Non solo musical, grandi classici del teatro e straordinari interpreti nella stagione di prosa 2022/2023 del teatro nuovo Giovanni da Udine. La rassegna “Tempi Unici” caratterizzata da spettacoli in unica replica continua a sorprendere per la qualità e l’originalità delle sue proposte. Senza nomi altisonanti e grandiose messe in scena ma con testi ricchi, coinvolgenti affidati a registi e attori di notevole spessore.
Dopo avere commosso il pubblico con la toccante interpretazione di Remo Girone nel monologo “Il cacciatore di nazisti – L’avventurosa vita di Simon Wiesenthal”, ad approdare sul palco del Nuovo versione “ridotto” è stato un lavoro davvero delizioso come “Estate in dicembre”, un testo di Carolina Africa Martìn Pajares (drammaturga, regista e attrice madrilena classe 1980), la cui versione italiana porta la firma di  Antonella Caron, straordinariamente recitato da un quintetto tutto al femminile composto da Fiammetta Bellone, Elsa Bossi, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti e Alice Giroldini, dirette dal regista friulano Andrea Collavino, luci a cura di Aldo Mantovani e la produzione del Teatro Nazionale di Genova.

Drammaturgia contemporanea, una storia di vita quotidiana, apparentemente semplice e minimale, tutta al femminile, in cui è naturale trovare affinità con il proprio vissuto.
Pajares, considerata tra le voci più interessanti del panorama spagnolo, ha conquistato la notorietà nazionale proprio grazie alla prima edizione di “Verano en Diciembre” con cui nel 2012 si è aggiudicata il prestigioso Premio Calderòn de la Barca e numerosi riconoscimenti.
Una nonna, una mamma e tre figlie, generazioni a confronto su piccole e grandi temi della vita. Sono loro a comporre una stravagante famiglia, tutta al femminile (gli uomini sono ombre del passato, ingombranti presenze del presente), “donne sull’orlo di una crisi di nervi” parafrasando la divertentissima commedia di Pedro Almodovar che in un dialogo serratissimo, si affrontano e si confrontano, dando libero sfogo a frustrazioni e rancori ma non negandosi anche momenti di assoluta tenerezza ed empatia, il desiderio di protezione   che rivela il profondo affetto dal quale sono legate.
La regia di Andrea Collavino è essenziale e incisiva: in scena non ci sono oggetti, solo cinque sedie da spostare nello spazio vuoto a creare ambienti e situazioni, lasciando agli spettatori ampia libertà d’immaginazione.
Così a prendersi tutta l’attenzione del pubblico sono le parole, gridate, sussurrate, semplicemente dette, che disegnando personalità e i sentimenti di ogni donna della famiglia in cui coesistono dolore e ironia, silenzi e incontenibile allegria.
Ineccepibile l’interpretazione delle cinque attrici in scena, Fiammetta Bellone, Elsa Bossi, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti e Alice Giroldini, eccezionalmente brave nel dare forma e sostanza al proprio personaggio, perfettamente sintonizzate tra loro, capaci d’infondere un ritmo intenso e travolgente alla pièce, rendendo irrilevante l’assenza di scenografie ed effetti.
Spettacolo dal grande coinvolgimento emotivo che è riuscito a toccare tanti temi assai sensibili del vivere quotidiano, affrontandoli con sottile ironia anche nei suoi aspetti a volte più tragici e snervanti.
Uno spettacolo in cui sorridere e commuoversi osservando quello che accade in scena ma anche tanti motivi per riflettere su discorsi e comportamenti che riguardano un po’ tutti noi.
Spiazzante il finale che lascia spazio a un’ipotesi di futuro in cui la felicità sarà ancora possibile.
Meritati, convinti e prolungati gli applausi del pubblico del Nuovo presente alla prima delle due repliche eccezionalmente previste.

Rita Bragagnolo / instArt 2023©

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