Spendido momento di riflessione, la scorsa sera, in un Duomo gremito in ogni ordine di posto a Mortegliano. L’occasione è stata il concerto finale della Settimana della Pace organizzata dalla Scuola di Musica Diocesana, conclusasi proprio con l’importante ricorrenza del 4 novembre. Perché se in più luoghi si è ricordata la vittoria di cento anni fa e finalmente il termine del primo terribile conflitto mondiale, bene hanno pensato a Mortegliano di dedicare una intera settimana alla Pace.

Proprio con la significativa domanda “Dove sta la Vittoria?” di Angelo Floramo, attuale consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, ma anche insegnante, studioso e fine scrittore, è iniziata una serata colma di contenuti ed emozioni, grazie a tutte le realtà coinvolte. Il prologo, come si diceva, alle intense parole di Floramo, alla splendida interpretazione all’organo ed al pianoforte di Nicola Tirelli (credo che pochi si dimenticheranno l’intensissima, elegante, sentita “Signore delle Cime”) e alla bella ed emozionante esibizione del Laboratorio di musica corale – Istituto Comprensivo Mortegliano Castions di Strada condotto dal maestro Giuseppe Tirelli (anche direttore artistico della serata).

Fulcro centrale, The Armed Man, una messa del compositore gallese Karl Jenkins (ex Nucleus e Soft Machine), sottotitolata “A Mass for Peace”. Commissionata dal Royal Armouries Museum per le celebrazioni del Millennio, questa composizione è stata principalmente dedicata alle vittime della crisi del Kosovo, divenendo ben presto uno dei brani più importanti contro la guerra. Basata principalmente sulla Messa cattolica, Jenkins la arrichisce con altre fonti, principalmente la canzone popolare del quindicesimo secolo “L’homme armé” nel primo e ultimo movimento; i testi, oltre ai classici estratti dall’Ordinario della Messa (Kyrie, Sanctus, Agnus Dei, Benedictus), includono parole di altre fonti religiose e storiche, tra cui la chiamata islamica alla preghiera , la Bibbia (ad esempio i Salmi e la Rivelazione) e il Mahabharata. Vi sono incluse anche le parole di scrittori quali Rudyard Kipling , Alfred Lord Tennyson e Sankichi Toge , che sopravvissero all’attentato di Hiroshima ma morirono alcuni anni dopo di leucemia. Composta per coro e solisti (soprano e muezzin) ed orchestra sinfonica, a Mortegliano ha visto la partecipazione del Coro Gabriel Faurè e dei Solisti dell’ Orchestra San Marco di Pordenone diretti da Emanuele Lachin, dello stesso Laboratorio di musica corale – Istituto Comprensivo Mortegliano Castions di Strada ed il coinvolgimento, per la prima volta nella nostra regione, del muezzin Mohamed Igerdourane del Centro Culturale Islamico di Udine. L’intensa The Armed Man si muove fra gli echi della guerra, gli orrori che ne conseguono, le urla degli agonizzanti per arrivare, dopo un intensissimo e delicato Benedictus, a “Better is Peace”, splendida nota di speranza finale.
Bravissimi tutti gli interpreti coinvolti in questa emozionante serata, in primis Emanuele Lachin e Giuseppe Tirelli che l’hanno fortemente voluta, ai quali il numerosissimo pubblico intervenuto ha tributato giusti applausi, sentiti e calorosi.

Proprio con Giuseppe Tirelli abbiamo scambiato alcune domande per riassumere al meglio il significato di questo concerto.

Perché la Scuola di Musica Diocesana, del quale sei direttore artistico, ha pensato ad una occasione di questo tipo?
La scuola è un ente dove lo studio è un percorso di formazione per i giovani. Non si può scindere l’insegnamento della musica dalle problematiche civili e sociali della nostra società attuale: musica quindi come veicolo di valori determinante in questo periodo storico con la mancanza totale di profeti.

In questo progetto hai coinvolto i più giovani del Laboratorio Corale: quanta soddisfazione?
Il silenzio e l’attenzione con i quali i ragazzi hanno partecipato agli interventi ed alla esecuzione sono la dimostrazione lampante di quanto importante sia coinvolgerli emotivamente in questi progetti. L’educazione in generale e la musica in particolare hanno il compito di creare delle emozioni positive, motore inevitabile di crescita, formazione, circolo virtuoso.

Per la prima volta è stato coinvolto anche un muezzin come previsto dal compositore: che significato in un Friuli che sta vivendo momenti particolarmente complicati per l’accoglienza?
La messa di Jenkins è stata eseguita per la prima volta nella nostra terra completa con il coro dei ragazzi e con l’invito alla preghiera del moaddin. Di rara emozione e sottolineato da applausi sinceri è stato uno dei momenti più toccanti della serata: messaggio di speranza in un Dio che riponga nell’uomo la più grande fiducia per un mondo di pace senza divisioni tra religioni e popoli.

Le stesse parole di Angelo Floramo, toccanti e puntuali, hanno sottolineato questo bisogno di pace ed accoglienza…
La “vittoria” non è un vanto per nessuno, vinti e vincitori hanno sacrificato una intera generazione di giovani guidati da pensieri ed idee nazionaliste che hanno portato solo a divisioni e grandi lutti. I giovani da queste parole hanno sicuramente tratto un pensiero che va oltre ogni dogma partitico e, speriamo, per una sana convivenza futura.

Concetti espressi anche fortemente dal rappresentante del Circolo Culturale Islamico di Udine che, nel saluto a fine concerto, e citando anche padre Ernesto Balducci (“Gli uomini del futuro o saranno uomini di Pace o non saranno!”) ha sottolineato come “in questo contesto qualsiasi “onore alle armi” e desiderio di contestualizzazione perdono significato nella serata stessa”. Concetti ribaditi anche nell’intervento finale di saluto del monsignor Giuseppe Faidutti, parroco di Mortegliano.

Luca A. d’Agostino © instArt

Mortegliano, 04/11/2018 – Scuola di Musica Diocesana di Mortegliano – Duomo di Mortegliano – Concerto: Messa per la Pace “The Armed Man” di Karl Jenkins – Coro Gabriel Fauré e Solisti dell’Orchestra San Marco di Pordenone – Direttore Emanuele Lachin – con la partecipazione del Laboratorio di musica corale – Istituto Comprensivo Mortegliano Castions di Strada – Angelo Floramo direttore e consulente scientifico della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli – moaddin (cantore) Mohamed Igerdourane – Direzione artistica: Giuseppe Tirelli – Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency © 2018