Tra i ricordi più belli e indelebili degli Anni ’80, anni ruggenti e spensierati, resterà di indubbiamente la musica degli Spandau Ballet e la voce di Tony Hadley. Voce straordinaria, eclettica e raffinata, quella dell’ex frontman del gruppo britannico che conserva ancora oggi la brillantezza e la potenza degli esordi. Mica uno scherzo visto che da allora per lui di anni ne sono passati oltre quaranta!

Hadley, magistralmente accompagnato dal suo gruppo “The Fabolous TH Band”, è stato protagonista di una straordinaria performance domenica 27 novembre al teatro Giovanni da Udine (organizzazione VignaPr) in occasione della tappa friulana del mini tour italiano (6 date complessivamente), con il quale ha scelto di celebrare degnamente un anniversario tanto importante quanto invidiabile.

Teatro gremito ed entusiasmo alle stelle, in sala si respirava un’aria di festa e di palpabile attesa.

Sarà stata anche la voglia prepotente di accantonare, almeno per un paio d’ore, tutte le brutture e le difficoltà del presente o semplicemente la nostalgia di un passato che non ritorna ma che accende tanti ricordi. Certo è che l’eterogenea platea che aveva mandato il teatro sold-out, ci ha messo davvero pochissimo a scaldarsi al ritmo della musica, cantando a squarciagola le hit più famose o semplicemente accompagnando sottovoce i brani più romantici del decennale repertorio degli Spandau.

Un’onda forte di emotività e complicità giunta all’apice quando Hadley ha rispolverato alcuni pezzi immortali come “To Cut a Long Story Short” (il primo singolo della band londinese febbraio 1981!) e “Only When You Leave” (trascinante e bellissima) fino a quel capolavoro intramontabile che resta “Through the barricades” (un classico della band che l’eseguì in un concerto a Berlino, proprio mentre il muro crollava).

Nei cento minuti del concerto udinese “40th Anniversary Tour” per Tony Hadley c’è stato spazio anche per qualche anticipazione del prossimo lavoro discografico e alcune canzoni tratte dai suoi album pubblicati da solista ma è parso evidente che ad avere la meglio sono stati i pezzi che hanno fatto la storia degli Spandau la cui potenza ha dimostrato, per l’ennesima volta, di resistere tanto a separazioni e beghe legali, quanto al passare del tempo e delle mode.

The Fabolous TH Band ha supportato con autorevolezza e perfetta complicità Hadley, iniettando robuste dosi di energia rock, accennando fugaci passaggi funky/soul. Decisamente più apprezzabile comunque questa rilettura musicale rispetto al progetto acustico con cui cantante britannico si era esibito a Grado in una serata estiva dello scorso anno.

Resta solo un po’ di nostalgia per il suono inconfondibile del sax di Steve Norman, un segno distintivo della musica degli Spandau Ballet che però oggi non ci sono più.

Fortunatamente c’è ancora mister Hadley, che oltre ad avere una voce bella, educata e raffinata, è dotato di carisma, eleganza e notevole simpatia. 

Tutte doti che gli hanno consentito di non sfigurare neppure quando ha scelto di regalare al pubblico un’interpretazione ineccepibile di “Somebody to love”, una tra le più grandi canzoni scritte da Freddie Mercury.

Con un’esecuzione appassionata di “Gold” Hadley ha messo la classica ciliegina sulla torta, scatenando la platea dalla quale si è congedato interpretando un’assai gradita versione di Santa Claus by Bruce Springsteen.

Serata da incorniciare.

© Rita Bragagnolo per instArt

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