Il Teatro Verdi di Pordenone
presenta la mostra

Giampaolo Coral
MUSICA SU TELA

A cinquant’anni dall’esecuzione della sua prima composizione orchestrale (Germania, 1969), il teatro Verdi presenta la prima esposizione pubblica della produzione pittorica del compositore triestino Giampaolo Coral (1944-2011)

a cura dello storico e critico dell’Arte Fulvio Dell’Agnese

inaugurazione: sabato 23 marzo, ore 11
foyer del teatro – ingresso gratuito

la mostra sarà aperta nelle giornate di spettacolo fino al 30 giugno

collaborazione con il Liceo Artistico “E. Galvani” – Cordenons – anno scolastico 2019/2020

Musica su tela”, la mostra dedicata alla pittura del compositore triestino Giampaolo Coral, scomparso nel 2011, avvia negli spazi del foyer del Verdi di Pordenone una serie di esposizioni con cui il Teatro intende portare all’attenzione del suo pubblico artisti ed opere legati, a vario titolo, alla dimensione teatrale e musicale.

La mostra – che inaugura sabato 23 marzo nel foyer del Verdi alle 11.00, con ingresso liberto aperto a tutto il pubblico, che resterà aperta in tutte le giornate di spettacolo fino al 30 giugno prossimo – è curata dallo storico e critico dell’Arte Fulvio Dell’Agnese che spiega come sia quasi istintivo leggere le partiture del Coral musicista come lo sviluppo di un progetto grafico, che articola il suono attraverso una costruzione propriamente visiva, analogamente, nei suoi quadri. Le note non sono mai pura decorazione di raccordo fra il diletto della pittura e la dimensione di lavoro del compositore; come nella scrittura musicale, il pentagramma e le varie annotazioni si articolano come sistema segnico capace di strutturare fisicamente l’immagine.

La vita del compositore triestino Giampaolo Coral, che inizia a comporre giovanissimo ed esordisce in Germania con la sua prima opera orchestrale – il Requiem per Jan Palach e altricinquant’anni fa, nel 1969, è completamente intrisa della sua arte, musicale e pittorica. Nella grande casa di Monika e Giampaolo Coral, a Trieste, le porte sono quasi tutte dipinte: i vetri o la struttura sono stati immancabilmente trasformati in supporto per un tessuto di linee, simboli e colori.

In particolare, ad essere ricoperta da una stratificazione di pennellate è la porta dello studio di Giampaolo: il sigillo dello spazio in cui si ritirava a comporre, ma al tempo stesso la metafora di quanto pervasiva fosse l’energia comunicativa dell’uomo e della sua musica, che nessun battente poteva confinare in un angolo dell’abitazione o della città. Girare quella maniglia, ancora oggi, è come assecondare il fluire delle note, accompagnando il volto stilizzato del musicista (dipinto al centro della porta) nell’attraversare con lo sguardo ogni sbarramento culturale.

Elemento ricorrente nella pittura di Giampaolo Coral è un filo di orizzonte solcato da battelli in navigazione. Niente di strano, si dirà, per un artista che viveva a Trieste, e della cui scrittura orchestrale si è affermato che “crea processi ad onda, dove la musica si gonfia a causa di figure accumulate o si distende”. Ma la sensazione è che i comignoli fumanti dei bastimenti vengano osservati dal pittore con un tenero disincanto alla Pessoa: le navi, il mare, sono emblemi di un lungo viaggio nella musica, verso quella che Coral definiva la sua “isola interiore che sta nel mondo, ma è lontana dal rumore del mondo”.

“L’ambizione – spiega il Presidente del Verdi Giovanni Lessio – è quella di non costruire semplicemente mostre di artisti visivi all’interno di un teatro, ma di prolungare la vibrazione della messa in scena e dell’interpretazione, che del teatro pervade gli spazi, nelle riflessioni pittoriche, fotografiche, plastiche firmate da chi al palcoscenico o alla dimensione concertistica è strettamente legato da affinità elettive o consumate militanze professionali. Mostre, dunque, a partire da quella dedicata a G.P. Coral almeno concettualmente prossime all’idea di installazione ambientale, che si propongono uno scarto rispetto alle convenzioni anche attraverso l’attivo coinvolgimento del pubblico più giovane: in tal senso è strutturato il progetto la collaborazione con il Liceo Artistico “E. Galvani” di Cordenons, i cui allievi, a partire dall’anno scolastico 2019/2010 saranno invitati a elaborare un commento visivo delle esposizioni e degli appuntamenti ad esse connessi (dalle esecuzioni musicali agli incontri di approfondimento), condivisi attraverso schermi video collocati ai vari livelli del foyer”.

Comunicato Stampa

Share This