“Una squadra alleata nella diffusione della riflessione filosofica e nel sostegno a questo tipo di iniziative di alto spessore per lo sviluppo del territorio dal punto di vista culturale e per dare ai cittadini e soprattutto ai giovani prospettive di crescita”. Così il Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, ha introdotto la 4° edizione della rassegna “Un’etica per il futuro. Appuntamenti di filosofia”, organizzata dal Comune di Monfalcone grazie al grande apporto e alla proficua collaborazione con l’Associazione Territori delle Idee, che realizza il Festival Mimesis.

Il programma dell’evento, che si terrà dal 23 ottobre al 28 novembre 2021, al Teatro Comunale di Monfalcone (prenotazione via email a via email: biglietteria.teatro@comune.monfalcone.go.it o presso la biglietteria del Teatro dal lunedì al sabato, dalle 17.00 alle 19.00), è stato illustrato con una conferenza stampa dal Sindaco del Comune di Monfalcone Anna Maria Cisint e, in collegamento online, dal direttore artistico del Festival Mimesis, Luca Taddio, docente dell’Università di Udine, e dal Dirigente scolastico del Liceo Buonarroti di Monfalcone, Vincenzo Caico.

“L’Associazione Culturale Territori delle Idee” – ha sottolineato il direttore artistico del Festival Mimesis, Luca Taddio – “partecipa alla rassegna di Monfalcone organizzando quest’anno tre appuntamenti di grande livello e spessore, coinvolgendo nomi importanti come Laura Boella, Giovanni Leghissa, Alberto Felice De Toni, Mauro Barberis, Giovanni Boniolo. Una programmazione – fa concluso Taddio – “che ben si integra con gli appuntamenti proposti dal Comune di Monfalcone con Pier Aldo Rovatti e Pietro Del Soldà”.

La rassegna nata nel 2018 come nuovo format voluto dall’amministrazione e finalizzato all’ampliamento del messaggio culturale, è cresciuta anno dopo anno in termini di consenso e contenuti, anche grazie alla collaborazione del Liceo Buonarroti di Monfalcone, che continua a garantire supporto e attenzione alla manifestazione. Crediamo” – ha sottolineato a margine l’Assessore alla cultura, Luca Fasan – “che continuare a investire in questi contenuti sia altamente propedeutico ad avvicinare i nostri giovani a un pensiero profondo e più strutturato sulla vita in una società che sempre più tende a standardizzare il pensiero a discapito degli approfondimenti personali”.

IL PROGRAMMA

Si inizia sabato 23 ottobre, alle ore 18.00, con “Cuori pensanti”: Laura Boella proporrà l’esperienza di vita, gli amori, le inquietudini, le domande, le riflessioni di cinque pensatrici straordinarie, che hanno sfidato la morale convenzionale e le cui biografie sono avvolte in un alone di leggenda: Edith Stein, Maria Zambrano, Hannah Arendt, Simone Weil, Etty Hillesum. Per ognuna di loro, la filosofia non è stata un riparo o un ritiro dal mondo: è stata la pratica audace e ostinata di un addestramento al sentire la vita in tutta la sua ricchezza e complessità, di una vigilanza sulle proprie emozioni, di un raccoglimento capace di lasciar emergere ogni esperienza in tutte le sue sfumature, con assoluta chiarezza. Le loro parole e i loro pensieri sono una continua fonte d’ispirazione, oggi come ieri.

Venerdì 29 ottobre, alle 18.00, si parlerà di “Società aperta: tra scienza, potere e libertà”, insieme a Giovanni Leghissa, Alberto Felice De Toni, Mauro Barberis (modera Gabriele Giacomini). 
I trente glorieuses, fra il 1945 al 1975, sono gli anni d’oro della democrazia europea: crescita economica, partiti in salute, estensione dei diritti e stato sociale. Poi qualcosa sembra rompersi. La globalizzazione implica la delocalizzazione, l’innovazione tecnologica aumenta l’efficienza ma erode l’occupazione, si diffonde il precariato, la polarizzazione fra poveri e ricchi si accentua. La sfiducia nei rappresentanti e nella classe politica esplode. Le sfide politiche sembrano sempre più difficili e complesse. Come se non bastasse, arriva la pandemia del Covid19. Per affrontare queste sfide sembrano affacciarsi due soluzioni politiche alternative. Da un lato, l’eterna tentazione platonica: affidare sempre più il governo ai competenti, agli esperti. Dall’altro lato, la tentazione populista: solo l’appello a un popolo integro e incontaminato può condurci alla salvezza. Ma è davvero così? Oppure è possibile ricostruire su nuove basi la democrazia liberale, ovvero l’equilibrio fra conoscenza e opinione, fra libertà e protezione sociale?

Sabato 6 novembre, alle 18.00, Giovanni Boniolo proporrà “Molti. Discorsi sulle identità plurime”, prendendo spunto dalla letteratura, che è ricca di personaggi che espongono il racconto della propria vita. Narrano le proprie scelte ed esperienze, ma anche i propri limiti e fallimenti. È attraverso quei racconti che ogni lettore ricostruisce, da un lato, l’identità dei protagonisti e, dall’altro, mette a fuoco la propria. Ma di cosa parliamo quando parliamo di identità? Di qualcosa di unico e trasparente, sempre riconoscibile e individuabile? O invece di molteplice, sfuggente, composito? Un unico concetto – quello di «identità» – basta per rappresentare le tante parti in cui ci riconosciamo? È proprio grazie ad alcune figure indimenticabili della letteratura che queste domande possono, infine, trovare risposta.

Domenica 14 novembre, alle ore 10.30, Pier Aldo Rovatti introdotto da Carla Troilo affronterà il tema “Verso un’etica minima”. Molti equivoci hanno accompagnato la diffusione del pensiero debole. Eppure era chiaro fin dall’inizio che il depotenziamento della Filosofia aveva a che fare con una pratica di carattere etico che tentasse, contro ogni arroganza, di abbassare i toni, di introdurre un silenzio nelle parole e di promuovere un atteggiamento di pudore nei comportamenti.
Le etiche massime, fondate sul dovere e non sul dubbio, contengono una pretesa assolutistica e totalizzante che si è insinuata in tutti i nostri modi di vivere. Se questo era riscontrabile alla fine del secolo scorso, oggi è ancora più evidente perché i toni si sono alzati all’interno di una cultura, come la nostra, dominata dall’egocentrismo e dall’individualismo. Occorre cercare di muoversi “verso” un’etica minima dove l’io non la faccia più da padrone.

Domenica 28 novembre, alle ore 10.30, Pietro Soldà parlerà de “L’Amicizia”, partendo dal fatto che siamo sempre più soli e chiusi in noi stessi, i contatti con gli altri sono frammentari e raramente esprimono quel che siamo davvero. La società alimenta ogni giorno l’ossessione per un Io ipertrofico e narcisista e per un Noi escludente e aggressivo. In questo scenario l’amicizia può agire come un’apertura, un dispiegamento d’ali in grado di elevarci al di sopra delle piccole esigenze quotidiane, delle paure che paralizzano, della pigrizia che ci toglie slancio, delle false identità che nascondono il nostro volto e le passioni profonde.

Comunicato Stampa