La Società dei Concerti di Trieste conclude la sua stagione 2018/2019 mercoledì 19 giugno alle 20.30 al Teatro Verdi con il giovane Gorini, rivelazione del Concorso Beethoven di Bonn. Filippo Gorini, ventitré anni, è uno dei più interessanti talenti della sua generazione e si sta imponendo come una delle voci più autorevoli del pianismo italiano contemporaneo, a partire dal rigore delle scelte del repertorio che decide di affrontare. Lodato da Andrei Gavrilov come “un musicista con una combinazione di qualità artistiche rare: intelletto, temperamento, ottima memoria, immaginazione vivida e grande controllo”, il suo repertorio si estende dal barocco fino ad autori contemporanei come Stockhausen, Boulez, Sciarrino, Adés. A Trieste per la Società dei Concerti si esibirà in un programma che spazia dal moderno al classico. Ad aprire la serata “Splinters”, Op. 6d di György Kurtág. Questo compositore ungherese utilizza un linguaggio estremamente colto e calibrato in grado di concentrare in piccoli ed espressivi frammenti combinazioni incredibili di effetti e colori. La sua lucidità compositiva appare evidente in questi quattro brani per pianoforte intitolati “Splinters” (Schegge) dove in brevissimo tempo le innumerevoli e svariate possibilità timbriche della tastiera vengono esplorate in un continuo intreccio di dinamiche e contrasti. Musicista dall’immensa capacità comunicativa, György Kurtág è universalmente riconosciuto come uno dei più importanti compositori del panorama internazionale. A seguire  Gorini si cimenterà nella“Kreisleriana” otto fantasie per pianoforte, Op. 16 di Robert Schumann. In una lettera inviata ad un corrispondente francese Schumann scrisse: «Di tutte le composizioni degli anni attorno al 1838, Kreisleriana mi è la più cara … Kreisler è un personaggio creato da Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, è un maestro di cappella strano, esaltato, spirituale. Molte cose in lui vi piaceranno…». Per Robert Schumann musica e letteratura sono sempre state estremamente connesse. L’autore infatti trovava spesso ispirazione da personaggi e racconti nei quali aveva avuto modo di imbattersi nel corso delle sue esperienze editoriali legate all’attività di famiglia e alla sua funzione di critico musicale presso la rivista Neue Zeitschrìft für Musik. Il musicista immaginario, Kreisler, concepito da Hoffmann colpì molto l’autore per il suo carattere geniale e tormentato, facendogli intravedere un’immagine speculare di sé stesso tale da portarlo alla realizzazione di quell’autoritratto musicale che è l’op. 16. Nonostante il brano fosse stato concepito per Clara Schumann, venne pubblicato con dedica all’amico Fryderyck Chopin, e si componeva di otto fantasie caratterizzate dalla presenza di una grandissima varietà stilistica e cromatica data un’alternanza regolare di tonalità minori e maggiori in grado di esaltare stati d’animo talvolta concitati e nevrotici, talvolta più sereni e distesi, restando comunque intrecciate l’una all’altra in percorso coerente ed omogeneo. La serata si concluderà con la Sonata per pianoforte n. 21 in si bemolle maggiore, D. 960 di Franz Schubert. All’epoca il compositore non era molto considerato, tranne che per la sua produzione liederistica e quest’opera fu pubblicata dall’editore Diabelli appena dieci anni dopo la sua composizione e dedicata a Robert Scumann che da sempre credeva nella genialità del compositore viennese. La recensione che Schumann fece sulla sua rivista della sonata in si bemolle maggiore D. 960 coglie in maniera molto sottile lo spirito dell’opera: “mentre in genere egli chiede tanto allo strumento, qui rinuncia volontariamente ad ogni novità brillante ed arriva ad una semplicità di invenzione ben più grande: altrove egli intreccia nuovi legami di episodio in episodio, qui invece distende e dipana alcune idee musicali generali. Così la composizione scorre mormorando di pagina in pagina, sempre lirica, senza mai pensiero per ciò che verrà, come se non dovesse mai arrivare alla fine, interrotta soltanto qua e là da fremiti più violenti che tuttavia si spengono rapidamente ”.

Gorini è anche il vincitore del Premio “Una vita nella musica – Giovani” 2018, che dal 1979 viene annualmente assegnato al Teatro La Fenice di Venezia da un comitato scientifico di critici e musicologi. Tra gli impegni salienti del 2019, il debutto alla Tonhalle di Zurigo, al Festival Schubertiade in Austria, alla Fondation Louis Vuitton a Parigi, negli Stati Uniti (Seattle e Portland), in Canada (Vancouver) e, in Italia, con l’Orchestra Sinfonica Siciliana e con l’Orchestra “G.Verdi” di Milano (Brahms, Concerto n.2, con la direzione di Claus Peter Flor). 

Nel settembre ‘19 eseguirà la Fantasia Corale di Beethoven con l’Orchestra e Coro del Mozarteum di Salisburgo, diretta da Riccardo Minasi, nel concerto inaugurale della stagione sinfonica 19/20, presso la Großer Saal del Mozarteum.

Il suo primo CD, con le “Variazioni Diabelli” di Beethoven, registrato presso la Beethovenhaus di Bonn, e uscito nell’agosto 2017 per l’etichetta francese Alpha Classics, ha ricevuto i più alti riconoscimenti dalla stampa internazionale: “Diapason d’Or” di ottobre 2017, 5 stelle da The Guardian, BBC Music Magazine e Le Monde, e “Supersonic Award” Pizzicato. Tra gli altri premi vinti spiccano il “Beethoven-Ring” conferito dall’associazione “Cittadini per Beethoven” di Bonn (2016), il premio del Festival “Young Euro Classic” di Berlino (2016) e, in precedenza, il primo premio al Concorso “Neuhaus” del Conservatorio di Mosca (2013).

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