Per la prima volta il Trieste Film Festival produce e allestisce una mostra fotografica su grandi pannelli in uno dei posti più popolari di Trieste: il Mercato Coperto, il quale nella cornice del Trieste Film Festival diviene uno spazio espositivo, di incontro e di formazione all’interno del quale gli scatti accompagneranno il visitatore in un percorso di scoperta.

MODERNISTAN – architettura modernista sovietica in Asia Centrale è infatti un percorso a tappe con una selezione di immagini realizzate da Roberto Conte e Stefano Perego. Le fotografie, pubblicate nel volume Soviet Asia, edito da FUEL (2019, Londra), «documentano alcune delle architetture, tutt’oggi sopravvissute, realizzate tra gli anni ’50 e la caduta dell’URSS nei territori delle ex repubbliche sovietiche dell’ Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan» sottolinea la curatrice della mostra arch. Martina Sciolis «Le opere esposte, come suggerito dagli autori, testimoniano la contaminazione “tra le suggestioni estetiche locali e l’impulso sovranazionale della modernità proposta dal socialismo”»
Le parole che compongono il titolo del libro “Soviet Asia”, da cui è tratta la mostra Modernistan, prodotta da Alpe Adria Cinema per il Trieste Film Festival, «sembrerebbero apparentemente in dissonanza tra di loro”» affermano in un commento i fotografi Roberto Conte e Stefano Perego «L’una evoca un fenomeno politico moderno, nato con la Rivoluzione d’Ottobre poco più di un secolo fa nella più europea delle città russe, Leningrado, e sviluppato dalle idee materialiste di un pensatore intrinsecamente europeo come Karl Marx. L’altra richiama il continente più grande del mondo, la sua storia millenaria, le sue tradizioni che si perdono nel tempo e un mondo che, da Europei, forse non riusciamo mai ad afferrare del tutto ma che – ciò nonostante – continua ad affascinarci e a stupirci, dai tempi di Marco Polo. Soviet Asia rappresenta un tentativo di raccontare, attraverso le immagini, questa peculiare ibridazione culturale che si è verificata nell’Asia Centrale in particolar modo nel periodo del dopoguerra, un’epoca in cui il fenomeno architettonico noto come modernismo sovietico raggiunse quei territori manifestandosi in numerosi esempi fino all’implosione dell’URSS.»

E nel percorso della mostra scopriamo come La morte di Stalin, nel 1953, e lo sviluppo della tecnologia diedero un enorme impulso alla progettazione e alla realizzazione di nuove soluzioni abitative, ma anche strutture legate al mondo dei servizi e all’intrattenimento, come ad esempio i circhi. Queste iniziative raggiungevano territori il cui tessuto culturale era totalmente diverso da quello russo-europeo, caratterizzato non solo da differenti abitudini sociali, ma anche da diverse sensibilità estetiche, influenzate dall’arte islamica e persiana. Il risultato, che vediamo ritratto in queste grandi tavole fotografiche è molto spesso sorprendente, «avendo prodotto numerose architetture che intercettano sia le suggestioni estetiche locali e tradizionali, sia l’impulso sovranazionale della modernità proposta dal socialismo, creando architetture ancora oggi in grado di raccontarci qualcosa di un mondo che non c’è più.»

Anche l’edificio che ospita la mostra ha una storia affascinante legata ad un mondo che non esiste più: nacque infatti come dono alle venderigole, le venditrici triestine, da parte di Sara Davis, figlia di un ricco commerciante inglese che aveva notato la dura vita, all’aperto sotto il sole e la Bora, cui erano esposte le venderigole al mercato di piazza Goldoni. Con i soldi del suo lascito il Comune fece costruire quindi l’attuale mercato, disegnato dall’architetto Camillo Iona. Inaugurato nel 1936 è oggi ancora estremamente moderno e funzionale, contraddistinto da ampie vetrate luminose. Il mercato sorge su un’area triangolare ed ha una pianta ad unghia; i due piani sono occupati all’interno da un grande salone, alla maniera dei Mercati traianei. Negli archi ribassati di spartimento vi è un preciso riferimento ai saloni della Victoria, la nave, esempio di avanzato design, che il Lloyd Triestino aveva varato nel 1931.

MODERNISTAN – architettura modernista sovietica in Asia Centrale verrà inaugurata giovedì 16 gennaio alle ore 18.00. Da venerdì 17 gennaio a sabato 25 gennaio incluso la mostra sarà visitabile dalle ore 8.00 – 17.00, il lunedì dalle 8.00 alle 14.00 / domenica chiuso)

Il giorno seguente, venerdì 17 alle ore 17.30, presso il cocktail bar/caffeteria DoubleTree by Hilton Trieste si terrà invece l’incontro a ingresso libero “Architetture A Confronto: Dall’asia Centrale Ai Territori Dell’ex-Jugoslavia” a cui parteciperanno i fotografi Roberto Conte e Stefano Perego, e il professore e storico dell’architettura Luka Skansi. Il dialogo sarà moderato dall’arch. Martina Sciolis, curatrice della mostra. L’ evento è organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trieste.