Si è conclusa ieri, con “Rewind”, un riepilogo per immagini e parole di quanto realizzato dal 6 novembre in poi, la settima edizione di ZeroPixel Festival, dedicata al tema “Musica”. Un’edizione senza precedenti, riorganizzata in toto a causa dell’emergenza pandemica: si è svolta in streaming ed è diventata un appuntamento quotidiano per gli appassionati di fotografia ai sali d’argento. Ma i motori organizzativi non si spengono qui, perché non appena riapriranno musei e mostre, auspicabilmente dal mese di febbraio, le esposizioni presentate in streaming verranno proposte finalmente dal vivo.

Ogni giorno alle 18 ZeroPixel Festival è entrato nelle case del proprio pubblico con un incontro in diretta sui suoi canali Facebook e YouTube: le quasi 28mila visualizzazioni registrate sono la prova del successo di questa nuova formula. Così sono state presentate 13 mostre, 3 conferenze, 4 workshop e 4 concerti, portando nelle case immagini, parole, musica e spunti per chi vuole cimentarsi con la fotografia analogica e le antiche tecniche di stampa. Sono stati 64 i fotografi coinvolti in questa avventura a cavallo tra fotografia e musica: l’accurato catalogo del festival ne propone i lavori e ben riassume l’entità e la varietà di contenuti proposti in questo 2020. “Siamo molto soddisfatti di questa rielaborazione in streaming del Festival – commenta Annamaria Castellan, presidente dell’Associazione Acquamarina -: così abbiamo messo a frutto lo sforzo fatto per l’organizzazione, siamo andati incontro alle aspettative del nostro pubblico e dei fotografi che siamo riusciti a coinvolgere, ben 64 provenienti da tutto il mondo, dalla Finlandia agli Stati Uniti, dalla Corea al Messico, dall’Olanda alla Croazia.  Abbiamo proposto 20 eventi e ogni giorno alle 18 abbiamo bussato alle porte di chi ama la fotografia argentica. La risposta è stata sorprendente: oltre 27mila accessi hanno compensato tutte le nostre fatiche. Ci siamo collegati con il Messico, con la Croazia e con Milano, Como, Senigallia e Tolmezzo, condividendo esperienze e tecniche, rinsaldando collaborazioni, facendo nascere nuove proposte culturali. Ringraziamo la Regione, la Fondazione Kathleen Foreman Casali, la Banca di Credito Cooperativo di Trieste e Gorizia, i Comuni di Trieste e Tolmezzo, i nostri numerosi partner e collaboratori, associazioni, biblioteche, privati: senza di loro questo Festival non sarebbe stato possibile. Ma non è finita qui: le opere fotografiche hanno la necessità di essere fruite “dal vivo” e il nostro obiettivo è farle vedere al pubblico. Per questo motivo ci stiamo rimboccando le maniche”.

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