Foto Laila Pozzo ©

L’argomento è sicuramente intrigante ma anche pericoloso. Gli Oblivion, al debutto nel duplice ruolo di autori e interpreti sia dei testi (by Davide Calabrese, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli) che delle musiche (by Lorenzo Scuda), ne “La Bibbia riveduta e corretta” affrontano un’alternativa rilettura del testo sacro più antico del mondo. Operazione indubbiamente temeraria perché la scelta di affrontare tematiche religiose con sarcasmo e ironia potrebbe urtare la sensibilità di molti credenti. L’impegnativa operazione riesce all’intrepido quintetto, i cui componenti sono indistintamente e parimenti dotati di una notevole professionalità che unisce canto e recitazione, abilità mentali, fisiche e verbali. Unanime infatti il successo ottenuto dallo spettacolo, la cui regia è firmata da Giorgio Gallione e la produzione da Agidi, nei tanti teatri italiani fin dal debutto del novembre scorso, confermato anche dal pubblico che domenica 3 marzo gremiva il teatro Modena di Palmanova (cartellone Ente Regionale Teatrale 2018/2019).

Gli Oblivion del resto di talento, preparazione, versatilità ne hanno da vendere. Si sono fatti conoscere per le loro spassose parodie letterarie e musicali intrise di fine umorismo. Tempi stretti, 5/10 minuti al massimo, per un’esilarante versione de “I Promessi Sposi” o per riassumere ben 68 canzoni del Festival di Sanremo. La dote della sintesi caratterizza fin dagli esordi il travolgente quintetto composto da Graziana Borciani, Davide Calabrese (triestino e indimenticabile mimo del promo di Report sulle note di “Quando, quando”), Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli.

Foto Laila Pozzo ©

La storia.
E’ il 1455 quando a Magonza, in Germania, Johann Gutenberg (Davide Calabrese) introduce la stampa a caratteri mobili creando l’editoria e inaugurando così l’Età moderna. Da scaltro professionista dell’epoca, conscio dell’importanza della sua scoperta, si tormenta alla ricerca di un primo lavoro da stampare. A soccorrerlo arriva Dio (Fabio Vagnarelli) in persona che gli propone di dare alle stampe la sua autobiografia “mano-scolpita”. Sarà l’inizio di un dibattito ricco di sorprese a cui parteciperanno Gesù (Lorenzo Scuda), un moderno giovane contestatore, la finanziatrice dell’opera Frau Fust (Francesca Folloni) e la collaboratrice di Gutenberg Fräulein Schöffer (Graziana Borciani)

Ne “La Bibbia riveduta e scorretta” il ritmo è vorticoso per due ore di sano divertimento. Senza peccare di blasfemia ma non rinunciando comunque a qualche provocazione, gli Oblivion abbandonano tout court la parodia, cavallo di battaglia di tanti anni e tanti spettacoli, virando di netto verso un teatro musicale con ampi sprazzi rubati al varietà d’altri tempi e costellando il tutto d’ironia, leggerezza e un po’ di follia. Geniale l’adattamento della storia ai molti canoni della vita contemporanea: bisogni, limiti, conflitti, manie. Strizzano l’occhio a musical celebri disseminando il copione di citazioni e richiami, anche alla tv di oggi. Così la sfida di PaternosterChef serve a raccontare la vicenda di Caino e Abele mentre Noè per la costruzione dell’Arca dovrà assemblare i pezzi e viti simili a quelli venduti da una famosa catena scandinava. Gesù irrompe in scena nei panni di un moderno rapper un po’ ribelle che beve birra Corona alla spina alle prese con un irriverente conflitto generazionale con il Padre.

Ci si diverte, si riflette e, nel finale, resta il tempo anche per una stringata morale: nulla dovrebbe essere preso troppo alla lettera neppure la Bibbia che andrebbe capita, interpretata con un po’ di umanità e adattata al tempo vissuto.

Per chi si fosse perso la replica di Palmanova, lo spettacolo tornerà in regione dal 24 al 31 marzo (Casarsa, Monfalcone, Gemona, Codroipo, Maniago e Latisana www.ertfvg.it).

Rita Braganolo © instArt