Il cartellone della seconda, breve stagione (sono in tutto cinque concerti) di Note in Castello organizzata dall’Ert FVG, si segnala per la particolare attenzione posta nel valorizzare le eccellenze concertistiche della nostra regione, che, infatti, sono protagoniste di tutti e cinque gli incontri che si tengono nella suggestiva cornice del Salone del Parlamento del Castello di Udine.

L’apertura della stagione è affidata alla più antica formazione di strumenti ad arco della regione: l’Orchestra Ferruccio Busoni. Formazione attiva dal 1965, fondata da Aldo Belli, all’epoca prima viola del Teatro Verdi di Trieste e padre dell’attuale direttore, Massimo.

Dopo le parole di saluto la musica può iniziare, con un programma basato al settanta percento sulla forma musicale del tema con variazioni, che permette all’autore una grandissima libertà compositiva, consentendogli anche di valorizzare, se necessario, un virtuosismo strumentale, quello del solista, a volte anche fine a sé stesso, ma di grande presa sul pubblico.

L’attacco è affidato alle sapienti mani del violoncellista Francesco Ferrarini, che con Une larme, tema e variazioni per violoncello e archi di Gioacchino Rossini incanta il pubblico, invero piuttosto numeroso, con un suono di rara intensità e bellezza, una tecnica di grande pulizia e precisione applicate ad un brano di preziosa fattura compositiva. Il lato virtuosistico dell’esecuzione però, già presente in Ferrarini, esplode letteralmente con il violinista Lucio Degani, vecchia conoscenza del pubblico udinese, che nei due brani che lo vedono esibirsi come solista, le Variazioni su motivi della Traviata di Antonio Brazzini e le Variazioni sulla Carmen per violino e archi di Pablo de Sarasate, presenta tutto il campionario del virtuosismo violinistico, con una sicurezza ed un’autorevolezza che è difficile non rimanerne impressionati. Scale e arpeggi a velocità vertiginosa, trilli, colpi d’arco, accordi, pizzicati, armonici, passaggi in corde doppie, balzati e chi più ne ha più ne metta vengono sciorinati con estrema nonchalance davanti ad un pubblico decisamente ammirato da tanta bravura. Certo, musicalmente sono brani di non grandissimo spessore, ma il virtuosismo di Degani fa sicuramente aggio sulla loro qualità musicale. Naturalmente il successo è strepitoso.

Dopo tanto furore virtuosistico, le Due melodie elegiache e Cuore infranto. L’ultima primavera di Edward Grieg rappresentano un’oasi di tranquillità che permette all’ascoltatore di emozionarsi per la dolcezza dell’invenzione melodica che contraddistingue questi due brani.   Invenzione melodica cui fanno da contraltare le Variazioni su un tema di Čajkovskij op. 55 di Anton Arensky, il Maestro di Rimsky Korsakov. In tali brani, l’Orchestra Busoni fornisce l’immagine di un complesso di grande affiatamento, che sa seguire con precisione il bel gesto di Massimo Belli.

Chiudono questo concerto i Canti popolari finlandesi op. 27 di Ferruccio Busoni trascritti per orchestra d’archi da Marco Sofianopulo e con le celebri Danze popolari rumene di Bela Bartok che nell’esecuzione della Busoni entusiasma il pubblico che alla fine tributa al complesso triestino applausi talmente caldi e sinceri da convincere l’ensemble a regalare un bis con La morte di Aase, tratto dal Peer Gynt di Edward Grieg.

Sergio Zolli © instArt

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