Il quinto appuntamento della XXXIX Stagione dell’Accademia di studi pianistici “Antonio Ricci” che si è svolto ieri pomeriggio nell’aula magna di Palazzo Antonini davanti ad un pubblico invero non molto numeroso, ha visto protagonista il pianista francese Pierre-Laurent Bourcharlat che ha presentato un programma con musiche di Claude Debussy, del quale quest’anno ricorre il centenario della morte. Purtroppo l’appuntamento è apparso dimezzato, vista l’assenza della Presidente dell’Accademia Flavia Brunetto che avrebbe dovuto fare la parte di conferenza della serata, ma per fortuna la musica di Debussy, visto il suo potere evocativo, non ha tanto bisogno di presentazioni o spiegazioni.

Nell’affollato panorama della musica per pianoforte di Debussy, Boucharlat ha presentato un affascinante florilegio delle sue musiche per pianoforte pescandole da tutti, o quasi, i cicli da lui dedicati a questo strumento. Ecco allora composizioni tratte dal Chidren’s corner (Doctor Gradus ad Parnassum), dalla prima serie dei Préludes (Sérénade interrompue, Le vent dans la plaine. Ce qu’a vu le vent de l’ouest?, La cathédrale engloutie e Les collines d’Anacapri) e dalla seconda serie ((Brouillards, Feuilles mortes, La puerta del vino), dai Douze études (Étude pour les arpèges composés), dal primo volume di Images (Mouvement), dalle Deux Arabesques (Première Arabesque) e da Pour le piano (Toccata). Si tratta di un Debussy evocativo, che affascina da subito i presenti, grazie anche al pianismo di Bourcharlat che si distingue per particolare raffinatezza in grado com’è di riprodurre con estrema pregnanza le sfumature delle pagine di Debussy. Il suo tocco è caleidoscopico e sa penetrare con estrema accuratezza la tavolozza cromatica che si richiede in questo tipo di musica. La sua tecnica rivela un eccezionale nitore esecutivo anche nei passaggi più impervi e il suono è di straordinaria chiarezza e trasparenza.  Il suo fraseggio si attaglia perfettamente alla pagina, evidenziandone le particolarità, come, tanto per fare qualche esempio, il ritmo di habanera sotteso a La puerta del vino o di tarantella ne Les collines d’Anacapri.

Un Debussy di grande livello, dunque, quello che Bourcharlat propone davanti all’attentissimo ed esigente pubblico della Ricci, che alla fine gli tributa grandi applausi econvincendolo a concedere un bis con Claire de lune di Debussy.

Sergio Zolli © instArt

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