L’ultima giornata dell’undicesima edizione de Le Voci dell’Inchiesta, il festival promosso da Cinemazero, che da cinque giorni ha aperto un’importante finestra sul mondo, porta anche domenica 15 aprile ospiti cruciali per comprendere l’attualità, anteprime nazionali e super premiate e momenti di approfondimento di settore.
Il gran finale è affidato al film vincitore del prestigioso premio Cameraimage 2017 e premio del pubblico al Madrid Doc Film Festival 2017, Radio Kobanî, di Reber Dosky, e che mostra la libertà di una radio, rifugio e conforto per sopravvissuti, soldati e musicisti, costruendo uno dei più accorati ritratti mai realizzati di Kobane, città occupata e distrutta dallo Stato Islamico, ma strenuamente difesa e ricostruita dai suoi abitanti curdi.
A presentare il documentario, un caleidoscopico ritratto degli avvenimenti, Francesco Strazzari – Professore associato di scienza politica alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, adjunct research professor al Norwegian Institute of International Affairs, specializzato in studi di sicurezza, conflitti armati, geopolitica e criminalità organizzata transnazionale.
L’ultima sera non può non svelare anche le scelte della giuria chiamata ad individuare il miglior documentario dell’edizione – il critico Fabio Francione, il regista fresco “Nastro d’argento” Antonio Bellia e il presidente di giuria regista e sceneggiatore Italo Moscati – nonché verrà consegnato l’atteso premio del pubblico, prima di lasciare il palco per l’esclusivo concerto dedicato al Kurdistan Diyar Üren Mehrovî con l’accompagnamento dei Cantalicunti.
Diyar Üren Mehrovî viene da un villaggio nel cuore del “Grande Kurdistan” (la montuosa regione del Botan, nell’attuale Kurdistan turco), ma la sua famiglia – che ha sacrificato molte giovani vite alla lotta per la libertà e la pace – fu costretta a “trasferirsi” in Iraq, poi in Grecia, poi in Francia. La musica lo ha portato in Italia, dove ha trovato il suo baglama saz, strumento gettato in fondo al Mare Egeo dai trafficanti di esseri umani e recuperato, come un segno del destino, al suo arrivo qui.
Ma la giornata inizia già alle 11.00 in Mediateca Cinemazero (Palazzo Badini – Viale Mazzini, 2) con un’interessante tavola rotonda in collaborazione con ALA FVG (Associazione Lavoratori dell’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia), Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia e Friuli Venezia Giulia Film Commission. C’è spazio per il cinema del reale nei cinema? Cercheranno di rispondere a questa domanda Anastasia Plazzotta (Wanted Cinema), Sergio Fant (Mondovisioni / Internazionale a Ferrara, CineAgenzia), Nicola Curtoni (Il giro dei cinema), Claudio Storani (Rete degli Spettatori), Giulia Esposito (Lab80 distribuzione) e David Benvenuto (Presidente ALA FVG) che, tra soluzioni, proposte, provocazioni e idee irriverenti svilupperanno un dialogo fra distributori, registi, produttori e soprattutto spettatori per comprendere a che punto è la situazione italiana per la proposta del documentario.
In contemporanea, in Sala Grande a Cinemazero proiezione del film Tommy e gli Altri di Massimiliano Sbrolla, in collaborazione con Fondazione Bambini e Autismo Onlus, una storia vera con sprazzi di irresistibile comicità: un viaggio delicato per capire – col sorriso – cosa significa essere adulti e autistici. Padre e figlio partono per un viaggio che li porterà in giro per tutta l’Italia a conoscere “gli altri”, ovvero gli autistici adulti, come Tommy, a cui non viene riconosciuto il diritto a una vita sociale. Un percorso emozionante costellato di persone che non si rassegnano, che progettano, che sognano e immaginano le loro città dell’utopia. Anche Dina, protagonista dell’omonimo documentario di Antonio Santini e Dan Sickles (in anteprima nazionale, Gran Premio della Giuria al Sundance Film Festival 2017, Premio speciale della giuria al Sheffield International Documentary Festival 2017), in programmazione alle 16.15 è una donna autistica, con un passato difficile, ma contraddistinta da una scoppiettante parlantina, forza d’animo e grande senso dell’ironia. A 48 anni ha finalmente trovato nel dolce e premuroso Scott, anche lui affetto da autismo, l’uomo che desiderava e che sta per sposare.  Girato e composto magistralmente, Dina è un documentario delicato, teneramente costruito, che si tiene alla larga dagli ovvi clichés: nessuno spazio per banali e comuni stereotipi.
Alle 14.45 le inchieste continuano con il film d’esordio in anteprima nazionale di Jairus McLeary and Gethin Aldous, The Work, premio del pubblico allo Sheffield Doc Fest 2017, Gran premio della giuria al SXSW Festival 2017 e premio del pubblico al Chicago International Film Festival 2017.
La macchina da presa dei due registi si insinua all’interno di un carcere di massima sicurezza americano, per documentare quattro giorni di terapia intensiva di gruppo. Tre uomini incensurati vi partecipano e si misurano con quattro detenuti. L’esperienza supererà le loro aspettative, portandoli a vedere sia loro stessi che i condannati sotto un’altra prospettiva. Un documentario dal forte impatto emotivo che apre emozionanti spiragli attraverso barriere mentali e stereotipi culturali. La forza di The Work è quella di portare lo spettatore in posti in cui non sono mai stati e permettergli di accedere alla verità attraverso le esperienze degli altri.
Una giornata all’insegna dei legami e della forza delle emozioni che prosegue alle 18.00 con Brothers di Wojeich Staron. Protagonisti due fratelli polacchi che decidono di ritornare in patria settant’anni dopo essere stati deportati in Siberia.  Alfons un pittore, Mieczyslaw un cartografo.  Il primo sarà presente e interverrà per la proiezione. I due fratelli sono come il fuoco e l’acqua: uno sognatore, l’altro pragmatico. Pieni di vigore e umorismo, hanno sempre idee nuove e folli. Il più grande sogno di Alfons, che sarà presente in sala per introdurre il film, è organizzare una grande mostra delle sue opere, ma la sua casa, con diverse migliaia di dipinti, brucia. Riuscirà a ricominciare la sua vita? Per raccontare la loro storia, il regista si è preso tutto il tempo necessario per entrare a far parte della loro vita, dando spazio ai silenzi e documentando la loro quotidianità, cercando le tracce del loro passato e osservando ciò che accade.

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