Il festival di Spilmbergo ideato da Gloria De Antoni che celebra il ruolo degli Autori della Fotografia del nostro cinema, “Le Giornate della Luce” – che tornerà con la sua quinta edizione nel giugno 2019 sempre con la curatela di De Antoni con Donato Guerra – propone al suo pubblico un ultimo appuntamento per chiudere l’anno con una nuova serata di cinema e un ospite d’eccezione.

Per “Luci d’Inverno”, attesa martedì 18 dicembre alle 21.00 al Cinema Miotto di Spilimbergo la proiezione del film dei fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, “La terra dell’abbastanza”, un’opera prima multipremiata nel corso del 2018: oltre ad essere stato acclamato all’ultima Berlinale nella sezione “Panorama”, il film ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior regista esordiente, il Nastro d’Argento per la miglior opera prima e il Nastro d’Argento speciale per la sceneggiatura.

In quest’opera prima – con le splendide prove d’attore dei giovani Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti, accanto a Milena Mancini, Max Tortora e Luca Zingaretti – i due promettenti registi firmano un’opera che dimostra la loro profonda tensione morale, quasi un grido d’allarme alle coscienze di tutti.

Realismo e intimismo sono coniugati perfettamente in questa commovente, bellissima opera prima: la camera non giudica, non divide lo scenario in buoni e cattivi, distribuendo assoluzioni immeritate o colpe univoche. La fotografia di Paolo Carnera asseconda mirabilmente queste scelte formali, tra sottrazioni e accumuli, abbagli e sfocature, giorni e notti.

Mirko e Manolo sono due giovani amici della periferia romana. Guidando a tarda notte, investono un uomo e decidono di scappare. La tragedia si trasforma in un apparente colpo di fortuna: l’uomo che hanno ucciso è il pentito di un clan criminale di zona e facendolo fuori i due ragazzi si sono guadagnati la possibilità di entrare a farne parte. La loro vita è davvero sul punto di cambiare. Quello dei D’Innocenzo non è l’ennesimo film sulle periferie o sui cosiddetti coatti, quanto piuttosto un’indagine sulla possibilità di un’amicizia che possa far sì che ci si aiuti reciprocamente a crescere. È nell’indagine dell’interiorità dei protagonisti che si riconosce l’impronta stilistica dei registi, con primi piani stretti che ne mostrano tutto il potenziale espressivo, e si allontanano solo quando è davvero necessario.

A dialogare con il pubblico alle 21.00 al Cinema Miotto, subito prima della proiezione l’attore Luca Zingaretti: l’amatissimo commissario Montalbano, in assoluto uno degli interpreti italiani di maggiore successo sul grande e sul piccolo schermo, oltre che sulla scena teatrale, nel film interpreta il boss che condizionerà la vita dei giovani protagonisti.

Comunicato Stampa

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