Un gran pieno di pubblico ha accolto ieri sera al Teatro Nuovo Giovanni da Udine l’Orchestra e il Coro del Teatro Verdi di Trieste diretti dalla bacchetta di Christopher Franklin, per la rappresentazione del Nabucco di Giuseppe Verdi, opera in quattro atti su libretto di Temistocle Solera. Questo a riprova che l’amore per l’opera è sempre vivissimo anche in tempi di decadenza come quelli attuali.

L’ambientazione si ricollega direttamente ad un’Assiria evocata fin dal sipario, pensata con luci luminose e grande economia di mezzi scenografici. Non per questo risulta uno spettacolo povero, ma, anzi, la scenografia essenziale esalta, come in questo caso, la bravura degli interpreti. Bastano quindi, come in questo caso un paio di sfondi e qualche parete mobile per cambiare completamente scenografia ed adattare quindi la scena alle esigenze del copione con una spesa relativamente contenuta, grazie anche, come in questo caso, ad un accorto gioco luci. I costumi, molto curati, riflettono la scelta di un’ambientazione tradizionale riproponendo modelli che rispondono perfettamente ad una certa idea stereotipata di Assiria.

Ma veniamo agli interpreti. L’Orchestra ed il Coro del Teatro Verdi dimostrano anche in questa occasione una grande professionalità. Il coro, ottimamente preparato da Francesca Tosi, è il grande protagonista di questo capolavoro verdiano: sempre omogeneo nelle sue sezioni, ci dà un’interpretazione vocale del Va’ pensiero di assoluto valore, ma anche in altri interventi dà prova di precisione e perfetta intonazione.

L’orchestra dimostra una indiscutibile professionalità accompagnando i cantanti senza mai coprirli, grazie anche all’indispensabile opera di raccordo del direttore Christopher Franklin. Inoltre, le parti di “solo” delle prime parti dell’orchestra (penso al solo del flauto in Va’ pensiero, ma ce n’è molti altri e per tutti gli strumenti) sono sempre contraddistinte da precisione, intonazione e bel suono.

La compagnia di canto è decisamente di buon livello e trova i suoi punti di forza, per parlare solo dei ruoli principali, in un Nabucco, il baritono Giovanni Meoni, di splendida presenza scenica e vocale, cui si contrappone un’Abigaille (il soprano Kristina Kolar) dal timbro morbido e dalla bella presenza e con uno Zaccaria (Nicola Ulivieri)di grande evidenza scenica e vocale. Tutti e tre molto applauditi alla fine. Bravi anche Ismaele (il tenore Riccardo Rados) e Fenena (il soprano Aya Wakizono).

Ottimo il successo di pubblico.

Sergio Zolli © instArt

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