Mostra
«Sia la chasa spechio del spirito»: abitare in Friuli nel Quattrocento
Cividale del Friuli, Palazzo de Nordis
Inaugurazione sabato 15 giugno, ore 17.00

Con la mostra «Sia la chasa spechio del spirito»: abitare in Friuli nel Quattrocento, viene proposto un ‘viaggio’ nella dimora friulana lungo tutto il corso del XV secolo, mostrandone le differenti tipologie edilizie, gli arredi, le suppellettili, gli oggetti d’arte.
Per il Friuli, il Quattrocento fu un’epoca di grandi cambiamenti e momento di passaggio dallo stato patriarcale d’impronta feudale alla nuova dominazione vivacemente imprenditoriale e cosmopolita di Venezia. L’arrivo dalla Dominante di famiglie e maestranze influì anche sull’assetto edilizio, con l’introduzione di tipologie assolutamente nuove.
Ed è proprio in quest’epoca che le sempre più numerose acquisizioni tecnologiche (per esempio le canne fumarie, la chiusura delle finestre con ‘impannate’) riuscivano a soddisfare le altrettanto crescenti esigenze residenziali, iniziando un cammino anticipatore dell’abitazione moderna.
Nella mostra vengono resi noti i risultati di alcuni progetti di ricerca condotti presso il Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine ed è organizzata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e di Civibank, in collaborazione con l’Associazione Toscani in Friuli Venezia Giulia e con la partecipazione di numerosi partner anche internazionali: il Comune di Cividale del Friuli, l’Association internationale de recherche sur les charpentes et plafonds peints médiévaux (RCPPM), il Groupe d’anthropologie historique du long Moyen Âge (AHLOMA) dell’École des hautes études en sciences sociales (EHSS), il Centro internazionale di studio sulle arti applicate (CISAA), la Fondazione Auxilia, la Fondazione Stibbert, il Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia, il Comune di Pulfero, Il CATAS, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa (CNA), il Centro Studi Claviere, il Museo civico di Belluno, l’associazione ARS (Arte Ricerca Storia), il Centro internazionale di studi monastici, l’Associazione italiana consulenti per lo sviluppo della cultura d’impresa (AICS).
La curatela scientifica è di Maurizio d’Arcano Grattoni, docente di Storia della produzione artigianale e della cultura materiale nel Medioevo presso il corso di laurea in Beni culturali dell’Università di Udine e di Storia delle arti applicate presso la Scuola di specializzazione in beni storico-artistici del medesimo ateneo, e di Francesco Fratta de Tomas, dottore di ricerca in Storia dell’arte medievale e assegnista di ricerca presso il Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine.
Grazie ai rapporti internazionali coltivati da alcuni membri del comitato scientifico, il progetto ha potuto avere un taglio interdisciplinare, maturato dal frequente confronto fra studiosi di discipline e di formazione diverse, il che ha consentito di strutturare il percorso espositivo con un linguaggio nuovo così da fornire una lettura assolutamente aggiornata sugli studî più recenti.
La mostra, arricchita anche da ricostruzioni di ambienti, esporrà documenti (p.e. inventarî di abitazioni udinesi) o iconografie (p.e. gli interni nelle tavole di Bertrando e di San Nicolò del duomo udinese), ma soprattutto – in originale e per la maggior parte esposti per la prima volta – arredi (cassoni, arche…), tessili (tovaglie, ‘agopitture’…), suppellettili (bruciaprofumi, vasellami da parata…), oggetti d’uso (lucerne, candelieri….). Questo per far capire come si presentavano gli interni della dimora in quel tempo e ‘accompagnare’ il visitatore lungo un percorso che lo possa ‘immergere’ nella vita quotidiana del Friuli quattrocentesco.
Inoltre, per la prima volta si faranno conoscere alcune attività artigianali caratteristiche del Friuli ma dimenticate da secoli (per esempio l’intaglio piatto del legno oppure i tessili ‘a capi blavi’) il cui recupero potrebbe essere possibile soprattutto grazie al dialogo iniziato fra l’istituzione accademica (alcuni docenti dell’Università di Udine) e alcune professionalità artigiane locali nello specifico connesse al settore arredo e di produzione artistica e artigiana, il che ha consentito la collaborazione fattiva e la realizzazione materiale – per ora in via sperimentale – di manufatti non costruiti almeno da cinquecento anni e presentati in mostra a confronto con gli originali.
Una testimonianza straordinaria – seppur di poco più tarda rispetto all’ambito cronologico della mostra, ma che verrà presentata in anteprima assoluta per l’eccezionale valore artistico e in quanto esemplificativa del nuovo gusto al morire del Quattrocento – è data dall’inedita placca in rame e smalto con una scena tratta dall’Eneide di Virgilio, più precisamente I troiani, con rami d’olivo, si recano da Latino.
Realizzata presso una bottega di Limoges (F) dal cosiddetto ‘Maestro dell’Eneide’ negli anni 1530-35, fa parte di una serie di ottantadue placche – ognuna con un episodio differente della narrazione – suddivise in collezioni pubbliche e private in tutto il mondo (per esempio, ventidue sono al Louvre) e sono tratte dall’edizione illustrata dell’Eneide incisa da Sebastian Brant (1457-1521) ed edita a Strasburgo da Johann Grüninger nel 1502.
Data l’altissima qualità si pensa sia frutto di una committenza insigne.
La placca friulana – finora considerata perduta e riconosciuta in occasione dei lavori preparatori alla presente mostra – fu danneggiata durante la II Guerra mondiale da un ufficiale tedesco che la voleva sottrarre all’allora proprietario, il parroco di Branco (UD). Ancora ignoto il percorso che portò l’opera in Friuli.
L’esposizione a Palazzo de Nordis è integrata dalle visite alla cosiddetta ‘Casa dell’orefice’ in Borgo Brossana a Cividale (esempio di dimora artigiana perfettaente conservata con riallestimenti d’ambiente) e ai giardini del Monastero di San Giorgio in Vado a Rualis (con ricostruzioni di spazî verdi medievali). Per queste visite: +39 0432 700820; info@ilgiardinodelchiostro.com.
Per i laboratorî didattici connessi alla mostra (per piccoli e adulti): +39 328 7179749; elisa.pallavicini@libero.it.

Per ulteriori chiarimenti: +39 348 5501232.

comunicato stampa

 

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