“EX CHIMICO. PRIMO LEVI E IL SUO SECONDO MESTIERE”. NEL CENTENARIO DELLA NASCITA, SONIA BERGAMASCO PORTA IN
SCENA PRIMO LEVI: IL DEBUTTO MERCOLEDI’ 3 OTTOBRE AL TEATRO VERDI DI PORDENONE, DOVE LA PRODUZIONE VIENE ALLESTITA IN RESIDENZA.
“EX CHIMICO. PRIMO LEVI E IL SUO SECONDO MESTIERE”.
Da un’idea di Sonia Bergamasco, regista e interprete.
Prima Nazionale: mercoledì 3 ottobre, Teatro Verdi Pordenone (ore 20.45) Una coproduzione Orlando28 e Teatro Comunale Verdi Pordenone
Nell’ambito del progetto speciale “Tra letteratura e teatro”, curato da Natalia Di Iorio

Debutta mercoledì 3 ottobre in prima nazionale al Teatro Comunale Verdi di Pordenone “Ex Chimico. Primo Levi e il suo secondo mestiere”, lo spettacolo ideato, diretto e interpretato da Sonia Bergamasco, attrice e regista, (Nastro d’Argento 2004, Premio Flaiano 2005 e 2016, della Critica 2012, Duse 2014, Ciak e Premio Alida Valli 2016), versatile e raffinata protagonista delle scene italiane. Nel conto alla rovescia per il centenario dalla nascita di Primo Levi, lo spettacolo nasce dal progetto di residenza avviato dal Teatro Verdi in coproduzione con Orlando28, nell’ambito del progetto speciale “Tra letteratura e teatro” curato da Natalia Di Iorio e promosso in sinergia con pordenonelegge e con il sostegno di Fondazione Friuli, media partner Radio3 Rai. Info e prevendite attive on-line al sito www.comunalegiuseppeverdi.it e alla Biglietteria del Teatro aperta dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 19. Tel 0434 247624.
In scena il pubblico si ritroverà di fronte a un vero e proprio ritratto dell’autore “cucito insieme” attraverso racconti e frammenti dall’opera di Levi che spaziano dalla testimonianza al racconto di fantasia, dalla poesia alla fantascienza e che ci consegnano, nell’estrema varietà dei generi, il timbro inalterato e inconfondibile della sua alta voce morale. Un’attrice sola in scena allestisce un teatro dei giochi, feroce e umanissimo, che parla la lingua esatta di Primo Levi e che si stempera nel suo sorriso azzurro e dà forma e respiro alle nostre vite fragili e desideranti. Ci sorprendiamo a ridere di cuore di un animale fantastico e l’istante successivo restiamo inchiodati a un’incarnazione definitiva del male. “Ero una ragazza quando lessi per la prima volta Se questo è un uomo – racconta la Bergamasco – un libro incandescente che cambia la percezione del mondo e della Storia. Fino a non molto tempo fa, però, non ero andata oltre quella soglia, e non conoscevo l’ampiezza e la ricchezza dell’opera di Primo Levi, che è oggi uno degli scrittori italiani più conosciuti al mondo. I suoi racconti fantastici e fantascientifici (poco noti al grande pubblico) si affacciano – a cento anni dalla nascita dello scrittore – con la limpidezza e l’ironia di un classico e parlano una lingua asciutta, commovente, intimamente musicale”. «La chimica – scriveva Primo Levi – è l‘arte di separare, pesare e distinguere: sono tre esercizi utili a chi si accinge a descrivere fatti o a dare corpo alla propria fantasia. Ora, le cose che ho viste, sperimentate e fatte nella mia precedente incarnazione sono oggi, per me scrittore, una fonte preziosa di materie prime, di fatti da raccontare. Scrivo proprio perché sono un chimico: il mio vecchio mestiere si è largamente trasfuso nel nuovo».
«L’immagine di scena – racconta Sonia Bergamasco – è una tavola spoglia, imbandita con il bianco dei piatti, dei fogli e delle luci. Tavola anatomica, ritrovo di famiglia, sogno fantastico. D’altra parte scriveva Primo Levi: descrivere fatti o dare corpo alla propria fantasia. Ex chimico è una “rappresentazione laica” in cui l’evocazione cede il passo alla testimonianza, il ritmo del gioco si impasta di poesia. Ci sorprendiamo a ridere di cuore di un animale fantastico e l’istante successivo restiamo inchiodati a un’incarnazione definitiva del male. In bilico tra racconto e immedesimazione, un’attrice sola in scena allestisce un teatro dei giochi, feroce e umanissimo, che parla la lingua esatta di Primo Levi e che si stempera nel suo sorriso azzurro e dà forma e respiro alle nostre vite fragili e desideranti».

Sonia Bergamasco è nata a Milano, dove si è diplomata in pianoforte. Debutta nell’Arlecchino servitore di due padroni di Giorgio Strehler, ed è la Fatina dell’ultima edizione teatrale e televisiva del Pinocchio di Carmelo Bene. A teatro ha lavorato anche con Theodoros Terzopoulos, Massimo Castri e Glauco Mauri. Premio Duse 2014 per il suo lavoro d’attrice, è interprete e regista di spettacoli in cui l’esperienza musicale si intreccia più profondamente con il teatro. Tra gli altri, Il Ballo (dal racconto di Irène Némirovsky) e L’uomo seme, entrambi nati dalla collaborazione artistica con il teatro Franco Parenti di Milano. Nel marzo 2017 dirige al Piccolo Teatro lo spettacolo “Louise e Renée“, ispirato a “Memorie di due giovani spose” di Balzac, di cui Stefano Massini cura la drammaturgia originale. Nel corso della lunga collaborazione artistica con il compositore Azio Corghi interpreta ruoli di cantante-attrice in Italia e all’estero. Nel ruolo di Elvira nell’opera Il dissoluto assoluto su libretto di Jose Saramago, è al Teatro Sao Carlos di Lisbona nel 2005 e alla Scala di Milano nel 2006. Al Teatro San Carlo di Napoli, nel settembre 2017, è interprete e autrice della narrazione di scena nella versione da concerto del Fidelio di Beethoven diretta da Zubin Metha. Collabora stabilmente in duo – con un vasto repertorio per voce e pianoforte – con il musicista Emanuele Arciuli. Protagonista del film L’amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci. Nastro d’argento 2004 per La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana; lavora con Bernardo Bertolucci, Giuseppe Piccioni e Franco Battiato. E’ la Regina madre del film Riccardo va all’inferno, di Roberta Torre e Luce nella commedia Come un gatto in tangenziale, diretta da Riccardo Milani. Premio Flaiano come miglior interprete nel film De Gasperi, di Liliana Cavani, riscuote grande successo nelle serie Tv Tutti pazzi per amore e Una grande famiglia, entrambe dirette da Riccardo Milani, ed è Livia nella serie televisiva Il commissario Montalbano. Per il film Quo vado?, diretto da Gennaro Nunziante, vince il Premio Flaiano come interprete dell’anno, il Premio Alida Valli come migliore attrice non protagonista al Bari International Film Fest e il Premio CIAK d’oro.

comunicato stampa

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