Un pubblico strabocchevole ha riempito ieri l’Aula Magna di Palazzo Antonini per assistere alla lezione concerto, organizzata dall’Accademia di studi pianistici “Antonio Ricci”, della pianista russa Anna Kravtchenco che ha presentato un programma musicale tutto dedicato alla figura di Robert Schumann.

Nella conferenza che precede l’esecuzione, la Kravtchenco introduce, in ottimo italiano, la figura di Robert Schumann partendo dai suoi dati biografici ed evidenzia l’importanza della sua opera nella temperie del Romanticismo di cui, assieme a Chopin e Liszt è il più significativo rappresentante, almeno per quel che riguarda la musica sinfonica e quella per pianoforte, distinguendosi da loro due per una scrittura di tipo più marcatamente polifonica. Scrittura che permette all’esecutore un approccio più soggettivo a seconda dell’enfasi che dà all’una o all’altra voce. Naturalmente la prolusione della Kravtchenko è “condita” da citazioni pianistiche che danno al pubblico della Ricci la misura della pianista che hanno di fronte.

La parte musicale della conferenza-concerto inizia i Fantasiestücke op.12, una serie di piccoli brani ove prevale la funzione descrittiva della Musica con atmosfere che cambiano in continuazione e che richiedono al pianista una grande capacità di modulazione espressiva. Cosa che la Kravtchenko fa senza problemi. La sua tecnica è adamantina e il tocco sempre controllato, il suo suono attinge da una palette di colori e dinamiche pressoché infinita. Con queste caratteristiche risulta chiaro come l’espressività non possa che essere di altissimo livello.

Le medesime osservazioni si possono fare anche a proposito del Carnevale di Venezia 0p. 26 dove la Kravtchenko avviluppa il pubblico nella trama fitta della scrittura schumanniana che sa penetrare come pochi, dandone una lettura emozionante che affascina e commuove.

Per concludere, la pianista russa propone l’esecuzione del Carnaval op. 9. Ancora, dunque, una serie (lunga) di brevi brani in cui la musica viene piegata a scopi descrittivi e ancora una volta una prova di  bravura che commuove il pubblico per la profonda penetrazione del complesso mondo psicologico di Robert Schumann.

Alla fine gli applausi sono entusiastici e la virtuosa russa ringrazia il pubblico con due bis, bellissimi, con Chopin e Liszt.

© Sergio Zolli per instArt

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