quotidiano britannico The Independent quando ha eseguito il Primo concerto per pianoforte di Chopin.
Questo concerto per pianoforte gode di una popolarità veramente incredibile, soprattutto considerato il fatto chee Chopin scrisse i suoi due Concerti per pianoforte e orchestra tra i 19 e i 20 anni d’età, quando ancora si trovava a Varsavia; furono pubblicati durante il periodo parigino, il Concerto in mi minore nel 1833 come op. 11 mentre il Concerto in fa minore, composto precedentemente, fu stampato nel 1836 come op. 21. Resta singolare che nella seconda metà della sua esistenza, dopo aver abbandonato la Polonia, Chopin non abbia più scritto alcun lavoro per pianoforte con accompagnamento d’orchestra.
Terminata il 6 aprile 1774, la Sinfonia Kv 201 rappresenta – insieme alle Sinfonie in do maggiore Kv 200 e in sol minore Kv 183 – una autentica svolta all’interno della produzione sinfonica mozartiana; le tre composizioni segnano infatti l’ultima tappa di un lento processo di affrancamento dall’influenza dominante del gusto italiano. Questo orientamento, avviato già all’indomani del terzo viaggio in Italia e del trionfo milanese del Lucio Silla (inverno 1772-73), potè trovare esiti adeguati solamente dopo il viaggio a Vienna della successiva estate 1773. I frequenti e proficui contatti avviati nella capitale imperiale con le più significative tendenze contemporanee (prima fra tutte quella di Joseph Haydn), spinsero Mozart ad abbandonare quella struttura in tre concisi movimenti e quei limpidi contrasti di matrice italiana che, appresi fin da bambino tramite la decisiva influenza di Christian Bach, erano rimasti, in seguito, costanti punti di riferimento.
Sarà sicuramente una serata da ricordare.

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Comunicato Stampa

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