Festa di nozze. Il classico pubblico di parenti e amici degli sposi guarda rapito una persona (il neo marito) che si libra in aria legato ad una mongolfiera spargendo petali alle persone sottostanti. Due persone evitano che si elevi troppo tenendo con forza due funi. Succede però … La scena è tratta dal film, consigliato da chi scrive, Le sens de la fête del 2017, (in Italia C’est la vie – Prendila come viene ) ed è introdotta da malinconiche note di pianoforte sulle quali si innesta un coro che dà corpo e melodia ad una perfetta pop song: Meaning. L’autore è Alexander Longo, che, quando si mette casco e tuta da stunt man, si fa chiamare Cascadeur, francese di evidenti origini italiche che non teme i trabocchetti e le cadute che minacciano il percorso che conducono alla creazione delle canzoni pop. È sembrato quindi perfetto fargli concludere il Dedica Festival di Pordenone, avente come protagonista la poetessa e scrittrice transalpina Maylis de Kerangal (probabilmente sua fan).

L’entrata in scena è teatrale, con il batterista che sale sul palco vestendosi, mentre il cantante in tenuta d’ordinanza, lo raggiunge, cantando e passando in mezzo al pubblico. On stage Longo è accompagnato da un batterista che ne asseconda metronomicamente gli sbalzi, un chitarrista che tesse trame ora liquide ora aggressive e da un tastierista, suo vero alter ego, che si destreggia ogni tanto col theremin. Non ha paura di farsi male Cascadeur (del resto con un simile nick come potrebbe ?): si eleva con Back to live, plana con una Meaning lunare, priva del coro, ma ugualmente intensa, graffia con Scarface. Il gruppo lo asseconda alla perfezione e lui cerca anche di coinvolgere un pubblico che forse non si aspettava un simile istrione. L’esibizione mostra infatti un artista attento agli aspetti scenici e musicalmente influenzato dai modelli pop anglosassoni, nonostante si possa avvertire un french touch di fondo. Il cantante e compositore francese si è dimostrato artista a tutto tondo, capace di scrivere e interpretare canzoni pop con una leggerezza mai scaduta nella banalità o nel kitsch, dimostrando profondità e gusto nella scelta degli arrangiamenti e dei campioni, che talvolta compaiono tra le note. Niente autotune o sbiaditi coretti post adolescenziali per intendersi. Tra il repertorio rovistato a Pordenone hanno ammaliato in particolare La promesse con campioni trip hop ed accenni morriconiani, la sinuosa Le ombres, mentre il tiro rock di Walker ha trascinato gli astanti. Non poteva mancare ovviamente la de Kerangal, che accompagnata al piano dal nostro ha prima letto alcuni suoi scritti, per poi passare ai cori alla fine del concerto. Un plauso quindi a Dedica Festival che, in collaborazione con Sexto ‘Nplugged, ha portato per la prima volta in Italia questo artista, contribuendo a diffondere il verbo del pop d’autore.

Alexandre LONGO – voce, piano; Séraphin PALMERI – tastiere, elettronica; Charlie DAVOT – batteria, elettronica; Jo CIMATTI – chitarre, elettronica, cori

Daniele Paolitti – instArt 2023 ©

Foto Luca A. d’Agostino/Phocus Agency © 2023

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