Sono anni oramai che si dedicano alla musica jazz.

Perché dal 2012 l’Associazione Nuovo Corso di Monfalcone, con passione e coraggio, è l’organizzatrice di una delle più interessanti rassegne nella Città dei Cantieri. Jazz in Progress richiama oramai parecchi amici ed appassionati nel jazz club Il Carso in Corso. Numerosi i concerti programmati (oggi il direttore artistico è il sensibilissimo e talentuoso pianista Giorgio Pacorig), ed in quel progress  ci sta tutta l’attenzione verso la musica improvvisata, le contaminazioni, e tutto quanto possa ruotare con intelligenza intorno alla parola jazz.

Una delle iniziative più sorprendenti e coraggiose è anche quella di promuovere Verso il Primo Maggio, la commissione cioè negli anni a diversi artisti di un lavoro originale, eseguito in prima assoluta e registrato live per arricchire quella che è diventata oramai una splendida collana discografica dedicata proprio a questo importante giorno dell’anno tutto dedicato alla lotta dei lavoratori!

Nel 2015 si è dato alle stampe il primo progetto intitolato proprio Verso il Primo Maggio (ne avevamo parlato qui), che vedeva il più che noto pianista originario di San Giorgio di Nogaro Claudio Cojaniz cimentarsi in piano solo nella rivisitazione di alcuni brani tradizionali dedicati al mondo del lavoro e della Resistenza. Già emblematica la copertina con il richiamo al più che conosciuto Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo (una bella videointervista dell’amico Nicola Cossar la potete trovare sul sito del Messaggero Veneto).

 

Forti dell’idea e del successo di questa prima produzione discografica, l’Associazione Nuovo Corso ha pensato bene di proseguire su questa strada registrando il 30 aprile del 2015 il nuovo interessante progetto del Kača, Sraka In Lev Quintet, intitolato The Labour Suite. Nato come trio (in lingua slovena i tre animali che danno il nome al gruppo sono la biscia, la gazza ed il leone e vogliono caratterizzare il rapporto fra gli strumentisti), già ben documentato dalla piccola ma immancabile etichetta discografica Palomar Records,  sono oggi e su questa produzione discografica Gabriele Cancelli alla cornetta, Paolo Pascolo al flauto, Mimo Cogliandro al clarinetto basso, Giovanni Maier al contrabbasso e Marko Lasič alla batteria.

 

 

Se nell’idea del progetto il tema del lavoro viene assolutamente richiamato dal ritmo, la sorprendente capacità dei nostri di alternarsi all’improvvisazione aperta è veramente unica: cinque caposaldi della musica che si cimentano su brani originali, di sapore contemporaneo, tutti a firma di Giovanni Maier (tranne l’immancabile, sentito e particolarissimo omaggio a “L’Internazionale” che chiude il cd, come nel cd di Cojaniz). E’ proprio questo il filo conduttore del disco, la poetica dell’ensemble, la loro musica: una sorta di sistema perfetto (o ecosistema come da loro chiamato) dove esista una distribuzione equa della responsabilità compositiva, senza ruolo preciso fra musicisti. Nell’ascolto il ritmo si fa da più ordinato a sempre più disordinato, proprio a raccontare quanto nel mondo del lavoro si sia passato da un rapporto in qualche modo più umano, ad una realtà quotidiana sicuramente meno rispettosa e più caotica … E’, chiaramente, una suite, e così va ascoltata: non vi sono brani più o meno riusciti, soluzioni timbriche più o meno perfette. E’ una musica totale, unica, originale: noi ne abbiamo goduto!

In matematica si direbbe che cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia… Forse è così anche con il terzo cd della collana Verso il Primo Maggio, registrato il 30 aprile dell’anno successivo. Perché anche questo lavoro si muove nell’ambito dell’improvvisazione più aperta.

Il Mahakaruna Quartet (che significa grande e compassione, dalle lingue pāli e sanscrito, antico linguaggio indiano) sono Gabriele Cancelli alla cornetta, Cene Resnik ai saxofoni, Giorgio Pacorig al piano e Stefano Giust alla batteria. Inventum è il titolo, magistralmente registrato dal vivo dall’amico Iztok Zupan (tenete d’occchio anche la sua Klopotec, fucina di splendidi lavori da non farsi scappare), sempre nei locali de Il Carso in Corso.

Come ci spiega in una splendida intervista per Il Giornale delle Musica Giorgio Pacorig, l’idea principale di questo progetto è stata quella di far emergere melodie più o meno conosciute da un’atmosfera più improvvisativa ed aperta “come in un sogno in cui affiorano delle immagini che si modificano rapidamente in qualcos’altro”. Così in un continuum musicale dove la poetica più aperta dei nostri già ci appassiona e conquista possiamo riconoscere splendidi temi quali, Addio Lugano, il Canto dei Battipali, o la splendida Cantigas Do Maio – tratta dalla tradizionale portoghese Eu fui ver a minha amada – di José Zeca Afonso). Dialoghi serrati freschissimi, lenti ed appassionanti, feroci e velocissimi confermano ancora una volta la grande libertà espressiva dei nostri che ammiccano ad un certo free jazz, con puntatine alla musica contemporanea, ma sempre con una originalità colma di emozioni e cuore. Perché “da parte nostra la voce sempre verrà data, finché la sofferenza non cesserà di esistere”. Immancabile chiusura di cd con neoversione de “L’Internazionale”.

Una bellissima iniziativa, questa dell’Associazione Nuovo Corso di Monfalcone, che vedrà presto alle stampe anche il nuovo lavoro di Giorgio Pacorig, Giancarlo Schiaffini, Giovanni Maier e Michele Rabbia registrato lo scorso 30 aprile 2017.

In attesa non fatevi scappare questi tre splendidi e sentiti episodi musicali.

Luca A d’Agostino © instArt

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