Nei secoli i libri hanno portato nelle loro pagine il sapere umano e la sua fantasia. Per ogni opera un uomo ha pensato, studiato, lavorato, scritto, creato un artefatto che potesse consentire il trasferimento della sua anima al prossimo. Da Aldo Pio Manunzio a oggi la figura dell’editore si è evoluta e continuerà a farlo per molti anni ancora. Una figura che oggi si lega sempre più alle leggi del marketing con migliaia di proposte per tutte le età e gusti. I tempi cambiano in fretta e anche il modo di proporre le proprie opere attraverso nuovi modi di concepire il rapporto tra i lettori e gli autori. Poi c’è il web che sempre più la fa da padrone attraverso siti come Amazon, per citarne uno. Esistono editori come Andrea Mascarin che non disdegnano la rete ma restano legati comunque ad un certo modo di fare editoria, con una sensibilità particolare, nel suo caso, per le meraviglie paesaggistiche e non solo del Friuli Venezia Giulia, con un’attenzione e una cura quasi maniacale dell’opera in tutti i suoi aspetti, segno tangibile di chi ama profondamente il proprio lavoro. I suoi libri sono un tributo incondizionato al nostro territorio. Per questo gli ho chiesto di parlare della suo cammino editoriale e di quali siano i suoi futuri progetti.
Buona lettura.

Cosa spinge una persona a diventare editore? Che figura è l’editore?
L’editore è una professione che non si inventa improvvisamente ma è la risultante di un lungo cammino di lavoro nel mondo della carta stampata nelle sue diverse sfaccettature che vanno dalla semplice attività tipografica alla creazione di pubblicazioni molto complesse come i cataloghi per prodotti industriali. In mezzo a questa moltitudine di cose realizzate con la carta si colloca anche il libro. È quest’ultimo che appassiona l’editore, costruire storie e fare in modo che diventino un percorso cartaceo per futuri lettori. Possiamo dire, quindi, che l’editore svolge una attività culturale basata sulla scelta e sulla cura dei contenuti creati dagli autori con i quali collabora. Diventa artefice e regista di una filiera produttiva che trasforma uno scritto o delle immagini, in qualcosa di largamente fruibile attraverso le librerie, biblioteche, fiere ecc…L’editore è colui che cura particolarmente la qualità estetica del libro, oltre ai suoi contenuti, in particolare cura la copertina che conferisce all’opera letteraria o fotografica una vera e propria identità. ne promuove la diffusione per mezzo dei distributori o personalmente relazionandosi con le librerie e organizzando presentazioni che possano rendere visibili gli autori e il libro stesso.

Associazione EditoriaNordEst, che cos’è e perchè state fondando questa associazione?
L’iniziativa è partita dall’assessore alla cultura di Pasian di Prato Paolo Montoneri che riveste anche l’incarico di presidente del Sistema Bibliotecario del Friuli. La proposta era quella di organizzare un festival della media e piccola editoria della durata di due giorni in una location della città di Udine. Dopo la prima riunione fu tale l’interesse, soprattutto da parte dei piccoli editori che per la prima volta si sentivano coinvolti in qualcosa di collegiale, che nacquero immediatamente nuove proposte più o meno coinvolgenti tra le quali quella di fondare un’associazione di piccoli editori collocati geograficamente nel Nord-Est con finalità rivolte alla cultura, alla conoscenza e alla promozione del libro come mezzo per diffonderle.

Quali sono le prime iniziative che adotterete?
La prima iniziativa è stata quella di promuovere un convegno “Gli stati generali dell’editoria in Friuli Venezia Giulia” che si è tenuto il 6 aprile in sala Ajace, Palazzo D’Aronco sede del comune di Udine. Vi hanno partecipato diverse realtà del mondo editoriale regionale e nazionale.  Dopo aver fondato l’associazione, che speriamo possa contare su molte adesioni, organizzeremo il “Festival della piccola e media editoria” cioè una rassegna di editori che insieme ai propri autori, presenteranno le opere librarie prodotte negli ultimi anni, promuovendo incontri e dibattiti.

