Nel territorio di Gorizia e Nova Gorica, fra due nazioni in un territorio unito dalla musica, viene organizzato il festival Musica dal Mondo – Glasbe Sveta.

Dietro le quinte, a dirigere le fasi organizzative e artistiche il circolo Controtempo di Cormons (GO) e Glasbe sveta ( per la controparte slovena Kud Morgan). Un calendario denso di appuntamenti per un pubblico che può contare, oltre agli appuntamenti già in agenda, i famosi “fuori rassegna” ovvero incontri musicali in locali pubblici e non-luoghi che scelgono di trasformarsi in veri jazz club per l’occasione.

Il 4 luglio è la volta di Makaya Mc Craven ed il 9 luglio quella di Kamasi Washington (unica tappa per il triveneto).

MAKAYA MC CRAVEN
Al grido di grido di “future-is-now-drumming”, Makaya McCraven spazia tra generi e stili con una semplicità disarmante, un jazz geneticamente mutato per come riesce a ibridarsi senza sforzo con hip hop, avanguardia, elettronica, world music e classica contemporanea. Figlio d’arte (il padre Stephen è stato infatti il batterista di Archie Shepp), nato a Parigi, ma cresciuto a Chicago, con un background ben piantato nella storia del jazz ma con le orecchie rivolte al mondo e alla modernità.
Il jazz si sta evolvendo anche grazie a questi nuovi musicisti, che hanno capito che il jazz è un’attitudine e poi si porta avanti a prescindere dagli strumenti e dal linguaggio con i quali si sta confrontando, dove si tenta di evitare i luoghi comuni e nello stesso tempo di fare ricerca senza inutili leziosità.
Questo è il jazz del futuro. Pulsante, sanguigno, vero.

KAMASI WASHINGTON
Potenza ed emozione, creatività e passione, Kamasi, il nuovo visionario prodigio della musica, ha rivoluzionato l’idea stessa del jazz, aprendo alla commistione di generi, liberandolo da formalismi filologici e virtuosismi inconcludenti. Mantenendo integri i capisaldi del jazz ha permesso a questi di fungere da base per coniugare tutti i generi tipici della scena black: dal soul, all’hip-hop al blues. Insomma, il jazz come vorremmo che fosse sempre: musica libera.
Nel marasma della musica contemporanea c’è stato un disco che, uscito nel 2015, ha centrifugato cinquant’anni di jazz, black music e hip-hop restituendoli in un’opera divisa in tre momenti e lunga quasi tre ore. Si intitolava The Epic ed era la prima fatica del compositore. Nel 2018 è uscito Heaven and Heart, “un album fortemente orchestrale, ricco, carico, ma non pomposo, visionario ma accessibile, molto scritto ma anche ricco di soul. Il sax di Washington fa il resto.”
In mezzo, nel 2017, Harmony of Difference, un allestimento multimediale per la Biennale del prestigioso Whitney Museum di New York. Ovviamente, sono in primo piano anche le ripetute collaborazioni con Snoop Dogg e Kendrick Lamar.

Comunicato Stampa

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