Una commedia che rispetta quella che è stata e dovrebbe continuare a essere la funzione educativa del teatro. Un teatro scritto bene e altrettanto bene messo in scena.

“Mister Green”, titolo originale “Visiting Mr Green”, è uno spettacolo firmato dal drammaturgo e sceneggiatore statunitense Jeff Baron, andato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo. Un testo di cui si contano 500 versioni teatrali, rappresentate in 45 Paesi e tradotto in 24 lingue.

L’ultimo adattamento italiano (traduzione di Michela Zaccaria), una produzione dell’Associazione culturale Theama, è approdato sul palcoscenico del teatro “Benois De Cecco” di Codroipo, per la stagione di prosa 2018/2019 curata dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia.

Una pièce che è riuscita a strappare qualche sorriso e soprattutto ha stimolato la platea a riflettere sulla condizione sempre più diffusa di incomunicabilità e conseguente solitudine che caratterizza questo nostro tempo. La tecnologia ha senza dubbio ridotto la distanza fisica tra le persone ma, al tempo stesso, ha scavato voragini incolmabili nei rapporti umani. Nessuno pare più disposto a comprendere, a tollerare la diversità, a superare paure e ostilità.

Si affida a uno stile decisamente cinematografico il regista Piergiorgio Piccoli che mette in fila una decina di scene per raccontare un rapporto tra due sconosciuti che si sono incontrati per un insolito caso del destino. Due uomini, due generazioni a confronto ma soprattutto due personalità entrambe segnate da iniziale diffidenza e conflittualità ma che, alla fine e non senza dolore, riusciranno a stabilire un rapporto di stima reciproca.

Mister Green è un anziano signore che vive solo in un appartamento, quarto piano senza ascensore, dove regna un discreto disordine. E’ vedovo, di religione ebraica, un po’ trasandato, scontroso e con poca voglia di vivere.

Ross Gardiner invece è un giovane brillante, lavora per una multinazionale, anche lui di religione ebraica, gay. Ha investito con la sua auto Mister Green, che fortunatamente non ha subito grossi danni, ma la condanna per giuda pericolosa arriva e lo obbliga a occuparsi della “sua vittima” per sei mesi.

Non sarà facile farsi accettare da Mister Green polemico, ironico e indisponente nei serrati botta e risposta tra i due. La scoperta di una religione comune stempera i toni che si fanno sempre più concilianti. I due uomini, lasciando da parte paure e debolezze, si manifesteranno l’uno all’altro, superando pregiudizi e convinzioni.

La forza dello spettacolo è nel confronto dialettico tra i due protagonisti, entrambi assolutamente convincenti nei rispettivi ruoli: Massimo De Francovich, un determinato, borioso e intenso Mister Green e Maximilian Nisi un energico, sensibile e versatile Ross Gardiner.

Degne di nota le musiche originali di Stefano De Meo venate di sonorità yiddish perfette nel sottolineare con raffinatezza il percorso di avvicinamento tra i due.

Il messaggio poi è più attuale che mai e vale per tutti. Evitiamo di creare barriere, superiamo le paure con il dialogo, riprendiamoci quell’umanità che a quanto pare abbiamo smarrito.

Teatro affollatissimo e calorosi gli applausi finali. La serata alternativa al Festival di Sanremo a Codroipo è stata assai gradita.

 © Rita Bragagnolo per instArt

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