Che significato ha per tutti o gran parte di voi “essere editori”?
È difficile rispondere per gli altri a questa domanda ma proverò a trasmettere il mio pensiero che spero valga  anche per alcuni se non per tutti. Noi piccoli editori abbiamo un piccolo privilegio “morale” cioè siamo portatori di cultura attraverso le pubblicazioni librarie che realizziamo in collaborazione con i nostri autori per i quali manteniamo nel tempo un rapporto speciale che va oltre  la serietà professionale, la correttezza e la autorevolezza nel trattare i vari temi affrontati nelle pagine di un libro. A volte diventa anche un rapporto di amicizia e di grande condivisione degli obiettivi e, quindi, diventa facile promuovere una idea e trasformarla in immagini e parole scritte che rimangano nel tempo a disposizione anche delle generazioni future. Il libro, in questo caso diventa protagonista e portatore di un messaggio anche non in presenza del suo autore. Ti porta nel sogno o ti fa conoscere delle realtà che ancora non potevi immaginare prima.

Nell’era del digitale, pensate di poter convincere il target giovanile a leggere di più? Pensate di appassionarli al libro e come?
Premesso che il “libro o ciò che lo rappresentava” è sempre stato un elemento importante per tutte le società della storia iniziando da quelle antiche ai nostri giorni è stato lo strumento della conoscenza.  Dagli scritti sacri della Mesopotamia, alle pergamene dell’antica Roma che diventarono ufficialmente testo e scrittura indissolubili tra loro e, dopo un salto di molti secoli, alla stampa moderna di Gutemberg. Oggi il mondo di internet è entrato nella nostra società con effetti dirompenti nel bene e nel male. I giovani usano molto la tecnologia digitale per diversi utilizzi, ma il commercio elettronico del libro non ha ancora raggiunto livelli significativi. Purtroppo, a mio modesto giudizio, non possiamo ancora trovare nel libro elettronico, le emozioni che ci dà la carta stampata. Aldo Pio Manunzio, Luca Bartolomeo de Pacioli, Giambattista Bodoni, tanto per citare tre  illustri personaggi che hanno fatto grande la stampa, ci hanno trasmesso quella “cultura dell’artigiano” che sapientemente sa vestire la carta stampata con eleganza, raffinata bellezza e piacevolezza al tatto. Ovviamente tutto questo non lo possiamo trovare in un monitor che, una volta spento, ridiventa un anonimo pezzo di fredda plastica. È con queste motivazioni che vorremmo riconquistare la curiosità dei giovani, con la bellezza dell’oggetto che diventa sacro per i suoi contenuti culturali. L’esperienza che abbiamo avuto con la scuola, in particolare con gli studenti del Liceo Scientifico G. Marinelli di Udine, ci fa ben sperare.
La passione con la quale hanno seguito le 5 giornate di incontri  dal titolo: scrivere, comporre, stampare, rilegare è stata un crescendo di idee e proposte che si sono concluse nella pubblicazione di un libro scritto interamente da loro. Ci siamo stupiti dalla loro bravura e dalla loro fantasia nello scrivere piacevoli racconti, dei quali ne abbiamo pubblicati una ventina ma solo per problemi di spazio. Sarebbero stati tutti molto belli e interessanti alla lettura. Questo ci dimostra che i giovani hanno bisogno di avere una piccola opportunità per far emergere il loro naturale talento anche nella scrittura di un libro.

I fotografi nei libri:
Aquae: Foto di Marco Codutti
Boschi e Doberdò: foto di Lucio Tolar
Manzano: foto aeree di Giuliano Aita
Foto Abbazia: Alessandro Beltrame

www.tiglioedizioni.it

© Massimo Cum per instArt

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